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  • Traffico illegale di cuccioli di cane: denunciato un 42enne, bloccato … – PadovaOggi

    Traffico illegale di cuccioli di cane: denunciato un 42enne, bloccato … – PadovaOggi

    Sembrava un normalissimo controllo. E invece ha portato alla scoperta di un doppio reato: un uomo di 42 anni è stato denunciato per falso materiale e traffico illecito di animali da compagnia.

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    La dinamica

    È successo nella giornata di venerdì: una pattuglia della polizia stradale di Rovigo ha fermato e controllato sull’autostrada A13 Bologna-Padova in direzione nord una Renault Scenic, guidata da un 42enne originario di Molfetta. A una prima occhiata gli agenti hanno subito notato sul sedile posteriore del veicolo due trasportini per animali di piccola taglia contenenti due piccoli maltesi di colore bianco ed un cucciolo di barboncino di colore marrone. Il conducente ha esibito i passaporti dei piccoli passeggeri agli agenti, i quali però, dopo un’attenta analisi, hanno notato una palese differenza tra l’età indicata sul documento e la dimensione dei piccoli animali. I poliziotti hanno quindi contattato il servizio veterinario della Ulss 18 di Rovigo, che ha inviato sul posto il medico di turno. E dopo un controllo approfondito da parte del veterinario è risultato che i dati inseriti nei microchip applicati sui cuccioli non corrispondevano a quelli riportati sui passaporti: l’età reale dei cuccioli, non superiore ai 70 giorni di vita, non poteva difatti ritenersi compatibile con quella trascritta sul documento di 110 giorni. Gli agenti hanno denunciato il conducente per i reati di falso materiale e traffico illecito di animali da compagnia e sequestrato il veicolo, mentre i tre cuccioli sono stati affidati al “Rifugio Cipa” di Fenil del Turco (Rovigo).

  • Quei gatti che salvarono Maometto, veri padroni delle strade di … – Corriere della Sera

    Quei gatti che salvarono Maometto, veri padroni delle strade di … – Corriere della Sera



    Si aggirano fra i caffè e le moschee con fare indolente, avvezzi alla bellezza della città straordinaria che li circonda. Sono i gatti di Istanbul, rispettati, nutriti e coccolati perché, secondo la leggenda, fu proprio un gatto a salvare dal morso di un serpente il profeta Maometto. A loro, in particolare a sette di loro, è dedicato «Kedi. La città dei gatti», il docu film che la regista turca Ceyda Torun ha realizzato seguendoli con una telecamera per lungo tempo fra i vicoli della metropoli sospesa fra Asia e Europa.

    Tolleranza felina

    La locandina del film
    La locandina del film

    Sari, la soriana rossa e bianca che vive accanto alla Torre di Galata; Bengü che fa le fusa a tutti; Aslan Pasçasi, il piccolo leone che vive tra i ristoranti di pesce lungo il Bosforo; Psikopat, la dura del quartiere; il giocherellone Deniz e lo scalatore Gamsiz, perennemente arrampicato fra gli alberi e i balconi delle case di Citangir, il quartiere degli artisti. E Duman, che aspetta la sua razione di carne affumicata e formaggi, avanzi degli eleganti ristoranti di Istanbul. Sono loro i sette protagonisti del lungometraggio che sarà nelle sale italiane dal 22 maggio distribuito da Wanted Cinema. Una dichiarazione d’amore per i felini ma anche per una città che ha fatto della tolleranza verso di loro, una delle sue cifre inconfondibili, tanto da essere stata definitiva «la città dei gatti». Un’esperienza unica, quella di Istanbul, di convivenza pacifica al di là dello stereotipo della «padronanza» che considera l’animale proprietà dell’umano e che ricorda l’altrettanto straordinaria esperienza dei cani randagi accuditi in libertà nel nord del Marocco.


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    L’anima della metropoli

    «Sono crescita a Istanbul fino a undici anni — racconta la regista — e la mia infanzia sarebbe stata infinitamente più solitaria senza i gatti di Istanbul. Ogni volta che tornavo in città, la trovato sempre meno riconoscibile a eccezione di una cosa: i gatti, unico elemento costante e immutato che incarnava l’anima stessa della metropoli». Sono migliaia i felini che si aggirano indisturbati tra le vie del centro. Popolano la città da millenni, scivolando tra i giardini che circondano le moschee o curiosando pigri tra le botteghe dei mercati, a metà tra due mondi, quello selvaggio e quello domestico. Citati anche dalle guide turistiche, compaiono spesso nelle fotografie e vengono immortalati sullo sfondo della Moschea Blu o di Hagia Sophia. Girare il film, come spiega la regista, è stato anche un modo per capire la relazione le li lega all’altra grande colonia di randagi di Istanbul, quella dei cani: «Per le strade ci sono anche molti cani randagi, ma le loro vite rispetto a quelle dei gatti sono molto più tragiche, perché nella maggior parte, sono stati abbandonati dai loro proprietari e hanno difficoltà a trovare cibo e riparo malgrado il lavoro dei comuni per vaccinarli. In genere vanno d’accordo con i gatti, ma ci sono anche molte occasioni di liti».

    Gatti innamorati della telecamera

    Diventare i protagonisti di un film è stato per i gatti abbastanza naturale. All’inizio hanno dovuto prendere confidenza con una telecamera che si spostava su un’automobilina telcomandata. Ma scappavano, o volevano attaccarla. «Sembravano innamorati della lente gigante della fotocamera. Rimanevano a fissarla per molto tempo, come fosse un occhio gigante. Ma non volevamo filmarli manipolandoli in esibizioni. Volevamo raccontare la loro routine». Dal 2013 la troupe ha girato in lungo e largo le vie di Istanbul per farsi raccontare dagli abitanti le storie più significative dei gatti di quartiere. Prima ne sono state individuate 35, poi mano che si procedeva, sono diventate una ventina e alla fine si sono ridotte a sette. Gli abitanti hanno fatto da informatori, segnalando la presenza dei gatti e le loro storie. Artisti, musicisti, filosofi e professori li hanno raccontati, raccontando anche il loro amore per questi animali. Quello che ne uscito è un mondo visto con occhi felini, capaci di raccontare le storie di chi li accoglie e li rispetta per quello che sono, nella loro libertà che trova rifugio e sicurezza fra gli umani. Aslan Parçasi, ad esempio è amato dal vicinato perché caccia i topi e li tiene lontani, Duman conosce bene i turisti che popolano i ristoranti del centro: li osserva da lontano in attesa di un avanzo. Per tutti loro, la sospensione tra libertà e vagabondaggio è fondamentale e forse proprio in questo incarnano al meglio lo spirito, il caos e la cultura della città che li accoglie.

    27 aprile 2018 (modifica il 27 aprile 2018 | 22:57)

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  • Laser, onde elettromagnetiche, luce pulsante: anche agli animali le … – Corriere Quotidiano

    Laser, onde elettromagnetiche, luce pulsante: anche agli animali le … – Corriere Quotidiano

    Doctor Tecar Vet, iLux Light Vet e PulsWave Vet sono solo alcuni di queste rivoluzionarie innovazioni create in Italia che utilizzano laser, tecar e onde d’urto

    Dove c’è una casa, c’è un animale da compagnia. Un’affermazione impensabile solo fino a qualche anno fa ma che oggi sembra scontata stando ai più recenti dati sulla presenza, all’interno dei nuclei familiari italiani, di animali domestici: secondo l’ultimo rapporto Assalco – Zoomark oltre 60 milioni di pet popolano case e giardini, praticamente uno per ogni abitante del Belpaese.

    Questo viene dato viene divulgato oggi in occasione della Giornata mondiale dei veterinari: dal 2001 ogni ultimo sabato del mese di aprile si celebra, secondo quanto stabilito dalla World Veterinary Association – un’associazione senza scopo di lucro fondata nel 1863 – la figura del medico veterinario, sottolineando l’importanza di questa figura professionale sanitaria per la salute dei pet. Ogni volta che il nostro animale domestico ha qualcosa che non va è sempre bene rivolgersi subito al proprio medico che conosce la storia clinica dell’animale e saprà darci utili consigli.

    Numeri sempre più importanti che non alimentano solo il mercato del pet-food ma spingono le aziende a sviluppare tecniche sempre più avanzate per la cura di questi animali.

    È il caso dell’azienda italiana Mectronic, punto di riferimento a livello internazionale per la realizzazione di laser per la terapia riabilitativa, che ha recentemente brevettato una rivoluzionaria tecnologia atta a cambiare per sempre il mondo della veterinaria, mutuando la metodica utilizzata per curare l’uomo: dalla tecar-terapia per animali (Doctor Tecar Vet) al laser con lunghezze d’onda ad hoc (iLux Light Vet), fino alle onde d’urto (PulsWave Vet), l’hi-tech made in Italy che cura milioni di persone di tutto il mondo si è trasformato in una risorsa irrinunciabile per i veterinari.

    La linea Vet di Mectronic è una gamma di dispositivi per terapia fisica (laser, tecar ed onde d’urto) sviluppata per gli animali da compagnia, equini e specie esotiche. Frutto di oltre 35 anni di esperienza nello sviluppo di tecnologie medicali, la linea Vet di Mectronic può essere applicata con successo in traumatologia, riabilitazione ed in tutte le patologie che presentano dolore, infiammazione, edema, ferite ed ulcere – spiega Ennio Aloisini, Ceo di Mectronic. “Particolare attenzione abbiamo dedicato alle patologie di cani e gatti, creando protocolli personalizzabili in funzione della taglia, del colore della pelle, del colore e della lunghezza del pelo, dello stato della patologia e della dimensione dell’area da trattare”.

    Tra gli utilizzi delle nuove tecnologie al servizio dei veterinari anche la cura dei danni ai tendini e l’irritazione dei legamenti: se prima queste problematiche richiedevano un lungo e dispendioso periodo di terapia con risultati che non garantivano la completa guarigione, oggi grazie ai nuovi trattamenti come la terapia laser ad alta energia, si possono ottenere risultati impensabili fino a pochi anni fa.

    A dirlo è uno dei pochi veterinari in Germania che già lavora con un dispositivo laser di questo tipo, il Ralf Pellmann, che si è specializzato nel trattamento dei problemi ortopedici del cavallo: “Non appena ho applicato la terapia con il dispositivo laser ai primi cavalli, i miglioramenti sono iniziati immediatamente – spiega Pellmann – Abbiamo osservato in varie diagnosi che tendini, legamenti e muscoli dei cavalli che ho trattato sono guariti molto più velocemente rispetto ai tradizionali trattamenti. Utilizziamo da oltre 2 anni e mezzo la iLux Light Vet, con un’impressionante riduzione del dolore e soprattutto una rapida guarigione dei tessuti già in pochissime settimane”.

  • Truffe per finti funerali di cani e gatti – Agenpress

    Truffe per finti funerali di cani e gatti – Agenpress

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    Agenpress. Sono tornati in azione in questi giorni i truffatori delle finte pompe funebri per cani e gatti. Agiscono con molta professionalità telefonando alle famiglie proprietarie di cani e gatti anziani proponendo loro funerali per il loro cane o il loro gatto (quando verrà il momento della dipartita) a prezzi fissi e stracciati (200 euro per la sepoltura di un cane o un gatto e 140 per la cremazione), unica cosa, sostengono questi finti esponenti di altrettanto finte pompe funebri per bloccare il prezzo occorre pagare il 50% della somma immediatamente e se poi il nostro cane o gatto muore tra venti anni garantiscono che il prezzo non cambia.

    Secondo le segnalazioni che sono arrivate al nostro telefono amico sono una ventina le persone che hanno ricevuto la telefonata e subito dopo il bollettino con il finto contratto di funerale per micio e fido allegato e che hanno versato la quota, mentre molti altri hanno ricevuto la telefonata ma non ci sono cascati.

    “Si tratta di una truffa- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- che alcune persone stanno mettendo in pratica a Napoli, Torino, Campobasso, Bolzano, e Milano i loro obbiettivi preferiti persone anziane che possiedono cani e gatti e vivono soli, a loro si rivolgono per offrire un inesistente servizio funebre a cane e gatto a prezzo scontatissimo e bloccato, a chi ci ha segnalato questa truffa abbiamo chiesto di fare denuncia alle forze dell’ordine ben sapendo che molti non la faranno essendo cifre esigue. Questi furboni- conclude Croce- devono essere smascherati per truffatori quali sono in realtà”

  • Due cani uccisi a Livigno. «Un gesto inspiegabile» – La Provincia di Sondrio

    Due cani uccisi a Livigno. «Un gesto inspiegabile» – La Provincia di Sondrio

    Sergio Rodigari insieme a uno dei due cani ucciso nella notte di lunedì a Livigno

    • Sabato 28 Aprile 2018

    Due cani uccisi a Livigno. «Un gesto inspiegabile»

    Titolare di azienda ha trovato senza vita solo uno degli animali – «Ogni tanto giravano liberi, ma non ho mai ricevuto minacce o lamentele»

    Due cani sono stati uccisi a fucilate lunedì notte a Livigno nelle stalle dove vivevano. Entrambi gli animali – Grinto un border collie di un anno e Lasco un meticcio di tre – erano di proprietà di Sergio Rodigari, 23 anni, titolare dell’azienda Tracafarm in zona Val Federia. «Grinto è stato ucciso con una fucilata verso mezzanotte e mezza – racconta Rodigari -. Il cane era all’interno della stalla con le mucche, chi l’ha ucciso ha aperto la porta e gli ha sparato. Il rumore dello sparo verso quell’ora è stato udito dai proprietari della stalla che ho in affitto nella zona che porta alla Val Federia. Chi l’ha ucciso, probabilmente ha portato via il corpo del cane, visto che non è stato più trovato». «Lasco invece era legato con una catena in un’altra stalla a circa un chilometro di distanza, l’ho ritrovato senza vita», afferma ancora Rodigari.
    Il giovane allevatore ha prontamente sporto denuncia ai carabinieri di Livigno, che sono subito intervenuti sul posto dove sono stati uccisi i due cani e stanno svolgendo le indagini per capire cos’è accaduto, cercando anche i bossoli che non sono stati trovati sul posto.
    «Non so chi possa aver compiuto un gesto simile, perché non ho mai subito nessuna minaccia – afferma Rodigari -. Qualche volta i cani, quando erano lasciati liberi, inseguivano la fauna selvatica. Magari questo loro comportamento può aver infastidito qualcuno, ma con me non si è mai lamentato nessuno».

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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  • Esplosione Rescaldina, trovato gatto di uno dei sopravvissuti – Giornale di Como

    Esplosione Rescaldina, trovato gatto di uno dei sopravvissuti – Giornale di Como

    Dopo l’esplosione di Rescaldina, un risvolto positivo che riporta Settegiorni.it.

    Esplosione Rescaldina, trovata la gattina

    LindaBlackie e Gigia sono tre dei gatti del giovane sopravvissuto all’esplosione della palazzina di via Brianza avvenuta il 31 marzo. Il ragazzo, che abitava nel condominio, è stato l’ultimo a essere portato in salvo. Viveva insieme ai suoi gatti che però dopo il crollo erano spariti. Ed è iniziata la ricerca. All’appello mancavano Blackie, gatto grosso nero con macchie bianche sulla pancia, Gigia micia grigia bianca con pelo lungo e Linda gattina tigrata di taglia piccola.

    La bella notizia

    Proprio quest’ultima è stata ritrovata stamattina. Sta bene ed è già insieme al suo proprietario” raccontano i promotori della ricerca dei felini. Ora la speranza è quella di ritrovare anche gli altri due. Il padrone dei gatti ha annunciato la ricompensa di 200 euro per chi consegnerà ognuno dei due gatti.
    Da ricordare che, una settimana dopo il dramma, dalle macerie era stato estratto vivo Rocky (detto anche Ciclamino), il cagnolino di Saverio Sidella, vittima della deflagrazione che ha distrutto la palazzina.

    Leggi anche:  Meteo Como le previsioni del Colonnello Mì VIDEO

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  • Indonesia: decine di cani abbattuti per soddisfare il mercato della … – TGCOM

    Indonesia: decine di cani abbattuti per soddisfare il mercato della … – TGCOM

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  • Veterinario aggredito e morso da tra cani: catturato un pitbull … – AbruzzoLive

    Veterinario aggredito e morso da tra cani: catturato un pitbull … – AbruzzoLive

    Sulmona. I carabinieri forestali di Sulmona, in collaborazione con il Nucleo Radiomobile carabinieri e la Asl Servizio Veterinario locali, hanno catturato il pitbull, di nome Nikita, che ha aggredito e morso mercoledì scorso nella zona di Cantone, una frazione tra Sulmona e Introdacqua, un veterinario sulmonese di 53 anni, procurandogli una profonda ferita al polpaccio destro. Il cane, sedato, è stato
    messo in quarantena dai veterinari della Asl. Durante l’ispezione nella villetta dove il pitbull doveva essere custodito i militari hanno trovato altri otto cani di cui un cane corso ed un pitbull senza il previsto microchip identificativo: si tratterebbe degli altri due cani che hanno partecipato all’aggressione.

    La indagini hanno portato ad identificare A.R., proprietaria di Nikita, ma non residente nella villetta; B.M. e E.G., conduttori del pitbull che, perché aggressivo verso altri cani presenti nel loro recinto, lo avevano affidato ad un’altra coppia residente nella villetta, B.G. e C.D.G. ai quali era scappato mercoledì scorso. Un rapporto sugli accertamenti effettuati è stato trasmesso alla magistratura

  • La festa delle biscette di Alassio – Turismo.it

    La festa delle biscette di Alassio – Turismo.it

    LE BISCETTE DI ALASSIO

    A sentir parlare di biscette molti storceranno il naso con disgusto, ma in verità potete stare tranquilli. I cittadini di Alassio non sono soliti cucinare rettili di alcun tipo: vipere, rane, bisce e tantomeno biscette. Il nome però fa riferimento proprio a questi piccoli animali striscianti: si tratta infatti di una gustosa specialità locale la cui forma ricorda quella del rettile.

    RICETTA DELLE BISCETTE

    Le biscette di Alassio sono una specialità tanto gustosa quanto semplice da preparare. Si impasta la farina con poca acqua e viene aggiunto un po’ di zucchero e semi di finocchio silvestre che cresce sulle balze della località ligure. La pasta viene poi fatta lievitare, per poi essere divisa in tanti pezzetti lavorati in modo da assumere la forma di piccole bisce o vipere. Queste “biscette” vengono infine fritte nell’olio bollente e consumate immediatamente. Non c’è niente di più goloso di una bella biscetta calda, adorata sia dai bambini che dagli adulti, non solo del posto!

    LA SAGRA ANNUALE

    Come ogni anno, anche in questo 2018 l’appuntamento è stato fissato: domenica 29 aprile  la Società del Mutuo Soccorso di Solva, col patrocinio del Comune di Alassio, ha il piacere di invitare tutti i buongustai a questa imperdibile sagra, ormai diventata leggendaria. La storia si ripete infatti da ben 130 anni!

    LE BISCETTE NELLA STORIA

    In occasione della Festa i Solvesi amano ricordare che un tempo dalla casa dei Freghei, maggiorenti della frazione di Solva, il 25 marzo si movevano muli carichi di “biscette” che scendevano nel capoluogo per essere recate in omaggio a parenti, amici e conoscenti.

  • “Cani autistici per il vaccino”, il veterinario: “Nessuna scusa, non ci … – La Stampa

    “Cani autistici per il vaccino”, il veterinario: “Nessuna scusa, non ci … – La Stampa

    Dai bambini ai pet. Le paure sui vaccini superano i confini fra le specie e contagiano anche il mondo animale. Dopo anni spesi dalla comunità scientifica per spiegare all’opinione pubblica che non esistono prove di un legame fra iniezioni-scudo e autismo negli esseri umani, ora il focus si sposta sugli amici a quattro zampe: sembra infatti che anche fra i proprietari di pet esista una comunità no-vax convinta che i vaccini provochino un presunto ’autismo canino’. E nel Regno Unito si riaccende la polemica. Nell’occhio del ciclone la trasmissione “Good Morning Britain”, accusata di mettere a rischio la salute di bambini e animali domestici dopo che è emerso che stava progettando di dedicare uno spazio appunto al tema vaccini animali e autismo canino. 

    Tutto nasce da un tweet nel quale lo show annuncia di essere in cerca di proprietari che non hanno immunizzato i pet perché “preoccupati dagli effetti collaterali”, ma anche di “persone che hanno vaccinato il proprio animale domestico e ora credono che abbia sviluppato una forma di autismo canino come conseguenza”. Immediata la reazione della National Autistic Society (Nas) che, secondo quanto riporta l’’Independent’ online, ha dichiarato di avere contattato direttamente la trasmissione esprimendo preoccupazione per il fatto che venisse riportata sotto i riflettori una tesi – ribadisce la charity – completamente screditata per gli esseri umani. Tesi enunciata dal medico britannico, oggi radiato, Andrew Wakefield, in uno studio successivamente ritrattato dalla rivista che lo ha pubblicato (The Lancet) e al centro di uno scandalo svelato dalla stampa Gb ormai 20 anni fa. 

    «Non esiste alcun legame tra autismo e vaccini – ha sottolineato Jane Harris della Nas – E nonostante le ricerche dimostrino tutto questo, i miti dannosi sull’autismo persistono in alcuni ambienti, e devono essere messi in discussione. Siamo rimasti molto delusi nel sentire che un’emittente mainstream avrebbe preso in considerazione l’idea di portare il tema dell’autismo in una storia sulle vaccinazioni in questo modo». 

    La trasmissione, tramite un suo portavoce, si difende: “Good Morning Britain affronta dibattiti quotidiani su una varietà di storie e notizie di attualità”. La puntata al centro delle polemiche “prevede un dibattito sulle vaccinazioni degli animali domestici in relazione a dati recenti che mostrano un calo del numero di pet immunizzati” e si darà spazio sia “alle posizioni a favore che a quelle contrarie”. 

    Ma quanto è diffuso il fenomeno dei ’no vax dei quattrozampe’? La British Veterinary Association dice di essere a conoscenza di una crescente comunità anti-vax fra i proprietari di pet negli Stati Uniti. Persone “preoccupate che le vaccinazioni possano portare i loro cani a sviluppare comportamenti simili all’autismo”. Ma “attualmente – chiarisce il senior vice president della società scientifica, Gudrun Ravetz – non ci sono evidenze scientifiche che provino l’autismo nei cani o un legame tra vaccinazione e autismo”. E come è successo per i bambini, “l’allarmismo può portare a una perdita di fiducia del pubblico nelle vaccinazioni e a reazioni istintive che a loro volta possono portare a epidemie”, alla diffusione di malattie potenzialmente letali, come ad esempio il cimurro dei cani, che sono state significativamente ridotte e controllate con i vaccini. 

    Commentando il post della trasmissione britannica, Alexandra Forshaw, 44 anni, si dice “profondamente offesa come persona autistica” ed evidenzia anche il fatto che tutto questo succeda ad aprile, mese di sensibilizzazione sulla malattia. “In un singolo tweet – evidenzia Forshaw, che lavora come sviluppatrice di software ed è nel board di Autistic Inclusive Meets – sono riusciti a perpetuare il mito di un legame tra autismo e vaccinazione e il mito che l’autismo sia qualcosa che può essere contratto. Ma anche più del danno che questo fa alla salute pubblica, il confronto tra persone autistiche e cani da compagnia male addestrati è immensamente offensivo”. 

    Il veterinario: «Nessun rischio per gli animali»  

    Chi non vuole vaccinare il proprio animale da compagnia per paura di fantomatici rischi per la sua salute, tema che la trasmissione inglese “Good Morning Britain” avrebbe voluto affrontare, ma «presente anche fra gli italiani», non ha scuse. «A prescindere dal fatto che anche per l’uomo è stato escluso qualsiasi legame fra vaccinazioni e autismo, in un cane o in un gatto sarebbe peraltro quasi impossibile diagnosticare un disturbo del genere, e gli studi comunque ci dicono che non ci sono pericoli di malattie neurologiche a seguito di immunizzazione» per i `pet´, tranquillizza Marco Melosi, presidente dell’Associazione italiana medici veterinari (Anmvi). 

    «Di recente – dice Melosi all’AdnKronos Salute – sono state riviste le linee guida sugli schemi vaccinali per gli animali da compagnia, ovviamente sulla base di una serie di studi sulla persistenza della risposta immunitaria, che si è notato durare a lungo. Quindi, se prima la maggior parte dei vaccini si faceva ogni anno, oggi per molti prodotti l’indicazione è passata a un richiamo ogni 3 anni. Non si parla dunque di un impegno di tempo e costi così alto». 

    Inoltre «alcune vaccinazioni vengono considerate obbligatorie, altre meno, e da fare in relazione alle attività dell’animale, come l’antirabbica. Un vaccino costa attorno ai 30-50 euro ed è sempre accompagnato da una visita generale di controllo in cui il veterinario accerta le condizioni di salute dell’animale. Le modifiche sono avvenute non certo perché legate a un rischio, ma al fatto che la sovravaccinazione non è necessaria se la risposta permane per più tempo di quanto si pensasse».  

    Nonostante questo, evidenzia il presidente Anmvi, «nel nostro Paese siamo ben lontani dal raggiungere quella `immunità di gregge´ auspicabile come per gli esseri umani. Ci sono `buchi´ importanti e sono tornate malattie un tempo considerate scomparse come il cimurro (soprattutto con le `staffette´ di cani adottati al Sud che viaggiano verso il Nord verso le loro nuove famiglie) e la gastroenterite virale, o per i gatti la leucemia felina».  

    «Ma – ribadisce l’esperto – occorre comprendere che non è necessario vaccinare tutti gli anni, per tutte le malattie: l’immunizzazione deve rientrare in un progetto di prevenzione generale, per cui ci si reca regolarmente dal veterinario e, nell’ambito della visita, lui valuterà se e quali richiami effettuare, dopo aver appunto accertato le condizioni di salute dell’animale. Purtroppo questo messaggio stenta a passare, perché si tratta pur sempre di portare un cane sano dal `medico´. Ma come Anmvi stiamo lavorando affinché gli italiani acquistino consapevolezza sull’importanza di questo tipo di prevenzione», conclude Melosi. 

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