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  • Aviaria a bassa patogenicità: virus H5 in azienda correlata

    Venerdì, 20 Novembre 2015 16:35

    polliallevamentoConfermata la sieropositività (sottotipo H5) su campioni di un’azienda correlata epidemiologicamente al focolaio LPAI H5N2  di Ravenna.
    L’azienda in questione si trova a Lagosanto, Provincia di Ferrara. Nell’azienda non sono stati registrati casi clinici di malattia.

    In conformità a quanto prescritto dalla normativa vigente (d.lgs n. 9/2010 di attuazione della Direttiva 2005/94/CE) il Ministero della Salute informa che i Servizi veterinari competenti per territorio hanno provveduto al sequestro dell’allevamento con blocco delle movimentazioni in entrata e uscita dall’azienda, all’abbattimento dei capi (circa 460 animali) e sono in corso le operazioni di pulizia e disinfezione.

    E’ stata istituita una zona di restrizione di 1 km di raggio dall’azienda.

    pdfComunicazione_al_territorio_LPAI_Lagosanto_Provincia_di_Ferrara_2015.pdf145.54 KB

    Focolaio LPAI a Ravenna, le misure dei Servizi Veterinari

  • Spara al gatto “per necessità”: assolto allevatore avicolo

    Venerdì, 20 Novembre 2015 16:26

    trib cremona“La condotta dell’uomo è stata determinata dalla necessità di evitare che tale danno si aggravasse”. Assoluzione al Tribunale di Cremona.
    Ha ucciso “per necessità”. Da qui l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di uccisione di animali di un allevatore di tacchini che ha imbracciato il fucile da caccia e sparato al gatto che, a sua volta, nel capannone aveva già fatto fuori 900 dei suoi 10mila tacchini, causandogli un danno di 11mila euro.

    Il fatto risale al 3 ottobre del 2009, quando una pattuglia della polizia provinciale, passando davanti all’allevamento, notò che l’allevatore stava sparando con un fucile da caccia verso la vegetazione. Subito dopo, la pattuglia vide chel’uomo aveva colpito il gatto. E venne denunciato. Cacciatore, una collaborazione lunga quindici anni con la Provincia di Cremona all’interno del piano di controllo della volpe, al giudice Francesco Beraglia l’allevatore, documentazione alla mano, ha raccontato di essersi recato, quel giorno, nel capannone. L’allevatore ha spiegato che “purtroppo, questo comportamento determina la morte di animali o per soffocamento o perché risulta necessario abbatterli in seguito alle lesioni riportate. Mentre rimuovevo le carcasse, ho notato che il gatto tentava nuovamente di entrare nel recinto e dopo aver tentato inutilmente di cacciarlo, ho preso il fucile”. Un colpo solo, si è giustificato l’allevatore. In quel momento arrivò la polizia provinciale.

    Il giudice del Tribunale di Cremona non ha ritenuto che l’allevatore non volesse colpire il gatto, ma solo spaventarlo. Lo ha però assolto, perché presupposto del reato è che l’uccisione di animali sia cagionata senza necessità. Nel caso dell’allevatore “è indiscutibile e dimostrato – osserva il giudice – che la presenza del gatto all’interno dell’allevamento di tacchini aveva già cagionato all’imputato un consistentissimo danno economico e che la condotta dell’allevatore è stata determinata dalla necessità di evitare che tale danno si aggravasse a causa della morte di un numero indeterminato di altri volatili, non potendo egli presidiare il capannone giorno e notte”.

    “Orbene, ha scritto il giudice nella motivazione della sentenza- la Cassazione ha più volte evidenziato come nella nozione di “necessità” ch eesclude la configurabilità del delitto in questione rientra ogni altra situazione che induca all’uccisione dell’animale per evitare un pericolo imminente o per evitare l’aggravamentodi un danno alla persona o ai beni ritenuto altrimenti inevitabile”. Nel caso dell’allevatore ” è indiscutibile e dimostrato che la presenza del gatto all’interno dell’allevamento di tacchini aveva già cagionato all’imputato un consistentissimo danno economico e che la condotta dell’allevatore è stata determinata dalla necessità di evitare che tale danno si aggravasse a causa della morte di un numero indeterminato di altri volatili, non potendo egli presidiare il capannone giorno e notte” (fonte)

  • CAM: Complementary and Integrative Medicine all’Izs di Arezzo

    Venerdì, 20 Novembre 2015 16:00

    homeopathy stockexhngSanità, benessere animale e medicina integrata nelle cure e nella prevenzione in veterinaria, sono i temi del protocollo d’intesa tra Izs Lazio e Toscana e la Scuola di Cortona.
    Il protocollo è stato ufficialmente presentato alla stampa il 18 novembre nella sala dei Grandi della Provincia di Arezzo, alla presenza di rappresentanti della Regione Toscana.

    L’Istituto e la Scuola internazionale di Omeopatia Veterinaria di Cortona “Rita Zanchi”- si dice nel documento- affermano il proprio interesse a integrare i rapporti di collaborazione nello svolgimento di attività didattico formative, da effettuare in ambito nazionale, comunitario ed internazionale.Un altro importante ambito è quello della collaborazione scientifica e di ricerca, in particolare per la sperimentazione sul campo di modelli sanitari “alternativi” e complementari. Sistemi che consentano il miglioramento della gestione degli allevamenti con performance produttive di qualità, assenza o drastica riduzione dell’utilizzo di molecole che possono comportare la presenza o l’eliminazione di residui e conformità ai principi e norme per la tutela del benessere animale”.

    Il protocollo è stato firmato a luglio di quest’anno dal  Direttore Generale dello Zooprofilattico Remo Rosati e dal Presidente della scuola di Omeopatia Veterinaria, Nazareno Renzo Brizioli. In base al protocollo la Scuola di omeopatia di Cortona troverà una nuova sede presso il Centro di Medicina Integrata della Sezione di Arezzo dello Zooprofilattico. E’ infatti pronto il progetto di ristrutturazione per la nascita di un centro interdisciplinare polivalente che ospiterà scambi formativi internazionali aperti ai professionisti del settore, agli studenti, alle scuole, ai tecnici.

    Remo Rosati ha dichiarato che “l’Omeopatia funziona bene applicata sugli animali. Curare gli animali con l’omeopatia, anche integrata alla medicina classica, è un metodo sempre più diffuso negli Stati Uniti e in Europa; anche in Italia la pratica si è cominciata a diffondersi”. A dicembre partirà un percorso formativo triennali che rilascerà “un Diploma ufficiale a valenza Nazionale, necessario per l’iscrizione in elenchi dei professionisti esercenti le CAM (Complementary and Alternative Medicine) presso gli Ordini Professionali Provinciali”.

    Dario Deni, responsabile della Sezione di Arezzo ha illustrato l’attività del Centro di Medicina Integrata attivo dal 2007 nella sezione di Arezzo dello zooprofilattico. I numerosi progetti di ricerca e le prove cliniche di efficacia svolte nelle principali specie zootecniche, hanno permesso di confermare la validità terapeutica delle CAM (Complementary and Integrative Medicine).
    In particolare, i risultati positivi ottenuti nel settore apistico, nell’allevamento cunicolo, ovi-caprino, bovino e suino, hanno confermato che il corretto utilizzo della Medicina Integrata consente di ridurre i trattamenti farmacologici (antibiotici, antinfiammatori, antiparassitari), con un notevole miglioramento della salubrità degli alimenti ed il rispetto dell’ambiente. (fonte)
    Legge Regionale Esercizio delle Medicine complementari da parte dei medici e odontoiatri, dei medici veterinari

  • OIE: Veterinari come soluzione. Disaccoppiamento è rischioso

    Venerdì, 20 Novembre 2015 15:14

    anestesistaIn occasione della prima settimana della Antibiotic Awareness, l’OIE mette in guardia dai rischi su scala mondiale nel campo della sanità animale.

    Sono quattro i messaggi-chiave dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) diffusi in occasione della World Antibiotic Awareness week (16-22 novembre 2015)

    1. Gli antibiotici sono essenziali per tutelare la salute umana e animale e il benessere degli animali, e contribuire alla lotta contro la fame nel mondo.
    2. Il loro uso eccessivo o improprio può causare la comparsa di batteri resistenti. Questo fenomeno mette seriamente in pericolo il controllo delle malattie in tutto il mondo.
    3. Garantendo un uso responsabile e prudente di questi farmaci preziosi attraverso l’attuazione delle norme intergovernative OIE, possiamo insieme continuare a preservare la loro efficacia, attraverso azioni coordinate tra i settori della sanità pubblica, della sanità animale e dell’ambiente.
    4. I veterinari sono parte della soluzione.

    Su questo tema è nata un’alleanza formale tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) che ha dato vita alla Settimana mondiale sull’antibiotico-resistenza, organizzata dall’OMS. La settimana si celebra per la prima volta quest’anno sulla scia della tradizionale giornata europea degli antibiotici che si tiene ogni anno il 18 novembre.

    Analisi della situazione veterinaria mondiale- L’OIE ha valutato la qualità dei sistemi nazionali di polizia sanitaria, tra cui Servizi Veterinari, in più di 130 paesi. E’ emerso che più di 110 paesi – soprattutto in via di sviluppo ed emergenti – non hanno ancora una legislazione pertinente e dove esiste non è correttamente applicata. In questi paesi, gli antimicrobici sono generalmente disponibili gratuitamente a chiunque, direttamente o indirettamente, senza restrizioni. Peggio ancora, circolano come merci normali e spesso sono adulterati (dosaggio inferiore a quello indicato sulla confezione, molecola di diverso o completa placebo). Migliaia di tonnellate di antimicrobici adulterate destinati ad essere utilizzati su animali stanno circolando in tutto il mondo (e lo stesso vale per gli antimicrobici per uso umano).

    Abusi da parte di non medici veterinari- Purtroppo, l’uso degli antimicrobici negli animali da personale non qualificato non si limita ai paesi in via di sviluppo ed emergenti. In un numero significativo di paesi della Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) è facile ottenere antimicrobici, in particolare via Internet, e molti agricoltori lo fanno. Purtroppo, la globalizzazione del commercio alimentare, insieme con il turismo rappresentano una sfida per le misure di prevenzione attuate a livello locale.
    Fra le soluzioni, l’OIE raccomanda l’adozione di uno standard di intervento degli Ordini veterinari nazionali autorizzato dalla legge e su delega dello Stato, munito dei poteri necessari per sorvegliare le qualifiche, gli standard etici, l’eccellenza professionale, nonché di espellere chiunque il cui comportamento è scorretto.

    Disaccoppiamento è più rischioso– Alcuni paesi hanno disaccoppiato (cosiddetto decoupling) la prescrizione dalla consegna di alcuni farmaci veterinari, tra cui gli antimicrobici. Ciò può porre problemi logistici di risposta alle malattie, soprattutto a livello di azienda, e può facilitare le pratiche illegali (auto-fornitura diretta e incontrollata e l’intervento di soggetti incompetenti e senza scrupoli, soprattutto via internet). I rischi associati alle pratiche illegali possono avere conseguenze molto più gravi di eventuali irregolarità nella prescrizione di farmaci o nella consegna da parte di veterinari, azioni che sono molto più facili da controllare e prevenire. Diversi paesi che hanno attuato il disaccoppiamento hanno visto un aumento del consumo generale di antimicrobici. L’OIE fa notare che il consumo umano di antimicrobici continua a crescere, nonostante il fatto che il disaccoppiamento della prescrizione farmaci e la consegna è diffusa in medicina umana.

    Approfondimenti al sito OIE

    Risks associated with the use of antimicrobials in animals worldwide

  • Controllo carni, autorizzato in Sardegna il primo PIF

    Venerdì, 20 Novembre 2015 14:45

    PORTO di CAGLIARILa Sardegna avrà il suo primo Posto di Ispezione Frontaliero (Pif) per i controlli sulle carni provenienti dai Paesi fuori dall’Ue.

    La comunicazione è arrivata dal Ministero della Salute, con una nota del Direttore generale, Silvio Borrello, nella quale si conferma “l’esito favorevole dell’audit condotto dal Food Veterinary Office della Commissione europea (FVO)”. Il Pif, con sede al porto di Cagliari, avrà valenza regionale e si occuperà dei controlli sull’importazione di prodotti di origine animale destinati al consumo da parte dell’uomo e dei prodotti di origine animale non destinati a consumo umano, imballati e non. Il Posto di ispezione di Cagliari fa parte della rete italiana e comunitaria, a garanzia della sicurezza alimentare e delle produzioni zootecniche, in particolare di quelle della nostra Regione.

    “E’ un risultato importantissimo” afferma l’assessore della Sanità, Luigi Arru “atteso da anni dalla Regione e dalle associazioni degli allevatori. Il Punto frontaliero sarà utile per proseguire nell’azione di verifica e tracciabilità dei prodotti che arrivano sulle tavole dei sardi e nella difesa delle produzioni locali”.

    La procedura autorizzativa era stata avviata a marzo dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. A sollevare la questione era stato il parlamentare Roberto Capelli che in una interrogazione parlamentare sosteneva l’esigenza di istituire un PIF in quanto “molte merci provenienti dall’estero sono introdotte in Sardegna senza nessuna necessaria autorizzazione e senza che vengano svolti i previsti controlli sanitari”.

    I PIF (Posti di Ispezione Frontaliera) sono uffici periferici del Ministero della Salute e fanno parte integrante di una rete di PIF dell’Unione Europea (UE). Essi sono autorizzati dalla Commissione europea ad effettuare controlli veterinari su animali vivi e prodotti di origine animale provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato comunitario o al transito verso altri Paesi terzi.

  • Liberi di essere selvatici:12 fotografi un solo obiettivo.

    Dodici grandi fotografi, un solo obiettivo: la salvaguardia della fauna selvatica. Questo il filo conduttore del calendario LAV 2016 “Liberi di essere selvatici”, presentato in anteprima in questi giorni dalla LAV, che ritrae diversi animali nella loro bellezza selvatica, liberi di non vedersi sottratto il loro spazio vitale, liberi di esplorare, di riprodursi e accudire i propri piccoli, di nutrirsi, di vivere in un ambiente non ostile, senza pericoli “artificiali”.

    Il calendario “Liberi di essere selvatici” è stato curato dal fotografo naturalista Simone Sbaraglia, che ha raccolto l’adesione di dodici tra i più affermati fotografi in campo naturalista e – per la prima volta insieme – hanno donato all’Associazione istanti di bellezza della vita in libertà, per condividere con tutti, ogni giorno dell’anno, questo importante messaggio di rispetto della natura.

    ORDINALO ORA

  • “Chiedi al tuo farmacista”, l’Ordine di Pavia fa ritirare il catalogo

    Venerdì, 20 Novembre 2015 12:22

    Stop hand nuvola.svgIl nuovo catalogo sarà corretto con il riferimento al Medico Veterinario. E’ l’impegno assunto dalla SPEM, società che cura la distribuzione di specialità medicinali e parafarmaceutici.
    L’impegno assunto dalla ditta è il risultato dell’azione dell’Ordine dei Medici Veterinari di Pavia che aveva contestato  una frase contenuta nella guida-catalogo dei prodotti in vendita: “Chiedi sempre al tuo farmacista: saprà consigliarti e guidarti nelle scelte dei prodotti migliori anche per i tuoi amici a 4 zampe!”.

    Ad avviso dell’Ordine, il rimando alla figura professionale del Farmacista, in luogo del Medico Veterinario, costituisce un messaggio promozionale scorretto, teso ad indurre gli acquirenti dei prodotti per animali domestici a rivolgersi a soggetti non competenti per dare consigli per la cura dei loro animali. Attività che invece doveva essere riferita, necessariamente ed in modo esclusivo, al medico veterinario. Il portale fnovi.it – dandone notizia– aggiunge che l’Ordine si era spinto fino a paventare che la pubblicità del rilascio di consulenze sulla salute degli animali realizzate dai farmacisti può integrare il reato di esercizio abusivo della professione ai sensi dell’art. 348 del codice penale.

    Alla richiesta dell’Ordine di Pavia di cessare la pubblicità ingannevole ha fatto seguito il riscontro della SPEM. Riferisce fnovi.it che la Società -pur ritenendo innocue e in buona fede le espressioni contestate- ha informato di aver ritirato la guida divulgativa dei prodotti veterinari (farmaci e mangimi) e che per il futuro i messaggi alla clientela recheranno l’indicazione di chiedere sempre consiglio al medico veterinario.

    L’iniziativa della SPEM si inseriva nel progetto commerciale Valore Salute che riunisce un gruppo di Farmacie presenti su tutto il territorio nazionale.

  • USA: stop a ricerca su scimpanzé al National Institutes Of Health

    Il National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti chiude definitivamente i battenti alla ricerca sugli scimpanzé.

    Già due anni fa 310 primati erano stati dismessi, ma l’agenzia aveva mantenuto 50 scimmie, che potevano essere usate solo nei casi di emergenze per la salute pubblica e per ricerche volte alla protezione di questa specie. Adesso, anche questi ultimi esemplari verranno rilasciati.

    La dichiarazione del direttore del NIH, Francis Collins, è molto chiara: ”abbiamo raggiunto un punto in cui la necessità di fare ricerca su questi animali si è essenzialmente ridotta a zero”.

    Questo risultato è stato possibile grazie alle proteste animaliste e al ruolo decisivo che hanno le Istituzioni. I movimenti per la tutela degli animali, infatti, si sono scagliati senza sosta  contro l’NIH, quando questo ente aveva autorizzato un laboratorio texano, a utilizzare un gruppo di anziani scimpanzé del New Mexico per condurre alcune ricerche. Successivamente, alcuni senatori hanno chiesto all’Institute of Medicine di esprimersi sulla questione, e la commissione incaricata ha dichiarato gli scimpanzé non necessari per gli studi sul cancro, l’HIV/AIDS o altri mali (con le sole eccezioni, purtroppo, di investigazioni per l’epatite C e alcuni anticorpi). Una vittoria importante, oltreoceano, che crea un precedente e che dimostra, ancora una volta, come etica, coscienza animalista e impegno politico debbano essere portati avanti insieme, dalla società civile, per il bene di tutti.

    Purtroppo l’utilizzo di questi “cugini” viene giustificato per ricerche di vaccini e investigazioni neurologiche, per le quali, come per tutta la sperimentazione sugli animali, non esiste alcuna attendibilità scientifica, ma solo biechi interessi economici.

    La LAV ha ottenuto il divieto nazionale di ricorrere alle scimmie antropomorfe – come scimpanzè, gorilla, bonobo, orangutan –  per la vivisezione, ma i primati e tutte le altre specie sono ancora usate  a milioni, e continueremo a fare di tutto per fermare questa pratica immorale e inutile!

    Michela Kuan
    Responsabile Settore Vivisezione

  • Piantatela di spaventare i gatti con i cetrioli – Wired.it

    Piantatela di spaventare i gatti con i cetrioli – Wired.it

    Sì, fa ridere vedere la loro reazione. Ma li state spaventando in un momento delicato, il pasto, facendo credere loro di essere attaccati da un serpente

    Vi sarà capitato di vedere in queste settimane, molti video di gatti terrorizzati da cetrioli. Purtroppo però, se amate gli animali, non c’è nulla su cui scherzare. Non siamo noi a dirlo, ma studiosi e comportamentisti animali come John Bradshaw, esperto dell’Università di Bristol.

    La reazione dei felini di fronte ai cetrioli è facilmente spiegabile: si tratta di una risposta naturale, dovuta al fatto che non sono normalmente abituati a vedere cetrioli sul pavimento. “È possibile che questi oggetti verdi, che invadono il loro territorio, siano associati a pericolosi serpenti“, ha spiegato Bradshaw in un’intervista rilasciata a National Geographic.

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    Gli ortaggi vengono posti a tradimento alle spalle dei gatti in un momento delicato, quello del pranzo, ovvero una circostanza in cui l’animale si sente protetto e al sicuro. Il fatto che non tutti i gatti abbiano la stessa reazione, è dovuta al carattere dell’animale: come per gli uomini, alcuni sono più sensibili e suscettibili di altri.

    Provare con il vostro gatto a casa, significherebbe soltanto esporlo a uno stress inutile. Basta cetrioli: ci sono tanti altri modi per creare contenuti divertenti con i vostri gatti. Vi servono spunti? Seguite la pagina Facebook Wired Zoo.

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  • Attentati di Parigi, il cane Diesel vittima di un odio insensato – Il Secolo XIX

    Attentati di Parigi, il cane Diesel vittima di un odio insensato – Il Secolo XIX

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    Genova – L’alleanza tra Uomo e Cane risale a migliaia di anni fa, quando entrambi trovarono conveniente una simbiosi che ha arricchito immensamente entrambe le specie. L’uno trovò utile avere un compagno che fosse di vigilanza ai propri cari e ai beni più importanti: la casa e gli armenti. L’altro trovò modo di godere di cibo sicuro, senza dovere ingaggiare continue lotte con prede anche micidiali, di un rifugio caldo, di carezze e – non ultimo – di protezione per i propri cuccioli prima che potessero darsela da soli. Mi piace pensare – come viene narrato nelle prima pagine della saga fantasy “Il Trono di Spade” – che sia stato nella preistoria un cucciolo d’uomo a raccogliere cuccioli di una lupa (magari uccisa dagli stessi umani) per crescerli, farseli compagni di gioco e fedeli amici nella lotta per la sopravvivenza, tanto che ebbe inizio questa alleanza. È così è tuttora, nel terzo millennio dopo Cristo: gli umani tengono con loro cani delle più svariate razze per le più disparate esigenze, spesso soltanto appagati della loro compagnia. Diesel invece era un cane lavoratore, un cane poliziotto. Per sette lunghi anni si era “guadagnato il pane”, anche se – ne son certo – aveva anche avuto la fortuna di avere un “padrone poliziotto” che, se anche lo aveva severamente addestrato, non aveva neppur mancato di dargli affetto, carezze, sicurezza. E alla fine Diesel, svolgendo il suo lavoro, è stato vittima di un odio insensato, come lo sono stati e lo saranno altri suoi compagni di lavoro, poliziotti o soldati, come pure altri comuni cittadini, senza distinzione di religione.

    Quando nel blitz di Saint-Denis è stato dato ordine a Diesel di entrare per primo , per tutelare le vite degli umani che lo avevano addestrato e rifocillato tante volte, lui non ha esitato. Era abituato a fidarsi di quell’amico uomo che con decisione gli aveva “insegnato il mestiere” e con cui mai era andata storta, prima di quella mattina di novembre. Non poteva avere paura. Un cane poliziotto non ha paura perché sa che così si deve fare, dare retta all’umano che gli sta accanto, perché così facendo è sempre andata bene. E invece Diesel è morto, proprio vicino al suo compagno di lavoro, così dicono i giornali. Chiunque abbia avuto un cane con il quale sia stato instaurato in anni un vero rapporto di amicizia e fedeltà sa benissimo quanta ricchezza e quante altre cose possono esprimere i suoi occhi. Penso che gli occhi di Diesel siano stati tanto tristi in quei momenti, ma anche riconoscenti per quelle ultime carezze e per quello che era stato e non sarebbe stato più. Già prima era accaduto a marzo scorso durante l’attentato al Museo del Bardo a Tunisi a un giovane cane poliziotto di neppure due anni dal nome musulmano, Akil. Diciamo grazie a questi compagni fedeli nella speranza che questa comunanza di destini ci insegni qualcosa.

    l’autore è un magistrato

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