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  • Glossario di Cani da penna – Lettera P – BigHunter

    Glossario di Cani da penna – Lettera P – BigHunter

    Dal “Dizionario della Lingua italiana di Caccia” di Plinio Farini e A. Ascari, Garzanti 1941.

    Riproposto da Edoardo Mori.

    Postare
    Indicare e dimostrare col segno mimico della punta e più esattamente della ferma, il luogo dove sta nascosto l’animale.

    Prender vento
    il cambiar direzione della cerca come fa il cane, quando si accorge di non avere il vento favorevole a sentir l’odore con certezza. E dicesi anche, e forse meglio, Prendere il vento,

    Punta
    il sostare o rallentare da la cerca che fa il cane puntando il capo e il naso verso al luogo, donde gli proviene o crede provenirgli il sentore di animali cercati. N.B. La punta non richiede l’immobilità assoluta e non l’ha. Il cane punta anche camminando e gattonando, come fa seguendo uccelli di pedina.
    Perciò io non approvo la voce guidata,la quale vorrebbe significare il seguire in punta o puntando 1’animale, che gli cammina dinanzi. E ritengo che sia necessario accettare e riconoscere quale criterio fondamentale e distintivo, tra l’atto della punta e l’azione della ferma, 1’immobilità assoluta e l’irrigidimento di tutte le membra con che il cane dà il segno della ferma. Seguendo l’errore fiorentino e toscano di ritenere che punta e ferma sieno lo stesso atto, non si riuscirà mai né ad ammaestrare veramente un cane, né ad intendere i segni cinegetici ch’esso ci dà. Storicamente punta è il nome verbale desunto da puntare (antiq. appuntare) mentre ferma,voce più recente, è l’aggettivo che qualificò punta, e che ora si usa come sostantivo. ‑ § Avanzare in punta o puntando:dicesi dell’avanzare che fa il cane, quando, accorgendosi di essere ancora troppo lontano da l’animale puntato, o non avendolo ancora postato esattamente col naso, gli si avvicina rimanendo sempre puntato. E solo s’irrigidisce nella ferma, quando vuol dar segno al cacciatore d’esser giunto così presso all’animale, che ogni suo passo innanzi od ogni suo movimento potrebbe farlo levare (v. Avanti!). ‑ § Seguire in punta o puntando:differisce dal md. precedente in questo che il cane segue in punta solo l’animale, che aveva già fermato prima, e che gli cammina dinanzi; e lo segue tante volte, quante l’animale si muove; e tante volte lo ferma,quante questo s’arresta.
    ‑ § Reggere la punta: v. Uccello.

    Puntare
    l’atto istintivo del cane, il quale sentendosi con l’olfatto presso la selvaggina cercata, sosta, studiandosi di postarla in modo esatto col naso (ed anche con l’occhio) oppure che, se la crede ancora lontana, avanza cauto per fermarsi poi in posizione di assalto, quando si tien certo d’esserle così vicino da potersene impadronire con uno slancio di sorpresa. ‑ § Seguire puntando:1’atto del cane che, fermato un animale, e accorgendosi che gli si move davanti allontanandosi, lo segue rimanendo puntato, per rifermarlo quando 1’animale sosti decisamente. Il puntare è uno dei segni mimici cinegetici dati dal cane. Differisce dal segno della ferma, in quanto questo non richiede la immobilità assoluta e l’irrigidimento di tutte le membra e della coda. Il cane, che è solo puntato, move gli occhi, il capo, può seguire l’uccello o l’animale che gira, sempre in questa posizione e anche movere leggermente la coda. Il cane in ferma è del tutto marmoreo, e tale non rimane solo in tre casi: o per avanzare puntando, se l’uccello pedina, o per spostarsi da la ferma, se è tanto cognito della caccia da intendere che l’uccello gli si sottrae dal vento o per aggirare l’uccello. (V. questa voce).

  • Glossario di Cani da penna – Lettera P – BigHunter

    Glossario di Cani da penna – Lettera P – BigHunter

    Dal “Dizionario della Lingua italiana di Caccia” di Plinio Farini e A. Ascari, Garzanti 1941.

    Riproposto da Edoardo Mori.

    Postare
    Indicare e dimostrare col segno mimico della punta e più esattamente della ferma, il luogo dove sta nascosto l’animale.

    Prender vento
    il cambiar direzione della cerca come fa il cane, quando si accorge di non avere il vento favorevole a sentir l’odore con certezza. E dicesi anche, e forse meglio, Prendere il vento,

    Punta
    il sostare o rallentare da la cerca che fa il cane puntando il capo e il naso verso al luogo, donde gli proviene o crede provenirgli il sentore di animali cercati. N.B. La punta non richiede l’immobilità assoluta e non l’ha. Il cane punta anche camminando e gattonando, come fa seguendo uccelli di pedina.
    Perciò io non approvo la voce guidata,la quale vorrebbe significare il seguire in punta o puntando 1’animale, che gli cammina dinanzi. E ritengo che sia necessario accettare e riconoscere quale criterio fondamentale e distintivo, tra l’atto della punta e l’azione della ferma, 1’immobilità assoluta e l’irrigidimento di tutte le membra con che il cane dà il segno della ferma. Seguendo l’errore fiorentino e toscano di ritenere che punta e ferma sieno lo stesso atto, non si riuscirà mai né ad ammaestrare veramente un cane, né ad intendere i segni cinegetici ch’esso ci dà. Storicamente punta è il nome verbale desunto da puntare (antiq. appuntare) mentre ferma,voce più recente, è l’aggettivo che qualificò punta, e che ora si usa come sostantivo. ‑ § Avanzare in punta o puntando:dicesi dell’avanzare che fa il cane, quando, accorgendosi di essere ancora troppo lontano da l’animale puntato, o non avendolo ancora postato esattamente col naso, gli si avvicina rimanendo sempre puntato. E solo s’irrigidisce nella ferma, quando vuol dar segno al cacciatore d’esser giunto così presso all’animale, che ogni suo passo innanzi od ogni suo movimento potrebbe farlo levare (v. Avanti!). ‑ § Seguire in punta o puntando:differisce dal md. precedente in questo che il cane segue in punta solo l’animale, che aveva già fermato prima, e che gli cammina dinanzi; e lo segue tante volte, quante l’animale si muove; e tante volte lo ferma,quante questo s’arresta.
    ‑ § Reggere la punta: v. Uccello.

    Puntare
    l’atto istintivo del cane, il quale sentendosi con l’olfatto presso la selvaggina cercata, sosta, studiandosi di postarla in modo esatto col naso (ed anche con l’occhio) oppure che, se la crede ancora lontana, avanza cauto per fermarsi poi in posizione di assalto, quando si tien certo d’esserle così vicino da potersene impadronire con uno slancio di sorpresa. ‑ § Seguire puntando:1’atto del cane che, fermato un animale, e accorgendosi che gli si move davanti allontanandosi, lo segue rimanendo puntato, per rifermarlo quando 1’animale sosti decisamente. Il puntare è uno dei segni mimici cinegetici dati dal cane. Differisce dal segno della ferma, in quanto questo non richiede la immobilità assoluta e l’irrigidimento di tutte le membra e della coda. Il cane, che è solo puntato, move gli occhi, il capo, può seguire l’uccello o l’animale che gira, sempre in questa posizione e anche movere leggermente la coda. Il cane in ferma è del tutto marmoreo, e tale non rimane solo in tre casi: o per avanzare puntando, se l’uccello pedina, o per spostarsi da la ferma, se è tanto cognito della caccia da intendere che l’uccello gli si sottrae dal vento o per aggirare l’uccello. (V. questa voce).

  • Glossario di Cani da penna – Lettera P – BigHunter

    Glossario di Cani da penna – Lettera P – BigHunter

    Dal “Dizionario della Lingua italiana di Caccia” di Plinio Farini e A. Ascari, Garzanti 1941.

    Riproposto da Edoardo Mori.

    Postare
    Indicare e dimostrare col segno mimico della punta e più esattamente della ferma, il luogo dove sta nascosto l’animale.

    Prender vento
    il cambiar direzione della cerca come fa il cane, quando si accorge di non avere il vento favorevole a sentir l’odore con certezza. E dicesi anche, e forse meglio, Prendere il vento,

    Punta
    il sostare o rallentare da la cerca che fa il cane puntando il capo e il naso verso al luogo, donde gli proviene o crede provenirgli il sentore di animali cercati. N.B. La punta non richiede l’immobilità assoluta e non l’ha. Il cane punta anche camminando e gattonando, come fa seguendo uccelli di pedina.
    Perciò io non approvo la voce guidata,la quale vorrebbe significare il seguire in punta o puntando 1’animale, che gli cammina dinanzi. E ritengo che sia necessario accettare e riconoscere quale criterio fondamentale e distintivo, tra l’atto della punta e l’azione della ferma, 1’immobilità assoluta e l’irrigidimento di tutte le membra con che il cane dà il segno della ferma. Seguendo l’errore fiorentino e toscano di ritenere che punta e ferma sieno lo stesso atto, non si riuscirà mai né ad ammaestrare veramente un cane, né ad intendere i segni cinegetici ch’esso ci dà. Storicamente punta è il nome verbale desunto da puntare (antiq. appuntare) mentre ferma,voce più recente, è l’aggettivo che qualificò punta, e che ora si usa come sostantivo. ‑ § Avanzare in punta o puntando:dicesi dell’avanzare che fa il cane, quando, accorgendosi di essere ancora troppo lontano da l’animale puntato, o non avendolo ancora postato esattamente col naso, gli si avvicina rimanendo sempre puntato. E solo s’irrigidisce nella ferma, quando vuol dar segno al cacciatore d’esser giunto così presso all’animale, che ogni suo passo innanzi od ogni suo movimento potrebbe farlo levare (v. Avanti!). ‑ § Seguire in punta o puntando:differisce dal md. precedente in questo che il cane segue in punta solo l’animale, che aveva già fermato prima, e che gli cammina dinanzi; e lo segue tante volte, quante l’animale si muove; e tante volte lo ferma,quante questo s’arresta.
    ‑ § Reggere la punta: v. Uccello.

    Puntare
    l’atto istintivo del cane, il quale sentendosi con l’olfatto presso la selvaggina cercata, sosta, studiandosi di postarla in modo esatto col naso (ed anche con l’occhio) oppure che, se la crede ancora lontana, avanza cauto per fermarsi poi in posizione di assalto, quando si tien certo d’esserle così vicino da potersene impadronire con uno slancio di sorpresa. ‑ § Seguire puntando:1’atto del cane che, fermato un animale, e accorgendosi che gli si move davanti allontanandosi, lo segue rimanendo puntato, per rifermarlo quando 1’animale sosti decisamente. Il puntare è uno dei segni mimici cinegetici dati dal cane. Differisce dal segno della ferma, in quanto questo non richiede la immobilità assoluta e l’irrigidimento di tutte le membra e della coda. Il cane, che è solo puntato, move gli occhi, il capo, può seguire l’uccello o l’animale che gira, sempre in questa posizione e anche movere leggermente la coda. Il cane in ferma è del tutto marmoreo, e tale non rimane solo in tre casi: o per avanzare puntando, se l’uccello pedina, o per spostarsi da la ferma, se è tanto cognito della caccia da intendere che l’uccello gli si sottrae dal vento o per aggirare l’uccello. (V. questa voce).

  • Legge IVA, in Ddl Stabilità un nuovo scaglione di aliquota

    Venerdì, 04 Dicembre 2015 13:51

    soldi e stetoCon la Legge di Stabilità, come approvata in Senato, viene confermata l’aliquota del 22% e istituita una nuova fascia ridotta al 5 per cento.
    Il comma 545, inserito dal Senato al Ddl Stabilità, conferma l’aliquota ordinaria al 22%. Non sarà dunque applicata dunque la paventata maggiorazione, prevista in caso di mancate compensazioni di gettito e risparmi di spesa pubblica. Lo stesso comma istituisce inoltre una nuova aliquota ridotta dell’IVA, al 5 per cento per le “prestazioni socio-sanitarie ed educative rese da cooperative sociali e loro consorzi”.
    Si tratta in particolare di  prestazioni, comprese quelle di assistenza domiciliare o ambulatoriale o in comunità e simili o ovunque rese, in favore degli anziani ed inabili adulti, di tossicodipendenti e malati di AIDS, degli handicappati psicofisici, dei minori, anche coinvolti in situazioni di disadattamento e di devianza, rese da cooperative e loro consorzi, sia direttamente che in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale.

    Tutte queste prestazioni sono attualmente gravate da aliquota del 4 per cento, pertanto la manovra finanziaria ne aumenta il carico fiscale, dimostrando tuttavia che intervenire sul D.P.R. n. 633 del 1972 è possibile. In particolare, si va a modificare l’articolo 16 (Aliquote dell’imposta) della Legge IVA, introducendo un nuovo scaglione di aliquota inferiore a quella ordinaria/massima (22%) e a quella agevolata del 10%. Resta ferma l’IVA agricola (al 6%).

    Attualmente, la disciplina dell’imposta sul valore aggiunto prevede, accanto all’aliquota normale (pari al 22 per cento) un’aliquota ridotta del 10 per cento (che può essere modificata in aumento o in diminuzione a livello complessivo, cioè per tutti i beni interessati e non per un singolo bene) e un’aliquota “super-ridotta” del 4 per cento (che non può essere modificata in quanto oggetto di deroga specifica al momento della emanazione della prima direttiva IVA) per le operazioni aventi per oggetto i beni e i servizi (per lo più generi alimentari) elencati nella parte II della Tabella A allegata al citato D.P.R. n. 633.

    ——————–
    545. Al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sono apportate le seguenti modifiche:
    a) all’articolo 16, il primo ed il secondo comma sono sostituiti dai seguenti:
    «L’aliquota dell’imposta è stabilita nella misura del ventidue per cento della base imponibile dell’operazione.
    L’aliquota è ridotta al quattro, al cinque e al dieci per cento per le operazioni che hanno per oggetto i beni e i servizi elencati, rispettivamente, nella parte II, nella parte II-bis e nella parte III dell’allegata tabella A, salvo il disposto dell’articolo 34»;
    b) alla tabella A, parte II, il numero 41-bis) è abrogato;
    c) alla tabella A, dopo la parte II è inserita la seguente:
    «Parte II-bis
    BENI E SERVIZI SOGGETTI ALL’ALIQUOTA DEL 5 PER CENTO
    1) Le prestazioni di cui ai numeri 18), 19), 20), 21) e 27-ter) dell’articolo 10, primo comma, rese in favore dei soggetti indicati nello stesso numero 27-ter) da cooperative sociali e loro consorzi in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale».

  • Un quattrozampe a scuola, i cani dell'allevamento di SanPa arrivano … – RiminiToday

    Un quattrozampe a scuola, i cani dell'allevamento di SanPa arrivano … – RiminiToday

    Avere un cane per amico significa instaurare un rapporto fatto di fiducia, responsabilità, cura e amore disinteressato. Valori universali che il nuovo progetto  di prevenzione WeFree “Un cane a scuola”, promosso dalla Comunità San Patrignano nell’ambito dell’iniziativa “Libera la scuola” sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, vuole aiutare a promuovere fra gli studenti. Per la prima volta in Emilia-Romagna, in tre scuole del ravennate, i cani e gli educatori  cinofili di San Patrignano entrano in classe per svolgere attività e far vivere esperienze uniche ai ragazzi insieme ai loro compagni a quattro zampe.

    Annuncio promozionale

    Il progetto è curato da Andrea Tarquini, specialista educatore cinofilo, e da due conduttori cinofili della Comunità insieme a due brillanti “insegnanti” di eccezione: la meticcia Snow e il labrador Chelsea, due splendidi e intelligentissimi cani di Sanpa già attivi in attività di pet-therapy rivolte a bambini, malati e portatori di handicap. Sabato 5 dicembre all’ITAS Perdisa (via dell’Agricoltura 5  a Ravenna) prenderà il via un nuovo ciclo di cinque incontri di “Un cane a scuola”. Le attività sono già in corso con successo alla scuola media Montanari e all’ITC Ginanni di Ravenna, dove le classi coinvolte hanno potuto seguire anche uno spettacolo sul tema della prevenzione delle dipendenze e del disagio giovanile.

    “Il progetto ‘Un cane a scuola’ prende spunto dall’esperienza acquisita in questi anni dal nostro canile e dal progetto di pet therapy ‘Cani di vita’ – spiega Gianni Fornari, responsabile del canile di San Patrignano e consigliere nazionale dell’Associazione professionale nazionale educatori cinofili -. Obiettivo è lavorare su due aspetti complementari della responsabilità:  quella operativa, ovvero devo rispondere delle conseguenze di ciò che faccio o non faccio, e quella di custodia, che significa che da me dipende qualcun altro. Con questo progetto intendiamo trasmettere agli studenti comportamenti positivi: prendersi in carico un compito ben preciso, assumersi una responsabilità di fase all’interno di un lavoro di gruppo, destinare una parte di tempo a una certa attività e verificare il feedback delle proprie azioni”.

  • La tenera amicizia tra un gatto abbandonato e il bambino che lo ha … – greenMe.it

    La tenera amicizia tra un gatto abbandonato e il bambino che lo ha … – greenMe.it

    La tenera storia di un gatto abbandonato e del bambino che lo ha salvato (FOTO) Gli animali sanno davvero essere riconoscenti e grati verso noi esseri umani. Molte vicende lo dimostrano e questa nuova storia è davvero commovente, perché vede protagonista un gatto abbandonato che ha trovato il modo per diventare la gioia della famiglia che lo ha salvato.Larry, un gatto dal pelo rossiccio, era stato abbandonato dal suo padrone per motivi davvero futili. Il micio era entrato nella dispensa e il suo proprietario non ha più voluto tenerlo con sé. Ecco allora che una mamma, di nome Michelle, ha deciso di adottarlo e di portarlo nella propria casa.Qui Larry ha trovato un nuovo amico: Abel, il figlio della signora Michelle. Larry e Abel sono diventati subito inseparabili tanto che Larry sembra davvero la guardia del corpo di Abel. Passa tutto il tempo al suo fianco e fa di tutto per proteggerlo. Michelle in quel momento ha capito che Larry sarebbe rimasto nella loro casa per sempre e che meritava davvero una seconda chance.Quale modo migliore per ringraziare chi ha voluto dargli una seconda opportunità in una nuova casa? Michelle ha raccontato che quando Abel piange Larry arriva subito a consolarlo e a fargli compagnia.E Abel dal canto suo controlla sempre che Larry lo stia seguendo quando si sposta da una stanza all’altra. Secondo Michelle, Larry dimostra un’immensa gratitudine nel sopportare molto più di quanto ci si possa aspettare da un gatto.gatto bambino 1gatto bambino 3gatto bambino 4gatto bambino 5gatto bambino 6gatto bambino 7gatto bambino 8gatto bambino coverQuando Larry è arrivato nella nuova casa, Abel era ancora piccolo e la prima parola del bambino è stata proprio il nome di questo micio davvero tenerissimo. Abel ora sta crescendo, ma lui e Larry non smettono di comportarsi come se fossero degli amici inseparabili. Una dimostrazione in più di quanto i gatti sappiano essere teneri e affettuosi verso chi li ama.Marta AlbèFonte foto: Kitty ArmyLeggi anche:10 DOLCISSIMI MODI IN CUI I GATTI CI DIMOSTRANO IL LORO AFFETTO (VIDEO)FANTASTICI GATTI: I 5 PIÙ COMUNI FALSI MITI DA SFATARE10 POSIZIONI NEL LETTO CHE SOLO CHI HA UN GATTO PUÒ CAPIRE

  • Animali maltrattati in Aziende Comune Roma. Chiediamo grazia per 189 bovini

    L’Azienda zootecnica comunale di Castel di Guido e l’Asl Roma E sono state denunciate, per maltrattamenti animali e invii di bovini alla macellazione senza marchi auricolari, dalle associazioni Enpa, Lav, Lndc e Oipa.

    Foto e video diffusi in rete dimostrano un’illegalità diffusa e avallata anche dagli enti pubblici che dovrebbero controllaredichiarano le associazioni animalisteabbiamo quindi chiesto l’intervento della Procura della Repubblica di Roma sull’indecente situazione di violazione delle normative a tutela degli animali (articoli 544 bis-ter e 727 del Codice penale) nonché della salute pubblica riguardo alla registrazione dei bovini e della loro relativa macellazione e consumo delle carni (Decreto Legislativo 58-2004 e Regolamenti CE 1760-2000 e 1825-2000)”.

    Le associazioni ritengono importante e dovuto un urgente intervento del Commissario prefettizio Tronca e del Presidente della Regione Zingaretti, in quanto Enti proprietari e gestori dell’Azienda, affinché cessino immediatamente queste condizioni e diano la grazia a 189 vitelli e vitelloni messi all’asta da martedì scorso con un Avviso del Dipartimento Agricoltura di Roma Capitale.

    “Un patrimonio inestimabile dal punto di vista ambientale e paesaggistico non può più essere un’anacronistica azienda di produzione ma anzi deve essere trasformato un Centro di recupero di animali maltrattati o sequestrati dall’Autorità Giudiziaria, funzione di cui si registra una cronica mancanzadicono Enpa, Lav, Lndc e Oipachiediamo la salvaguardia della attività pubblica, e non a fine di lucro, di animali, strutture e terreni, valorizzandoli per una reale funzione sociale che non può più essere quella di produrre latte e carni a spese dei cittadini”.

    COMUNICATO STAMPA

  • Se guardi un cane negli occhi produci l'ormone dell'amore: lo … – Liveunict

    Se guardi un cane negli occhi produci l'ormone dell'amore: lo … – Liveunict

    “Se i cani potessero parlare…”. Quante volte avete sentito questa frase? Molte, moltissime volte. Purtroppo i nostri amici a quattro zampe non conoscono l’uso del verbo, ma questo non implica che non abbiano trovato altri modi per comunicare con gli esseri umani. Dalla posizione della coda ai piccoli gesti di ogni giorno, anche cani e gatti sono riusciti a ritagliarsi un linguaggio tutto loro nella nostra quotidianità.

    In particolar modo, tuttavia, i cani comunicano con noi tramite lo sguardo: se vi è mai capitato di guardare negli occhi un cane, cucciolo o adulto che sia, di sicuro avrete notato quanto profondi possano essere i loro occhi e quanto grande sia l’amore che trasmettono attraverso una semplice occhiata. Soprattutto, però, è importante considerare la reazione dell’uomo a questo scambio di sguardi con il proprio peloso: recenti studi hanno infatti dimostrato che negli esseri umani, dopo aver guardato il proprio cane negli occhi, viene prodotta una grande quantità di ossitocina, più comunemente nota come “ormone dell’amore”. Questo tipo di ormone, comune soprattutto nelle prime fasi del rapporto madre-figlio, serve a cementare e solidificare il rapporto tra i due, che cresce e si consolida proprio grazie al continuo contatto visivo che si instaura già dai primi momenti di vita insieme.  Inoltre, l’ossitocina è anche in grado di ridurre lo stress nell’uomo, cosa non da poco considerando che quest’ultimo è una delle principali cause di sofferenza fisica e mentale per molti di noi!

    L’esperimento è stato condotto su alcune coppie di cani e padroni: è stato dimostrato che, dopo aver trascorso circa mezz’ora in compagnia del proprio cane, l’ossitocina ha subìto un picco molto alto all’interno dell’organismo dell’uomo, ma anche in quello dell’animale. Di conseguenza, si osserva come il rapporto tra essere umano e animale sia ormai profondamente cambiato nel corso del tempo e che l’empatia nei confronti degli altri esseri viventi vada sempre più ad aumentare in noi. Se seguissero questo esempio anche tutti coloro che maltrattano cani e gatti, ci sarebbe davvero molta meno sofferenza per questi esseri viventi ce regalano solo amore e affetto a chi ha la fortuna di trascorrere del tempo con loro!

     

  • Se guardi un cane negli occhi produci l'ormone dell'amore: lo … – Liveunict

    Se guardi un cane negli occhi produci l'ormone dell'amore: lo … – Liveunict

    “Se i cani potessero parlare…”. Quante volte avete sentito questa frase? Molte, moltissime volte. Purtroppo i nostri amici a quattro zampe non conoscono l’uso del verbo, ma questo non implica che non abbiano trovato altri modi per comunicare con gli esseri umani. Dalla posizione della coda ai piccoli gesti di ogni giorno, anche cani e gatti sono riusciti a ritagliarsi un linguaggio tutto loro nella nostra quotidianità.

    In particolar modo, tuttavia, i cani comunicano con noi tramite lo sguardo: se vi è mai capitato di guardare negli occhi un cane, cucciolo o adulto che sia, di sicuro avrete notato quanto profondi possano essere i loro occhi e quanto grande sia l’amore che trasmettono attraverso una semplice occhiata. Soprattutto, però, è importante considerare la reazione dell’uomo a questo scambio di sguardi con il proprio peloso: recenti studi hanno infatti dimostrato che negli esseri umani, dopo aver guardato il proprio cane negli occhi, viene prodotta una grande quantità di ossitocina, più comunemente nota come “ormone dell’amore”. Questo tipo di ormone, comune soprattutto nelle prime fasi del rapporto madre-figlio, serve a cementare e solidificare il rapporto tra i due, che cresce e si consolida proprio grazie al continuo contatto visivo che si instaura già dai primi momenti di vita insieme.  Inoltre, l’ossitocina è anche in grado di ridurre lo stress nell’uomo, cosa non da poco considerando che quest’ultimo è una delle principali cause di sofferenza fisica e mentale per molti di noi!

    L’esperimento è stato condotto su alcune coppie di cani e padroni: è stato dimostrato che, dopo aver trascorso circa mezz’ora in compagnia del proprio cane, l’ossitocina ha subìto un picco molto alto all’interno dell’organismo dell’uomo, ma anche in quello dell’animale. Di conseguenza, si osserva come il rapporto tra essere umano e animale sia ormai profondamente cambiato nel corso del tempo e che l’empatia nei confronti degli altri esseri viventi vada sempre più ad aumentare in noi. Se seguissero questo esempio anche tutti coloro che maltrattano cani e gatti, ci sarebbe davvero molta meno sofferenza per questi esseri viventi ce regalano solo amore e affetto a chi ha la fortuna di trascorrere del tempo con loro!

     

  • Se guardi un cane negli occhi produci l'ormone dell'amore: lo … – Liveunict

    Se guardi un cane negli occhi produci l'ormone dell'amore: lo … – Liveunict

    “Se i cani potessero parlare…”. Quante volte avete sentito questa frase? Molte, moltissime volte. Purtroppo i nostri amici a quattro zampe non conoscono l’uso del verbo, ma questo non implica che non abbiano trovato altri modi per comunicare con gli esseri umani. Dalla posizione della coda ai piccoli gesti di ogni giorno, anche cani e gatti sono riusciti a ritagliarsi un linguaggio tutto loro nella nostra quotidianità.

    In particolar modo, tuttavia, i cani comunicano con noi tramite lo sguardo: se vi è mai capitato di guardare negli occhi un cane, cucciolo o adulto che sia, di sicuro avrete notato quanto profondi possano essere i loro occhi e quanto grande sia l’amore che trasmettono attraverso una semplice occhiata. Soprattutto, però, è importante considerare la reazione dell’uomo a questo scambio di sguardi con il proprio peloso: recenti studi hanno infatti dimostrato che negli esseri umani, dopo aver guardato il proprio cane negli occhi, viene prodotta una grande quantità di ossitocina, più comunemente nota come “ormone dell’amore”. Questo tipo di ormone, comune soprattutto nelle prime fasi del rapporto madre-figlio, serve a cementare e solidificare il rapporto tra i due, che cresce e si consolida proprio grazie al continuo contatto visivo che si instaura già dai primi momenti di vita insieme.  Inoltre, l’ossitocina è anche in grado di ridurre lo stress nell’uomo, cosa non da poco considerando che quest’ultimo è una delle principali cause di sofferenza fisica e mentale per molti di noi!

    L’esperimento è stato condotto su alcune coppie di cani e padroni: è stato dimostrato che, dopo aver trascorso circa mezz’ora in compagnia del proprio cane, l’ossitocina ha subìto un picco molto alto all’interno dell’organismo dell’uomo, ma anche in quello dell’animale. Di conseguenza, si osserva come il rapporto tra essere umano e animale sia ormai profondamente cambiato nel corso del tempo e che l’empatia nei confronti degli altri esseri viventi vada sempre più ad aumentare in noi. Se seguissero questo esempio anche tutti coloro che maltrattano cani e gatti, ci sarebbe davvero molta meno sofferenza per questi esseri viventi ce regalano solo amore e affetto a chi ha la fortuna di trascorrere del tempo con loro!