Non capita di rado che il gatto domestico si allontani da casa, soprattutto se abituato a vivere parte della giornata in giardino o libero di gironzolare per il proprio quartiere. Nella maggior parte dei casi il tutto si risolve spontaneamente, con il micio pronto a miagolare davanti all’uscio dopo qualche giorno di assenza. In altri, invece, non si hanno purtroppo più notizie: sono molto i pericoli a cui l’animale va incontro nelle sue scorribande all’aperto, dal traffico stradale all’incontro con i cani, e non sempre gli esiti sono i più rosei. Quando sono però ben 15 i gatti a scomparire, tutti in un arco di tempo abbastanza ravvicinato, le preoccupazioni si moltiplicano. È per questo che i residenti di una cittadina inglese sono intenzionati ad assumere un investigatore privato, per scoprire che fine abbiano fatto i loro adorati amici a quattro zampe.
Il tutto è accaduto in un piccolo sobborgo di Halesowen, nel Regno Unito, in un’area già ribattezzata “il triangolo delle purr-muda”, proprio perché dei gatti scomparsi non si ha notizia alcuna, così come succede per i mezzi di trasporto nelle Bermuda. Non è dato sapere se gli scomparsi felini, ben 15 in poco meno di un anno, siano rimaste vittime di un branco di randagi, di un avvelenamento o siano stati rapidi da qualche malintenzionato. Eppure non vi sono tracce che permettano di orientare in qualche modo le ricerche. Così spiega Kate Antill, una delle proprietarie colpite da questo mistero:
Chiunque nella zona è terrorizzato, ci sono stati troppi gatti scomparsi affinché sia una coincidenza. Sappiamo per certo almeno 15 gatti siano stati coinvolti e pensiamo possano esservene anche di più. Cerchiamo disperatamente qualcuno che ci aiuti. Abbiamo denunciato il tutto alla polizia ma non possono aiutarci.
La scomparsa degli amici a quattro zampe non ha motivazioni apparenti e, dato il numero elevato di esemplari coinvolti, qualche indizio si sarebbe dovuto pur palesare. Un collarino, una medaglietta, un avvistamento, anche un corpo esanime. Eppure, nulla di tutto ciò: i gatti si sono dileguati senza lasciare alcuna traccia. Angela Gelencser, fondatrice del rifugio Wild Acre, così ha commentato:
Quello che sta succedendo ai gatti di quest’area è orribile. Il mio gatto Bramble è scomparso dalla faccia della Terra e io non l’ho mai più visto.
Fra le ipotesi al vaglio dei proprietari, e presto riferite all’investigatore privato, la possibilità che qualcuno li abbia avvelenati, per poi sbarazzarsi dei cadaveri. Ma anche un eventuale moria di massa dovuta agli antigelo invernali, tossici per gli amici a quattro zampe.
Se vuoi aggiornamenti su Gatti inserisci la tua email nel box qui sotto:
Non capita di rado che il gatto domestico si allontani da casa, soprattutto se abituato a vivere parte della giornata in giardino o libero di gironzolare per il proprio quartiere. Nella maggior parte dei casi il tutto si risolve spontaneamente, con il micio pronto a miagolare davanti all’uscio dopo qualche giorno di assenza. In altri, invece, non si hanno purtroppo più notizie: sono molto i pericoli a cui l’animale va incontro nelle sue scorribande all’aperto, dal traffico stradale all’incontro con i cani, e non sempre gli esiti sono i più rosei. Quando sono però ben 15 i gatti a scomparire, tutti in un arco di tempo abbastanza ravvicinato, le preoccupazioni si moltiplicano. È per questo che i residenti di una cittadina inglese sono intenzionati ad assumere un investigatore privato, per scoprire che fine abbiano fatto i loro adorati amici a quattro zampe.
Il tutto è accaduto in un piccolo sobborgo di Halesowen, nel Regno Unito, in un’area già ribattezzata “il triangolo delle purr-muda”, proprio perché dei gatti scomparsi non si ha notizia alcuna, così come succede per i mezzi di trasporto nelle Bermuda. Non è dato sapere se gli scomparsi felini, ben 15 in poco meno di un anno, siano rimaste vittime di un branco di randagi, di un avvelenamento o siano stati rapidi da qualche malintenzionato. Eppure non vi sono tracce che permettano di orientare in qualche modo le ricerche. Così spiega Kate Antill, una delle proprietarie colpite da questo mistero:
Chiunque nella zona è terrorizzato, ci sono stati troppi gatti scomparsi affinché sia una coincidenza. Sappiamo per certo almeno 15 gatti siano stati coinvolti e pensiamo possano esservene anche di più. Cerchiamo disperatamente qualcuno che ci aiuti. Abbiamo denunciato il tutto alla polizia ma non possono aiutarci.
La scomparsa degli amici a quattro zampe non ha motivazioni apparenti e, dato il numero elevato di esemplari coinvolti, qualche indizio si sarebbe dovuto pur palesare. Un collarino, una medaglietta, un avvistamento, anche un corpo esanime. Eppure, nulla di tutto ciò: i gatti si sono dileguati senza lasciare alcuna traccia. Angela Gelencser, fondatrice del rifugio Wild Acre, così ha commentato:
Quello che sta succedendo ai gatti di quest’area è orribile. Il mio gatto Bramble è scomparso dalla faccia della Terra e io non l’ho mai più visto.
Fra le ipotesi al vaglio dei proprietari, e presto riferite all’investigatore privato, la possibilità che qualcuno li abbia avvelenati, per poi sbarazzarsi dei cadaveri. Ma anche un eventuale moria di massa dovuta agli antigelo invernali, tossici per gli amici a quattro zampe.
Se vuoi aggiornamenti su Gatti inserisci la tua email nel box qui sotto:
«Dopo Nerone, Gilda e tanti altri anche per Pipino esiste l’opportunità di una vita migliore con le coccole e l’amore di famiglia che se ne prende cura consapevolmente». E’ l’appello che il sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani rivolge ai cittadini perché il cane abbandonato, ospite del canile convenzionato U.N.A. di Poggibonsi, possa avere una nuova chance attraverso il gesto dell’adozione. Ne avevamo parlato in un precedente articolo alcuni mesi fa e da allora per Pipino nulla è cambiato. Il Comune di Greve torna ad accendere i riflettori sulla campagna per l’adozione dei cani con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dell’abbandono. Alla famiglia che decide di allargarsi accogliendo al proprio interno Pipino il Comune offre un contributo pari a 400 euro circa per i primi due anni, importo che viene stanziato a titolo di supporto per il sostentamento del cane. Pipino è un tenero meticcio di tre anni, somiglia ad un segugio, muso marrone e occhi grandi e audaci. E’ l’ultimo animale, tra i randagi abbandonati e ritrovati a Greve, ospite del canile dove è ricoverato da due anni.
«Nel 2009 il Comune – spiega il sindaco Sottani – aveva diciotto cani ricoverati presso il canile U.N.A.; nel 2015, grazie alla campagna di adozione e alla sensibilità delle famiglie, né è rimasto soltanto uno. Un esito positivo grazie al lavoro dell’ufficio randagismo della Polizia municipale – commenta il sindaco – che ha permesso di individuare diverse famiglie adottive, il cane è un animale fedele, affettuoso che non tradisce mai il suo padrone; incentiviamo questa scelta erogando un contributo che possa rispondere ai bisogni affettivi e pratici dell’animale». Tra le esperienze positive di adozione ci sono quelle di due inglesi residenti a Greve, padri adottivi di Nerone. «In Nerone, una nuvola di pelo di grande stazza, abbiamo trovato un grande amico – dichiara Richard Castle – e grazie a lui abbiamo conosciuto tutti i nostri vicini di casa, ci ha reso indubbiamente più socievoli». Sorte fortunata anche per Gilda, una border collie in miniatura, che ha trovato in Gabriella Fusi di Greve una mamma. «E’ molto gelosa di me – commenta Gabriella – intelligentissima e vivace, sono felice di averla nella mia famiglia». L’ufficio randagismo e animali di affezione della polizia municipale di Greve in Chianti si occupa della gestione e del ritrovamento degli animali vaganti, delle colonie feline, dei percorsi di adozione e, in caso di segnalazione di cani vaganti interviene per la lettura del microchip che dal 2005 è obbligatorio. I cani ricoverati al canile U.N.A. sono dotati di microchip, necessari ad individuare la provenienza e risalire al proprietario in caso di smarrimento. L’intestazione, che al momento corrisponde al Comune di Greve, sarà modificata a favore del nuovo padrone a seguito dell’adozione. Informazioni e segnalazioni: tel. 055 853511.
Pubblicato il 8 gennaio 2016 (modifica il 8 gennaio 2016 | 16:53 )
«Dopo Nerone, Gilda e tanti altri anche per Pipino esiste l’opportunità di una vita migliore con le coccole e l’amore di famiglia che se ne prende cura consapevolmente». E’ l’appello che il sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani rivolge ai cittadini perché il cane abbandonato, ospite del canile convenzionato U.N.A. di Poggibonsi, possa avere una nuova chance attraverso il gesto dell’adozione. Ne avevamo parlato in un precedente articolo alcuni mesi fa e da allora per Pipino nulla è cambiato. Il Comune di Greve torna ad accendere i riflettori sulla campagna per l’adozione dei cani con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dell’abbandono. Alla famiglia che decide di allargarsi accogliendo al proprio interno Pipino il Comune offre un contributo pari a 400 euro circa per i primi due anni, importo che viene stanziato a titolo di supporto per il sostentamento del cane. Pipino è un tenero meticcio di tre anni, somiglia ad un segugio, muso marrone e occhi grandi e audaci. E’ l’ultimo animale, tra i randagi abbandonati e ritrovati a Greve, ospite del canile dove è ricoverato da due anni.
«Nel 2009 il Comune – spiega il sindaco Sottani – aveva diciotto cani ricoverati presso il canile U.N.A.; nel 2015, grazie alla campagna di adozione e alla sensibilità delle famiglie, né è rimasto soltanto uno. Un esito positivo grazie al lavoro dell’ufficio randagismo della Polizia municipale – commenta il sindaco – che ha permesso di individuare diverse famiglie adottive, il cane è un animale fedele, affettuoso che non tradisce mai il suo padrone; incentiviamo questa scelta erogando un contributo che possa rispondere ai bisogni affettivi e pratici dell’animale». Tra le esperienze positive di adozione ci sono quelle di due inglesi residenti a Greve, padri adottivi di Nerone. «In Nerone, una nuvola di pelo di grande stazza, abbiamo trovato un grande amico – dichiara Richard Castle – e grazie a lui abbiamo conosciuto tutti i nostri vicini di casa, ci ha reso indubbiamente più socievoli». Sorte fortunata anche per Gilda, una border collie in miniatura, che ha trovato in Gabriella Fusi di Greve una mamma. «E’ molto gelosa di me – commenta Gabriella – intelligentissima e vivace, sono felice di averla nella mia famiglia». L’ufficio randagismo e animali di affezione della polizia municipale di Greve in Chianti si occupa della gestione e del ritrovamento degli animali vaganti, delle colonie feline, dei percorsi di adozione e, in caso di segnalazione di cani vaganti interviene per la lettura del microchip che dal 2005 è obbligatorio. I cani ricoverati al canile U.N.A. sono dotati di microchip, necessari ad individuare la provenienza e risalire al proprietario in caso di smarrimento. L’intestazione, che al momento corrisponde al Comune di Greve, sarà modificata a favore del nuovo padrone a seguito dell’adozione. Informazioni e segnalazioni: tel. 055 853511.
Pubblicato il 8 gennaio 2016 (modifica il 8 gennaio 2016 | 16:53 )
«Dopo Nerone, Gilda e tanti altri anche per Pipino esiste l’opportunità di una vita migliore con le coccole e l’amore di famiglia che se ne prende cura consapevolmente». E’ l’appello che il sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani rivolge ai cittadini perché il cane abbandonato, ospite del canile convenzionato U.N.A. di Poggibonsi, possa avere una nuova chance attraverso il gesto dell’adozione. Ne avevamo parlato in un precedente articolo alcuni mesi fa e da allora per Pipino nulla è cambiato. Il Comune di Greve torna ad accendere i riflettori sulla campagna per l’adozione dei cani con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dell’abbandono. Alla famiglia che decide di allargarsi accogliendo al proprio interno Pipino il Comune offre un contributo pari a 400 euro circa per i primi due anni, importo che viene stanziato a titolo di supporto per il sostentamento del cane. Pipino è un tenero meticcio di tre anni, somiglia ad un segugio, muso marrone e occhi grandi e audaci. E’ l’ultimo animale, tra i randagi abbandonati e ritrovati a Greve, ospite del canile dove è ricoverato da due anni.
«Nel 2009 il Comune – spiega il sindaco Sottani – aveva diciotto cani ricoverati presso il canile U.N.A.; nel 2015, grazie alla campagna di adozione e alla sensibilità delle famiglie, né è rimasto soltanto uno. Un esito positivo grazie al lavoro dell’ufficio randagismo della Polizia municipale – commenta il sindaco – che ha permesso di individuare diverse famiglie adottive, il cane è un animale fedele, affettuoso che non tradisce mai il suo padrone; incentiviamo questa scelta erogando un contributo che possa rispondere ai bisogni affettivi e pratici dell’animale». Tra le esperienze positive di adozione ci sono quelle di due inglesi residenti a Greve, padri adottivi di Nerone. «In Nerone, una nuvola di pelo di grande stazza, abbiamo trovato un grande amico – dichiara Richard Castle – e grazie a lui abbiamo conosciuto tutti i nostri vicini di casa, ci ha reso indubbiamente più socievoli». Sorte fortunata anche per Gilda, una border collie in miniatura, che ha trovato in Gabriella Fusi di Greve una mamma. «E’ molto gelosa di me – commenta Gabriella – intelligentissima e vivace, sono felice di averla nella mia famiglia». L’ufficio randagismo e animali di affezione della polizia municipale di Greve in Chianti si occupa della gestione e del ritrovamento degli animali vaganti, delle colonie feline, dei percorsi di adozione e, in caso di segnalazione di cani vaganti interviene per la lettura del microchip che dal 2005 è obbligatorio. I cani ricoverati al canile U.N.A. sono dotati di microchip, necessari ad individuare la provenienza e risalire al proprietario in caso di smarrimento. L’intestazione, che al momento corrisponde al Comune di Greve, sarà modificata a favore del nuovo padrone a seguito dell’adozione. Informazioni e segnalazioni: tel. 055 853511.
Pubblicato il 8 gennaio 2016 (modifica il 8 gennaio 2016 | 16:53 )
Traffico illegale di cuccioli, un dramma che riguarda ancora l’Italia e di cui dovremmo cercare di non diventare complici. Prima di scegliere un cane o un gatto da accogliere nella nostra casa, proviamo a riflettere su ciò che potrebbe nascondersi dietro la commercializzazione dei cuccioli.La raccomandazione è di preferire sempre i cani e i gatti che si trovano ospiti in un canile o in un gattile o di rivolgerci per l’adozione ad amici e persone di fiducia nel caso di una nuova cucciolata a cui potremmo dare il nostro supporto.Purtroppo la mercificazione degli animali da compagnia e il loro traffico illegale è un tema più che attuale. A ricordare a tutti l’importanza e la drammaticità di questo argomento arriva il libro “La fabbrica dei cuccioli” (Edizioni Sonda), che vede come autori Ilaria Innocenti e Macri Puricelli.Il libro ci aiuta a scoprire tutto ciò che si nasconde dietro il traffico illegale di cuccioli che purtroppo interessa ancora sia l’Italia che l’Europa, anche se il nostro Paese ha introdotto una legge che lo punisce come reato.Vi presentiamo quelli che a nostro parere rappresentano i 10 punti principali del libro, che vi invitiamo a leggere per approfondire l’argomento e per sapere tutto ciò che occorre sapere prima di scegliere un cane o un gatto. E’ il momento di aprire gli occhi e di dire stop al traffico illegale di cuccioli.1) Il dolore delle mammeLa situazione tragica del traffico dei cuccioli non riguarda soltanto i cani e i gatti da adottare ma anche le loro mamme, che vengono considerate delle vere e proprie macchine per la riproduzione e non tanto degli esseri viventi. Sono costrette a partorire fino a quattro volte all’anno in ambienti sporchi e inadatti, solo con poco cibo a disposizione e costantemente esposte alle malattie. I piccoli vengono strappati loro precocemente in circostanze drammatiche senza tenere conto delle necessità delle une e degli altri.2) Esiste una leggeDal 2010 in Italia esiste una legge che contrasta e reprime il fenomeno illegale della tratta dei cuccioli, che coinvolge migliaia di esemplari ogni anno, tra cani e gatti. Purtroppo il 50% dei cuccioli muore durante il trasporto o dopo l’ingresso nel nostro Paese. Le loro condizioni di salute infatti risultano precarie già in partenza ed è elevato il rischio di ritrovarsi ad acquistare cuccioli gravemente malati o che si ammaleranno presto. L’Italia è il primo Paese europeo ad aver introdotto un reato specifico per il traffico illecito di animali da compagnia.3) Separati alla nascitaAll’interno dei traffici illegali, i cuccioli vengono separati dalla mamma troppo precocemente, a soli 30 o 40 giorni di vita. Così piccoli sono costretti ad affrontare lunghi viaggi e arrivano in Italia stipati in spazi ristretti soprattutto dall’Est Europa. Spesso arrivano nascosti nei bagagliai delle auto o su altri mezzi di trasporto italiani o stranieri. Viaggiano senza passaporto e senza la documentazione richiesta per legge, perciò spesso sono accompagnati da documenti falsi.4) Da dove provengono i cuccioliL’Italia, insieme ad altri Paesi come la Francia, la Spagna e l’Olanda, rappresenta il punto di arrivo di migliaia di cuccioli, con prevalenza dei cani sui gatti, dall’Europa dell’Est. I maggiori Paesi di provenienza sono l’Ungheria, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Romania. Da qui vengono importati in Italia e altrove in modo truffaldino e vengono sottoposti a viaggi infernali, per poi rappresentare una cospicua fonte di guadagno per chi decide di metterli in vendita aggirando la legge.5) Le razze più coinvolteSecondo quanto riportato nel libro “La fabbrica dei cuccioli”, le razze più coinvolte nel traffico illegale sono i cani di piccola taglia, in particolare i beagle, i carlini, i pinscher, gli yorkshire, i bulldog terrier e i chihuahua. I cuccioli provenienti dal traffico illegale arrivano presso negozianti e allevatori italiani che operano in malafede e che si ritrovano a vendere insieme agli animali pedigree e documenti falsi.6) Traffico di cuccioli su internetCon la diffusione delle nuove tecnologie, il traffico illegale di cuccioli è approdato su internet. Perciò bisogna essere sempre molto attenti quando si consultano degli annunci sul Web che propongono la vendita di animali. Nei possibili annunci fraudolenti ovviamente non si trovano indicazioni sul fatto che potrebbe trattarsi di cuccioli importati, come notano gli autori di “La fabbrica dei cuccioli”. Ecco allora ancora una volta la raccomandazione di preferire l’adozione dei cuccioli in gattili e canili e di non cadere nelle trappole dell’acquisto.7) Cuccioli ammalati e imbottiti di farmaciI cuccioli coinvolti nel traffico illegale vengono imbottiti di farmaci per sedarli durante il viaggio e per nascondere eventuali malattie al momento dell’arrivo. Le cattive condizioni di salute potrebbero manifestarsi in ritardo, insieme ai loro sintomi, quando i cuccioli saranno già stati venduti ad ignari acquirenti come se fossero perfettamente sani. Le condizioni di viaggio sono disastrose e favoriscono la diffusione di malattie.8) Confini labili tra legalità e illegalitàPurtroppo il quadro della situazione è molto complesso e spesso i confini tra legalità e illegalità sono davvero labili o comunque difficili da riconoscere da parte di chi non è del mestiere. Pensiamo, ad esempio, ad una comune famiglia che vorrebbe acquistare un cucciolo e che si rivolge senza alcuna preoccupazione a un allevatore o a un negozio di animali. La speranza è che, dopo l’entrata in vigore della legge del 2010, la situazione sia un po’ più sotto controllo almeno in Italia.9) Adottare, non acquistare“La fabbrica dei cuccioli” sottolinea che il modo migliore per evitare l’illegalità sia quello di non acquistare i cuccioli ma di adottarli presso un canile o un gattile. I cittadini devono prendere coscienza del fenomeno e dovrebbero contribuire alla fine della mercificazione degli animali, scegliendo sempre l’adozione e lasciando perdere l’acquisto.10) Cosa fare se il cucciolo muore o si ammalaIn caso di decesso o di malattia del cucciolo, soprattutto se ciò avviene poco tempo dopo l’acquisto, gli autori di “La fabbrica dei cuccioli” suggeriscono di fare una segnalazione scritta alla Procura della Repubblica o a un organo di Polizia Giudiziaria che possa fare chiarezza sull’accaduto. Ci si può recare al Comando di Polizia oppure inviare una raccomandata A/R con tutta la documentazione relativa alla morte o alla malattia del cucciolo.Marta AlbèLeggi anche:Mettici lo zampino: il nostro nuovo libro con tante idee green e progetti fai-da-te per cani e gatti Adottare un gatto: tutto quello che dovreste sapere per assicurargli una vita felice Tutto quello che dovreste sapere prima di adottare un cane per assicurargli una vita felice Nei negozi di animali solo cani e gatti provenienti dai rifugi, accade in ArizonaShare on Facebook Condividi
ROMA – L’animale che appare in queste foto, è un cane o un orso? Migliaia di internauti si sono interrogati sulla natura dell’animale dopo che la sua foto è stata diffusa su Reddit. Ad aver condiviso la foto è stato l’utente TheRedFoxx, un dipendente di un centro accoglienza per cani nel Tennessee negli Stati Uniti, a cui ha aggiunto questa didascalia: “Qualcuno ha portato questo orso in un casa di cura per cagnolini”. Bounce, questo il nome del piccolo animale, presenta infatti alcuni tratti di entrambe le specie.Il simpatico cucciolo ha il manto marrone, un aspetto simile a quello di un orsacchiotto e le dimensioni più simili a quelle di un cagnolino anche per l’espressione del muso. Qualcuno, dopo aver visto l’immagine ha azzardato dicendo che si potesse trattare di un pupazzo di peluche.Dopo diverse ore di lunghi dibattimenti, la maggior parte degli utenti è d’accordo sul fatto che si tratti di un cane, magari qualche razza o incrocio strano. Ad un certo punto il mistero è stato risolto: il dipendente della casa di accoglienza è riuscito a contattare la proprietaria del cucciolo. Si tratta di Elizabeth Maguyon, una studentessa di ingegneria del Georgia Institute of Technology. La giovane ha chiarito che si tratta di un cane, più precisamente di razza ‘Pomerania’. razza di cane che prende il nome dalla regione europea che anticamente era situata in Prussia, ma oggi fa parte della Polonia al confine con la Germania.La sua piccola taglia, la facilità di cura e di gestione a causa della sua statura e il buon comportamento globale rende molto simpatica questa razza diffusissima negli Stati Uniti. È caratteristica la sua criniera molto folta, la coda a riccio anch’essa molto folta e portata sulla schiena ed inoltre il fitto sottopelo idrorepellente che permette una rapida asciugatura anche dopo il bagno.Questo cane, seppure di piccola taglia, è molto robusto, audace e temerari. Pur essendo un cane da compagnia viene annoverato tra i cani da guardia, poiché è spesso utilizzato come “cane sentinella”, infatti è in grado di allertare i cani da guardia veri e propri grazie alle sue ottime doti uditive. È molto attaccato al padrone, che difende a tutti i costi, non temendo niente e nessuno.Immagine 1 di 4
Una famiglia su tre ha un cane in casa e le province più «dog friendly» sono Bergamo, Brescia e Mantova. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia sui dati Asl diffusa in occasione della cinquantesima esposizione internazionale canina che si apre sabato 9 gennaio alla Fiera di Milano-Rho.
Fra esemplari di razza e meticci sono più di un milione e 300 mila gli animali registrati in Lombardia e il loro numero è cresciuto del 10% negli ultimi due anni. Bergamo – spiega la Coldiretti regionale – ha il record con il 47% delle famiglie con un cane, segue Mantova con il 44% e Brescia con il 43%. Le province sotto la media regionale sono Milano con il 18%, Monza con il 25% e Varese con il 29%».
Una statistica che, per quanto riguarda Bergamo, ricorda però la storia del pollo di Trilussa (se qualcuno mangia due polli, e qualcun altro no, in media hanno mangiato un pollo a testa…), nel senso che il 47% è un dato effettivamente molto alto e probabilmente si calcola il numero di cani e il numero di abitanti senza considerare che c’è chi ha due o tre cani.
«Per quanto riguarda gli altri territori: a Como il 32% delle famiglie ha un amico a quattro zampe, a Cremona il 34%, a Lecco il 36%, a Lodi il 37%, a Pavia il 35% e a Sondrio il 36%. Nelle zone di campagna – spiega Coldiretti Lombardia – è più frequente trovare abitazioni con cani, ma si tratta di una presenza che anche in città si sta diffondendo, come dimostrano le varie aree di sgambatura che vengono predisposte dai Comuni e anche dai regolamenti sulla gestione degli animali all’aperto, su strade, giardini e marciapiedi».
«In Lombardia – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti regionale – sono attivi 256 allevamenti, ai quali si aggiungono 195 pensioni, 96 canili e altre 238 strutture dedicate a questi animali. Gli allevamenti lombardi, per razze che vanno dal Golden Retriever al Samoiedo, dal Labrador al Bracco, hanno raggiunto altissimi livelli di qualità, con selezioni di esemplari di grande salute e con tutte le caratteristiche delle razze di riferimento. Ma gli allevatori sono importanti anche come consulenti per chi vuole responsabilmente fare la scelta di portarsi un cane a casa».
Il costo di gestione di un cane – spiega Coldiretti Lombardia – cambia a seconda della razza e delle dimensioni, in generale però bisogna tenere conto di una spesa media di 200 euro all’anno per vaccini e profilassi, oltre a 30 euro al mese per un’alimentazione di livello medio alto. Mentre per quanto riguarda l’acquisto, i prezzi oscillano fra i 300 e i 1.500 euro a seconda della razza e dell’esemplare scelto. Altra cosa sono invece le adozioni nei canili.
«Se si prende un animale in allevamento si hanno maggiori certezze su assenza di patologie genetiche e sui tratti caratteriali – spiega Paola Daffunchio, che dal 1989 alleva Golden Retriever e Samoiedo presso l’agriturismo Biancospino di Casteggio, in provincia di Pavia – in ogni caso chi assegna un cane a una persona deve aiutare anche a fare una valutazione sull’animale giusto: possono anche piacermi gli alani, ma devo essere consapevole che tenerne uno in un monolocale di 40 metri quadrati a Milano sarà molto complesso e forse è il caso di scegliere un’altra razza».
Roberto Marni, che presso la sua azienda agricola La Contea di Graffignana, in provincia di Lodi, alleva Labrador e Cavalier King, aggiunge: «Bisogna valutare che cosa si vuole e quali sono le razze più adatte per le proprie esigenze». Un cane da caccia ha necessità di movimento diverse da uno da semplice compagnia. «C’è ancora chi fa adozioni emozionali basate sull’estetica o sull’incontro – conclude Paola Daffunchio -, ma si sta affermando sempre più la cultura della scelta responsabile e informata».
«La Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – detiene poi il record italiano dei cani microchippati e inseriti nell’Anagrafe regionale: in provincia di Bergamo sono quasi 217mila, a Brescia oltre 228mila, a Milano 267mila, a Monza Brianza più di 90mila, a Como 81mila, a Cremona quasi 52mila, a Lecco quasi 51mila, a Lodi oltre 35mila, a Mantova sfiorano i 76mila, a Pavia superano gli 85mila e a Sondrio sono quasi 29mila. In Italia – stima la Coldiretti Lombardia – ci sono 8 milioni e mezzo di cani per i quali, insieme a gatti, furetti, conigli e altri animali di affezione si spendono un miliardo e 830 milioni di euro all’anno in cibo, crocchette e scatolette».
Storia di un’adozione felice per Nero, ex “cane pericoloso” salvato dalla LAV dal “Rifugio” Parelli di Roma
Abbiamo imparato a conoscere ognuno di loro, ci siamo adoperati per riscrivere la storia di cani e gatti il cui destino sembrava segnato per sempre, per garantire tutto ciò che per anni era stato loro negato: un’alimentazione sana e differenziata, assistenza medica costante, cucce accoglienti, corse all’aria aperta e soprattutto il supporto di tanti volontari, di validi professionisti e del nostro educatore cinofilo Mirko. Il loro è stato un lavoro scrupoloso e silenzioso, fatto di piccoli gesti quotidiani, di interazione e contatto, di soddisfazioni continue, di segnali impercettibili che riempiono il cuore di gioia, di inserimenti in famiglia molto complessi eppure ben riusciti. Storie come quella di Nero, che da più di un anno vive beato tra le colline emiliane insieme a Sonia e suo marito. Per lui un lieto fine da favola!
Un bollino rosso con la scritta “cane pericoloso” e per questo, per tutti, destinato a rimanere relegato in un box del “Rifugio” Parrelli di Roma; per tutti ma non per noi.
Sulla strada di Nero, questo il nuovo nome scelto per Bobby dalla sua famiglia adottiva, noi della LAV e Mirko siamo andati oltre quella definizione di cane pericoloso e siamo riusciti a leggere nel suo sguardo e nei suoi atteggiamenti minacciosi solo tanta paura a causa delle violenze subite.
Da quel giorno abbiamo affrontato insieme un percorso che ha portato Nero a superare parte dei traumi, garantendo il suo inserimento in una splendida famiglia, quella di Sonia.
Leggi anche tu la storia di Nero e Sonia e se anche tu vuoi diventare protagonista di una splendida storia di uno dei cani o dei gatti tratti in salvo dal Parrelli e accoglierlo nella tua vita, scrivi a adozioni@lav.it o chiamaci al numero 339.4044528.
All’Expo felina ci sarà anche il super – gatto trevigiano Supreme Champion Felix Coon Titanic campione del mondo 2015, un gigantesco maine coon di 3 anni (pesa 11 kg) allevato a Villorba da Corinna Polin, tra i mille mici di moltissime razze pregiate, sabato 9 e domenica 10 gennaio alla Fiera di Padova. Tutti convenuti da Croazia, Germania, Italia, Polonia, Slovenia e Svizzera per contendersi i premi delle due gare fissate dall’Associazione Nazionale Felina Italiana alla 47^ Esposizione Internazionale Felina di Padova, mostra- concorso riservata ai migliori esemplari pluri premiati a livello internazionale. I due giorni di gara e mostra prevedono la presenza di gatti abissini, balinesi, bengal, blu di Russia, british, certosini, devon rex, don sphynx, esotici, kurilean bobtail, maine coon, neva masquerade, norvegesi delle foreste, persiani, ragdoll, sacri di Birmania, siamesi, siberiani, snowshoe, sphynx. Ma ci sarà anche un’apposita sezione del concorso dedicata agli amatissimi gatti di casa. Gli italiani amano i gatti (di razza e meticci), come dimostrano i 7 milioni e mezzo di mici che vivono nelle nostre case. Se sono soprattutto le donne a volere gli animali domestici (sono per il 44,2% loro ad adottarli), la tendenza ad avere un animale in casa è più sentita nel Nord-Ovest (44,5%) e nel Centro (44,4%), mentre cala nelle isole (38,3%) e nel Nord-Est (37,6%).
L’expo felina padovana osserverà l’orario continuato dalle 9 alle 19 con ingresso libero per i bambini fino ai 12 anni (disabili e militari in divisa), mentre per gli altri il biglietto è di 12 euro: tranne per chi nella sola giornata di sabato 9 gennaio si presenterà alle casse col coupon stampato dalla pagina Facebook dell’Expointernazionale felina, e avrà per questo diritto all’ingresso a 10 euro. La mostra- concorso organizzata da Costanza Daragiati sotto l’egida dell’ANFI e del Movimento Azzurro (Associazione Nazionale di Protezione Ambientale), vedrà i gatti valutati da otto giudici internazionali: Annette Sjödin (Svezia) presidente della Fédération Internationale Féline, Mira Fonsen (Finlandia), Marie Westerlung (Gran Bretagna) e gli italiani Fabio Brambilla, Flavia Capra, Gianfranco Mantovani, Nico Padovano, Katia Pocci. Per i giudizi i mici saranno suddivisi nelle 4 categorie previste: I (Persiani ed Esotici), II (peli semilunghi), III (peli corti), IV (Siamesi e Orientali) e all’interno di ogni categoria verranno ulteriormente suddivisi per razza, colore (gruppi) e per classe di concorso a seconda che siano agli inizi della loro “carriera”, che abbiano già vinto qualche gara o siano campioni internazionali. Nella giornata di sabato avrà anche luogo lo Speciale British con la presenza di un gran numero di questi esemplari, oltre ai gatti delle altre razze, secondo un programma organizzato dal Club Italiano del British Shorthair (CIBRIS); domenica invece Speciale cuccioli di tutte le razze riferito ai gatti entro i 10 mesi di vita. L’expo felina sarà per il pubblico anche occasione per farsi consigliare sulla cura degli animali domestici e per prenotare i cuccioli dei campioni, ma anche per trovare in Fiera i prodotti per la cura, l’alimentazione e lo svago dei gatti di casa o d’allevamento. Sponsor della manifestazione è l’alimento Prolife realizzato dall’azienda Zoodiaco che consegnerà a tutti i visitatori gadget e alimenti per gatti. Nello stand Italpet sarà disponibile la medaglietta di Santa Gertrude protettrice dei gatti e anche quella di San Rocco protettore dei cani. Info: Padovafiere 049 840111