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  • “Allevo Bengala, più che gatti sembrano cani” – Adnkronos

    “Allevo Bengala, più che gatti sembrano cani” – Adnkronos

    Foto dell’allevamento Benglamur

    Il gatto dicono sia nato per dare all’uomo l’emozione di accarezzare una tigre. Un leopardo in questo caso. “Il Bengala è così, gli assomiglia tantissimo. In molti ci chiedono se è un gatto, se siamo sicuri e lo siamo. Anzi, è quasi un cane per come si comporta” dice all’Adnkronos Margarita Smolikova, proprietaria con il marito Gianni dell’allevamento amatoriale Benglamur a Formello alle porte di Roma (FOTO). Di professione avvocato, Margarita ha scelto di fare un altro lavoro “per una passione”, quella per questa razza, creata per caso. L’idea di incrociare un esemplare domestico e un leopardo asiatico è nata, infatti, nel 1973 per provare a immunizzare i gatti dalla leucemia felina. Esperimento non riuscito dal punto di vista veterinario, ma diede vita a una razza, destinata ad avere successo.

    Giocoso, “sempre in movimento” e curiosamente amante dell’acqua, il Bengala con il suo carattere sa farsi amare ed entra subito a far parte della sua famiglia umana. “Ho iniziato a 19 anni con la mia Jessica, che mi segue ovunque – dice Margarita -. E’ la loro caratteristica. Sono ‘appiccicosi’, seguono il padrone al punto che vengono utilizzati anche per la pet-therapy”. Intelligenti, “uno dei nostri, Prince, è stato addestrato anche a ‘battere il cinque, abbiamo fatto la foto e c’è anche un video sulla nostra pagina Instagram‘”, ma soprattutto pieni di vita. Amano correre, saltare sugli alberi e cacciare piccoli animali in giardino, quando c’è. “Il prezzo? Dipende. Nella colorazione classica c’è la categoria Pet, il semplice animale domestico, che costa sugli 800-1000 euro – spiega l’allevatrice -, il Breed, da riproduzione, che sale sui 1500 o più, e lo Show, da mostra, che sale oltre i 2000 euro. Prezzi più alti si hanno per colorazioni speciali”.

    Tanti i clienti vip, di cui non facciamo il nome. Ne basta uno per tutti: la bellissima Natasha Stefanenko con la sua Briciolina che, dice Margarita questa volta ridendo, “ha gli stessi occhi”. Questa volta, sì, perché come ci rivela il marito, di nascosto e sottovoce, la moglie di solito quando un micetto trova famiglia “non riesce a trattenere una lacrima”.

    RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Adnkronos.

  • Sette similitudini tra il gatto di casa e la tigre – La Nuova Ecologia

    Sette similitudini tra il gatto di casa e la tigre – La Nuova Ecologia

    Nonostante la grande differenza di peso e misure il gatto e la tigre appartengono entrambi al mondo dei felini. Addomesticato il primo, selvaggio il secondo. La domesticazione del gatto è partita dalla regione mediterranea, soprattutto dal Nord Africa, dall’Egitto addirittura 5.000 anni prima di Cristo con la specie Felis libica nordafricana e il motivo era la difesa dei granai dai topi.  La tigre è sempre stata invece selvaggia ed eternamente solitaria: con i suoi 2,6 metri più quasi un metro e mezzo di coda la tigre nel mondo dei felini è senz’altro l’indiscusso regina. Eppure nonostante la sostanziale differenza di taglia sono tanti gli elementi comuni tra la Panthera tigris e il Felis silvestris catus. L’unica vera grande differenza tra tigri e gatti domestici è il rapporto con i propri simili: animali essenzialmente solitari le tigri, tranne nei periodi degli accoppiamenti, animali sociali fino a formare nutrite colonie invece i gatti, un comportamento che li accomuna più ai leoni.

    Sette vite quelle dei gatti, secondo le leggende, ma anche sette cose da sapere sulla ‘tigre’ nascosta ‘in salotto’:

    1. Piccole e grandi prede. Che si tratti di antilopi, cervi o porcospini per la grande e famelica tigre, o di topi, lucertole e uccelli per il piccolo e scattante gatto, la sostanza è la stessa: un grande fiuto, un’enorme attenzione ai più piccoli movimenti e la straordinaria capacità di avvicinarsi alla preda senza destare il minimo sospetto sono le virtù che rendono i nostri amici felini degli straordinari cacciatori.
    2. Gioco con la preda. I cuccioli di tigre giocano con la preda come farebbe un gatto col topolino, un modo per imparare le tecniche di caccia e di gestione della cattura.
    3. Pulizia maniacale. Nella caccia è essenziale non lasciare alla vittima la possibilità di fiutarti in anticipo…ecco quindi per poter sfruttare al massimo l’effetto sorpresa, l’incredibile attenzione dei felini per l’igiene e la pulizia. Tigri e gatti possono passare le ore a leccarsi e lustrarsi, per una pelliccia a prova di “naso”.
    4. Niente tracce. Un altro ottimo stratagemma per non dare segnale della propria presenza e giocare di anticipo sulle proprie vittime è quello di non lasciare dietro di se evidenti segnali di presenza: proprio per questo tigri e gatti amano seppellire, meglio ancora se sotto la sabbia o la terra, le proprie feci.
    5. Segnali di accoppiamento. Nel folto della jungla, nelle savane asiatiche, nelle foreste di mangrovie, oppure nelle strade urbane, nelle nostre case o al sicuro in un giardino, tutti i felini sanno bene come attirare un potenziale compagno nel periodo della riproduzione: tracce di urina, forti miagolii (o ruggiti nel caso delle tigri), scortecciamento di alberi (o divani nel caso dei gatti) sono tutti sistemi per attirare l’attenzione di un compagno con cui condividere l’avventura della riproduzione.
    6. Amore di Mamma. La mamma felino, come tutti sappiamo, sarà una straordinaria protettrice, nutrice ed educatrice: sia che si tratti di cuccioli di tigre o di cuccioli di gatto i piccoli cresciuti accanto alla mamma saranno capaci di sopravvivere nella foresta e nelle difficili città umane, imparando a cacciare qualunque cosa che si muova a portata dei loro artigli.
    7. Le fusa. La tigre, tra i felini, è uno dei pochi che fa le fusa, esattamente come un gatto. Si pensa faccia parte del comportamento nuziale, cioè del corteggiamento, della relazione madre-piccoli, ma li può vedere con evidenza anche nei casi in cui le tigri sono in cattività, quando hanno un rapporto affettuoso con il loro conduttore.
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  • Usa, parata di star contro la Corea del Sud: “Basta mangiare i cani” – il Giornale

    Usa, parata di star contro la Corea del Sud: “Basta mangiare i cani” – il Giornale

    “Basta carne di cane”. È lo slogan con cui un gruppo di manifestanti si è dato appuntamento sotto al Consolato Generale della Corea del Sud, a Los Angeles, per protestare contro l’abitudine tutta coreana di mangiare i cani. Anche alcune star di Hollywood hanno partecipato al sit-in, come Kim Basinger e Priscilla Presley, unica moglie dell’indimenticato Elvis. Armati di cartelli che inneggiavano allo “Stop Dog Meat”, gli attivisti presenti si sono fatti fotografare con in mano cuccioli di cane morti.

    Mangiare carne di cane fa parte della millenaria cultura coreana. Un’abitudine che suscita da decenni la riprovazione del mondo occidentale e che in Oriente continuano a praticare. Ecco il perché del sit-in di protesta organizzato davanti alla sede del Consolato coreano del Sud a Los Angeles, in California. Presenti anche Kim Basinger e Priscilla Presley, tra le più combattive del gruppo. Se la Basinger si è “limitata” a tenere in mano la foto di un cane morto, la vedova di Elvis è andata ben oltre, brandendo come scudo il cadavere di un cucciolo. Nel mirino dei manifestanti le abitudini alimentari del popolo coreano che, nonostante gli appelli provenienti da ogni parte del mondo, continua a consumare in abbondanza carne di cane. Consuetudine che deriva dalla convinzione che la zuppa di cane serva a combattere il caldo. Un falso mito che fatica ad essere abbandonato dalle vecchie generazioni di coreani, mentre sono sempre di più i giovani che si rifiutano di seguire le orme dei loro anziani.

    “È il momento di cambiare” hanno urlato le decine di persone che hanno partecipato al raduno, dove dominavano magliette e cartelli con la scritta scelta come slogan: “Stop Dog Meat”. Oltre alla manifestazione di Los Angeles – dove si sono viste altre star come Donna D’Errico, EG Daily e il fidanzato di Kim Basinger, Mitch Stome – si sono svolte contemporaneamente altre due proteste: una a Washington, l’altra a Seoul. Iniziative che contribuiscono a sensibilizzare il popolo coreano sulla necessità inderogabile di usare i cani solo come animali da compagnia. In questo senso, dalla politica è arrivato di recente un buon esempio. Quello del presidente Moon Jae-in, che qualche tempo fa ha adottato un cagnolino di nome Tori, diventato poi il testimonial di una campagna – organizzata dall’associazione animalista Care – che invita i coreani ad adottare un cane.

  • Lampedusa: Ordinanza randagismo, innovativa e senza precedenti

    Lampedusa: Ordinanza randagismo, innovativa e senza precedenti

    L’Ordinanza sindacale n. 8 del 16 luglio 2018, a firma del Sindaco di Lampedusa e Linosa Salvatore Martello, costituisce un precedente significativo in materia di prevenzione e lotta al randagismo.

    Si tratta di un provvedimento emblematico della volontà dell’Amministrazione comunale di dare vita ad un sistema di gestione efficace ed efficiente degli animali randagi, utilizzando e gestendo secondo una strategia di medio – lungo periodo le risorse umane ed economiche a disposizione.

    Oltre a sistematizzare le attività e disciplinare l’agire delle parti coinvolte, questa Ordinanza restituisce all’Amministrazione comunale il ruolo di soggetto attivo, previsto anche dalle Leggi in vigore, che interviene per ovviare alle criticità del territorio, anziché subirle, e mira alla salvaguardia e al benessere della popolazione dei cani e dei gatti vaganti sull’Isola.

    La previsione di un’azione congiunta e continuata nel tempo delle parti coinvolte, rispetto a più ambiti di intervento, conferisce al provvedimento un connotato innovativo. Le attività previste sono: censimento della popolazione canina e felina, controllo delle nascite, assistenza veterinaria, monitoraggio e controllo dell’iscrizione all’anagrafe canina e della leishmania, disciplina del sistema di accesso e uscita dei cani dall’isola, formazione, informazione nelle spiagge e nelle scuole, utilizzo strategico dello strumento Ordinanza del Sindaco e delle risorse economiche dell’Amministrazione comunale.

    Alla base di questo dispositivo vi è un Protocollo d’intesa che ha coinvolto la LAV, l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Palermo, Il Comune di Lampedusa e Linosa, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, il Leishmania Center di Roma e l’associazione “Il cuore ha 4 zampe”. 

    Le parti coinvolte, ciascuna per le proprie competenze, garantiranno, per la popolazione “non padronale”, la sterilizzazione, le visite cliniche pre-operatorie e post-operatorie e se necessario, le visite specialistiche, l’esecuzione dei test di biologia molecolare per le principali malattie trasmesse da vettori e l’adozione di tutti quei soggetti che ne hanno necessità. Questi interventi si prefiggono di raggiungere attraverso più strategie il fine ultimo di migliorare anche lo stato sanitario dei cani sull’isola. Infatti, oltre a mettere in atto interventi per ridurre il numero di cani vaganti attraverso le sterilizzazioni e l’adozione, si intende migliorarne la condizione effettuando visite periodiche e specialistiche, calendarizzate e concordate. Inoltre, i dati derivanti dall’esecuzione dei test per la Leishmania, che com’è noto è una zoonosi, forniranno indicazioni utili alla comprensione dell’andamento della malattia. Tali dati risultano particolarmente importanti vista la posizione geografica dell’Isola e per il suo ruolo nell’accoglienza della popolazione migrante. L’isola, infatti, potrebbe fungere da campanello d’allarme nell’individuazione di ceppi di Leishmania non endemici in Italia.

    Protezione degli animali, buona gestione delle risorse, tutela di residenti e turisti, possono, devono, andare di pari passo. Lampedusa può essere un esempio virtuoso, anche a livello nazionale.

    Dott. Luigi Emiliano Maria Zumbo, Presidente Ordine Medici Veterinari Provincia di Palermo                          

    Federica Faiella, Responsabile nazionale area Adozioni LAV

  • Sindaco vieta nutrimento gatti | Enpa insorge “C'è legge che tutela … – TuttOggi

    Sindaco vieta nutrimento gatti | Enpa insorge “C'è legge che tutela … – TuttOggi

    Vietato dar da mangiare ai gatti nel centro storico, pena una multa dai 25 ai 500 euro; è l’ordinanza del sindaco di Stroncone del 14 luglio che ha innescato la dura reazione dell’Enpa.

    Per la tutela del gatto si fa riferimento alla Legge 281 del 1991 contro il maltrattamento dei gatti, che tutela anche quelli che vivono in piena libertà e tutte le colonie feline.
    Nessun cittadino italiano può spostare i gatti dal luogo prescelto per vivere. Gli animali hanno anche il diritto di ricevere cure e cibo proprio in quello stesso luogo, sempre nel rispetto delle norme igieniche e del comune senso del rispetto altrui.
    Oltre alla legge sopra citata ci sono alcune normative sancite dalle varie regioni che devono essere altrettanto rispettate e conosciute.

    È indiscutibile il rispetto che lo stato Italiano riserva ai gatti tanto che le colonie feline:

    – non possono essere spostate in altro habitat
    – hanno il diritto ad essere curati e nutriti proprio in quel luogo
    – le ASL si devono fare carico di provvedere gratuitamente alla sterilizzazione dei componenti di una colonia censita
    – hanno gli stessi diritti delle colonie feline che si trovano nei pressi di un condominio

    In questo caso la legislazione regionale ha introdotto delle precisazioni anche se la sostanza della legge non cambia. Anche senza un consenso unanime del condominio a mantenere i gatti in quel luogo la colonia non può essere comunque spostata perché la presenza dei gatti è considerata come quella degli uccelli o di altri animali liberi.
    Qualora fosse necessario ogni singolo Comune, in accordo con il servizio veterinario della ASL, deve effettuare dei controlli sulla colonia felina e le spese sono a carico dello stesso Comune così come monitorare la quantità dii gatti e prevenirne l’eccessivo proliferare.

    “Assurdo vietare di dare loro cibo. Deve adoperarsi per il riconoscimento della colonia in modo che la Usl possa sterilizzare – sottolinea l’Enpa – Deve identificare il soggetto residente che se ne prende cura, munirlo di tesserino come operatore di colonia felina, informare i cittadini che vanno nutriti senza deturpare il decoro dei vicoli pertanto vanno rimossi piatti di plastica e residui di cibo non attinente una corretta alimentazione dei randagi. È ‘lui’ identificato dalla legge responsabile del benessere animale che deve identificare punti dove l’operatore distribuisce crocchette e acqua”.

  • Santarcangelo, è morto Birra, il gatto star del borgo – Il Resto del Carlino

    Santarcangelo, è morto Birra, il gatto star del borgo – Il Resto del Carlino

    Santarcangelo, 18 luglio 2018 – Il borgo storico di Santarcangelo è un po’ più triste. Birra, uno dei gatti più famosi del centro, è morto. La notizia è arrivata dai titolari dell’Antica Stamperia Marchi: «Purtroppo il nostro Birra non c’è più a causa di una malattia fulminante». Dopo solo pochi minuti il post su Facebook ha registatro oltre 300 interazioni e centinaia di condivisioni.

    Birra era notissimo in città: un micione rosso a pelo lungo che se ne stava a dormire tutto il giorno nella vetrina della stamperia. Fotografato come una star. «Non ci aspettavamo così tante reazioni _ dicono i Marchi _ era uno di famiglia e ci mancherà. Aveva solo 4 anni. Qui nel borgo lo conoscevano tutti». Santarcangelo è conosciuta non solo per i poeti e gli artisti, ma anche per i gatti. Tra le vie e i giardini, se ne trovano una cinquantina. Molti con una famiglia, altri adottati da tutta la città. Tra i più fotografati c’era proprio Birra. «Mancherà davvero a tutti _ commentano sui social _ Anche se non c’è più sarà sempre in quella vetrina a guardarci e a nascondersi tra le stampe e gli oggetti». 

  • Usa, la protesta contro consumo carne di cane in Corea del Sud … – Sky Tg24

    Usa, la protesta contro consumo carne di cane in Corea del Sud … – Sky Tg24

    18 luglio 2018

    A Los Angeles in tanti hanno sfilato sotto il consolato di Seul per rispondere all’appello delle associazioni per fermare l’uso dei cuccioli in cucina, tradizione che ancora resiste nel Paese asiatico. Tra i manifestanti anche Kim Basinger e Priscilla Presley

  • Una tigre in salotto: 7 curiosità sul “micio di casa” che lo … – Meteo Web

    Una tigre in salotto: 7 curiosità sul “micio di casa” che lo … – Meteo Web

    Il 29 luglio in tutto il mondo si celebrerà il Tiger Day, una data scelta dal 2010 per aumentare la conoscenza su questo grande felino ancora bisognoso di aiuto e tutela. In tutto il mondo restano appena 3.890 tigri, ed è proprio questo il numero di ‘adozioni simboliche’ che il WWF Italia vuole raggiungere entro i prossimi 10 giorni in una Maratona di raccolta fondi a favore dei progetti di tutela nei paesi dove vive il raro felino.

    Questa volta, in soccorso della tigre, il WWF ha rivolto un appello ai ‘gatti italiani’ chiedendo ai loro proprietari, attraverso la campagna “A-MICI” di adottare una tigre e inviare ai social Facebook, Instagram, Twitter, WWF un selfie col proprio micio che il WWF pubblicherà sui propri profili.

    L’obiettivo al livello globale è quello di raddoppiare il numero di tigri rimaste in natura entro il 2022, e impedire che vengano ancora cacciate per le loro pelli, denti, ossa e altre parti che il fiorente mercato illegale sfrutta con la complicità di trafficanti e funzionari corrotti.

    UNA TIGRE IN SALOTTO, 7 SIMILITUDINI TRA IL MICIO DI CASA E LA TIGRE. Nonostante la grande differenza di peso e misure il gatto e la tigre appartengono entrambi al mondo dei felini. Addomesticato il primo, selvaggio il secondo. La domesticazione del gatto è partita dalla regione mediterranea, soprattutto dal Nord Africa, dall’Egitto addirittura 5.000 anni prima di Cristo con la specie Felis libica nordafricana e il motivo era la difesa dei granai dai topi.  La tigre è sempre stata invece selvaggia ed eternamente solitaria: con i suoi 2,6 metri più quasi un metro e mezzo di coda la tigre nel mondo dei felini è senz’altro l’indiscusso regina. Eppure nonostante la sostanziale differenza di taglia sono tanti gli elementi comuni  tra la Panthera tigris e il Felis silvestris catus. L’unica vera grande differenza tra tigri e gatti domestici è il rapporto con i propri simili: animali essenzialmente solitari le tigri, tranne nei periodi degli accoppiamenti, animali sociali fino a formare nutrite colonie invece i gatti, un comportamento che li accomuna più ai leoni.

    Sette vite quelle dei gatti, secondo le leggende, ma anche sette cose da sapere sulla ‘tigre’ nascosta ‘in salotto’:

    1. Piccole e grandi prede. Che si tratti di antilopi, cervi o porcospini per la grande e famelica tigre, o di topi, lucertole e uccelli per il piccolo e scattante gatto, la sostanza è la stessa: un grande fiuto, un’enorme attenzione ai più piccoli movimenti e la straordinaria capacità di avvicinarsi alla preda senza destare il minimo sospetto sono le virtù che rendono i nostri amici felini degli straordinari cacciatori.
    2. Gioco con la preda. I cuccioli di tigre giocano con la preda come farebbe un gatto col topolino, un modo per imparare le tecniche di caccia e di gestione della cattura.
    3. Pulizia maniacale. Nella caccia è essenziale non lasciare alla vittima la possibilità di fiutarti in anticipo…ecco quindi per poter sfruttare al massimo l’effetto sorpresa, l’incredibile attenzione dei felini per l’igiene e la pulizia. Tigri e gatti possono passare le ore a leccarsi e lustrarsi, per una pelliccia a prova di “naso”.
    4. Niente tracce. Un altro ottimo stratagemma per non dare segnale della propria presenza e giocare di anticipo sulle proprie vittime è quello di non lasciare dietro di se evidenti segnali di presenza: proprio per questo tigri e gatti amano seppellire, meglio ancora se sotto la sabbia o la terra, le proprie feci.
    5. Segnali di accoppiamento. Nel folto della jungla, nelle savane asiatiche,  nelle foreste di mangrovie, oppure nelle strade urbane, nelle nostre case o al sicuro in un giardino, tutti i felini sanno bene come attirare un potenziale compagno nel periodo della riproduzione: tracce di urina, forti miagolii (o ruggiti nel caso delle tigri), scortecciamento di alberi (o divani nel caso dei gatti) sono tutti sistemi per attirare l’attenzione di un compagno con cui condividere l’avventura della riproduzione.
    6. Amore di Mamma. La mamma felino, come tutti sappiamo, sarà una straordinaria protettrice, nutrice ed educatrice: sia che si tratti di cuccioli di tigre o di cuccioli di gatto i piccoli cresciuti accanto alla mamma saranno capaci di sopravvivere nella foresta e nelle difficili città umane, imparando a cacciare qualunque cosa che si muova a portata dei loro artigli.
    7. Le fusa. La tigre, tra i felini, è uno dei pochi che fa le fusa, esattamente come un gatto. Si pensa faccia parte del comportamento nuziale, cioè del corteggiamento, della relazione madre-piccoli, ma li può vedere con evidenza anche nei casi  in cui le tigri sono in cattività, quando hanno un rapporto affettuoso con il loro conduttore.