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    andrea
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    per fortuna negli ultimi anni l’opinione pubblica si è interessata sempre più al benessere e al trattamento dei cani, sensibilizzando notevolmente tutti gli appassionati cinofili e tecnici del settore.
    va premesso che un vero cinofilo, in quanto mosso dall’amore per il cane, è da sempre attento al miglioramento delle condizioni di vita di esso e al suo rattamento in generale.
    questa importante rivoluzione non ha tardato ad influenzare anche le varie discipline sportive che si attuano con i cani, contribuendo a modificare in meglio i vari regolamenti di disciplina e la mentalità dei cinofili.
    nell’ambito dell’utilità e difesa questo processo di cambiamento è stato attuato grazie all’imporsi nel panorama mondiale di tecniche moderne di addestramento, particolarmente evolute, che hanno cambiato radicalmente la consuetudine corrente. si è passati sempre più da una mentalità dell’addestramento visto come sottomissione” e basato principalmente sull’istinto di evitare uno stimolo negativo ad un apprendimento logico motivato esclusivamente da un rinforzo positivo e dal desiderio di ottenerlo.
    queste tecniche, provenienti principalmente dai paesi scandinavi, si imposero sul finire degli anni novanta grazie ai successi sportivi realizzati dai promotori di tali tecniche, in particolare nella sezione dell’obbedienza. il pubblico cominciò a vedere dei cani che eseguivano gli esercizi velocemente e con un’espressione felice e desiderosa di gareggiare con il proprio conduttore.
    una rivoluzione importante riguardava anche gli esercizi di difesa, dove veniva dato sempre più peso all’istinto di preda del cane a discapito della sua aggressività, permettendo così un lavoro più chiaro in testa, e dimostrando all’opinione pubblica che gli esercizi di difesa dell’ ipo costituiscono solamente un divertente gioco per il cane e non ne esaltano in alcun modo l’aggressività perché l’istinto di difesa non viene mai attivato.
    nel 2004 la germania, grazie all’opera del responsabile dell’addestramento s.v. günther diegel, che è anche un famoso giudice d’utilità, introduce l’opera “leistungsrichterleitfaden” (criteri guida per i giudici), che sarà destinata a influenzare radicalmente i criteri di giudizio, sia in germania che in tutto il mondo, grazie all’opera di influenza che la wusv (unione mondiale dei club del pastore tedesco) esercita nei paesi membri. il principio cardine di questo testo è costituito dal fatto che in tutte e tre le sezioni dell’utilità (pista-obbedienza-difesa), ai fini del giudizio è determinante la presenza di tre componenti principali presenti e riconoscibili nell’esecuzione dell’esercizio da parte del cane.
    queste sono: la technik (tecnica), che va intesa come la precisione di esecuzione, la trieb (spinta) che va intesa come la velocità di esecuzione, e l’harmonie (armonia) del binomio cane-conduttore che va intesa come l’espressione del cane stesso nell’esecuzione.
    dei tre, quello più importante ai fini dell’ottenimento della massima qualifica di eccellente, e anche il più difficile da raggiungere, è l’armonia.
    la difficoltà nell’ottenerla consiste proprio nel fatto che la stessa deve esistere e mantenersi durante tutto il corso della vita, sia normale che sportiva del cane. questo vuol dire che per mantenere l’espressione positiva e felice del cane durante l’esecuzione degli esercizi bisogna sempre e in ogni momento rispettarlo e mantenere un rapporto con lui e con il suo addestramento il più naturale e armonico possibile.
    l’unica strada che porta a questo è l’utilizzo di metodi di addestramento rispettosi del cane e che tengano esclusivamente conto del rinforzo positivo facendo leva sul desiderio di “fare” del cane.
    il risultato di ciò è l’ottenimento di un cane addestrato attivo, cioè che desidera fare per ottenere, non più di un cane reattivo, che reagisce per evitare qualcosa.
    in seguito all’influenza esercitata dal leitfaden non sono tardati a verificarsi importanti cambiamenti nei giudizi dei campionati del mondo wusv.
    grazie ai criteri guida impartiti dal responsabile delle piste degli ultimi due mondiali wusv, il giudice tedesco jürgen ritzi, a partire dall’edizione danese, i tracciatori, hanno iniziato a calpestare il terreno di ricerca a passo normale eseguendo così anche gli angoli. ciò ha comportato un elevato numero di nq ma ha introdotto un importante cambiamento, facendo capire che è necessario lasciare al cane che cerca un’autonomia nel lavoro che è possibile ottenere riservando al cane la capacità di decidere e ragionare nel lavoro. quindi un cane più libero e autonomo, non oberato da troppa pressione proveniente da dietro, ma tranquillo e fiducioso nell’appoggio del suo conduttore. anche il criterio di giudizio del giudice finlandese keijo kodis dell’edizione 2007 della wusv si uniformava a questa visione.
    la sezione dove si può notare maggiormente l’armonia tra cane e conduttore è sicuramente l’obbedienza. qui è veramente importante dare peso all’espressione del cane perché soggetti che eseguono gli esercizi rapidamente e in modo preciso sono spesso il frutto non di un addestramento armonico e basato su leve positive, ma su lavorazioni in forte “pressing”. quello che smaschera questi sistemi di addestramento è appunto l’espressione del cane che racconta in maniera inequivocabile, ad un occhio esperto, la storia del suo addestramento.
    anche negli esercizi di difesa, grazie all’opera del giudice svedese pierre wahlström, si è iniziato a cambiare mentalità. questo giudice, capace e carismatico sia con la cartellina che con il cane, ha suscitato molte polemiche e dissensi quando ha giudicato la sezione c al mondiale wusv del 2005 ad haguenau (f). il suo criterio di giudizio in quell’occasione dava un peso determinante all’armonia del lavoro del cane, che doveva essere in simbiosi, ma indipendente dal suo conduttore. in tutte le fasi di condotta, di trasporto, sia laterale che da tergo, wahlström desiderava che il cane fosse sì sotto controllo, ma sempre vigile sul figurante e non “sottomesso” ai comandi o all’avvicinarsi del suo conduttore. egli attribuiva grande importanza alla fase di transizione, dal passaggio del morso al momento di lasciare la presa. in questo punto era determinante che il cane non si innervosisse ma mantenesse una presa forte e calma fino al momento di lasciare, questo avveniva in modo chiaro e pulito. in quell’occasione molti cani che avevano imparato a lasciare con la “pressione” hanno avuto grossi problemi ad avanzare in classifica.
    tutto questo ci fa capire la responsabilità che il corpo giudicante porta con sé. essi costituiscono la classe dirigente del nostro settore e pertanto sono i primi che possono realizzare un cambiamento direttamente dall’interno. È molto importante cogliere queste innovazioni a livello mondiale, globalizzandosi e ammodernandosi al nuovo futuro dell’addestramento e dello sport con i cani.
    tutto questo è fondamentale per un miglioramento dei rapporti tra l’utilità e difesa e l’opinione pubblica, nonché per il benessere sia fisico che psichico dei nostri cani.
    il fatto che dei nostri giudici vengano chiamati all’estero per giudicare o tenere dei corsi è sicuramente un ottimo segnale di come esistano anche da noi delle figure carismatiche e capaci di attuare e diffondere questi cambiamenti.
    pertanto il futuro del nostro sport è sicuramente racchiuso in tre semplici parole: “yes, we can!”.

    gabriele dalle mulle
    i nostri cani

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