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    andrea
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    mi occupo di pet therapy da 6 anni, a catania, con strutture sanitarie di vario tipo (rsa residenza serena, cta villa major, istituto medico psicopedagogico lucia mangano, a breve inizierò con altre due strutture sanitarie) e presso il mio centro cinofilo con pazienti non ricoverati presso strutture sanitarie. svolgo queste attività perché sono convinto, come è stato scientificamente provato, che la relazione con un animale possa stimolare in molti soggetti l’attività cognitiva e comunicativa. per questo genere di attività lavoro sia con i rottweiler che con i golden retriever perché ritengo che i cani di tutte le razze canine (anche meticci) anche quelle considerate pericolose come i rottweiler, purché adeguatamente selezionati, addestrati e guidati, possono essere dedicati alla pet therapy (infatti i rottweiler con cui lavoro sono certificati secondo un protocollo americano). ogni cane ha il suo carattere, la sua indole e in base a questo instaura rapporti diversi. un addestratore attento sa capire che tipo di cani utilizzare in base alle occasioni, alle persone, al momento. È indispensabile saper rispettare i tempi e i percorsi dei singoli pazienti.
    i programmi di pet therapy vengono concordati con l’equipe sanitaria in base alla tipologia di pazienti (alzheimer, pazienti psichiatrici, affetti da sindrome di down…). solitamente mi reco due volte a settimana presso le strutture sanitarie: nel corso degli incontri i pazienti si avvicinano progressivamente al cane, imparano a giocare con lui (tirargli la pallina, il riporto, seduto, terra…), prendersi cura di lui (lavarlo, spazzolarlo). in un prima fase si costruisce il rapporto con il cane. l’istruttore/conduttore, che è l’elemento tranquillizzante, decide i rapporti di vicinanza-lontananza tra cane e paziente. per il paziente è una fase ludica, mirata a creare un legame affettivo, prendere confidenza con l’animale. si favorisce l’iterazione cane-ospite privilegiando il canale della comunicazione non-verbale. in una seconda fase il paziente assume un ruolo attivo. si passa quindi al gioco che rafforza il legame stimolando il contatto fisico, favorisce l’innalzamento del tono dell’umore, l’espressione di emozioni positive, migliora l’interazione. gli ospiti imparano a prendersi cura degli animali: il gesto di accarezzare, pulire, spazzolare il cane potenzia il rispetto dell’altro e quindi di se stesso, l’evocazione di una dipendenza diretta, fisica dell’animale dall’uomo favorisce l’emergere di stimoli positivi favorendo l’autostima, la consapevolezza di sé e l’autonomia. durante l’attività si valutano vari parametri indicativi: stato emotivo, livello motorio, aspetto affettivo, livello di comunicazione (verbale, gestuale), aspetto cognitivo di presa in carico di una consegna.
    nel corso degli anni abbiamo riscontrato risultati molto soddisfacenti: aumento del senso di autostima, dell’autocontrollo, dell’indipendenza e della autonomia, dando un impulso alla cura di se stessi; miglioramento dell’espressione delle emozioni, diminuzione dell’aggressività, incentivazione della comunicazione verbale e di conseguenza delle relazioni sociali.
    inoltre periodicamente andiamo con i pazienti e i cani in passeggiata: i pazienti imparano così a gestire gli animali nel contesto cittadino favorendo il contatto con l’esterno (tramite il cane stanno attenti ad attraversare sulle strisce, a camminare sul marciapiede, in mezzo alle macchine ed alle persone…). periodicamente sono i pazienti a recarsi presso il mio centro cinofilo, occasioni per fare attività fisica, per imparare nuovi esercizi da attuare con il cane, ma anche occasione per interagire con persone nuove in ambiente diverso dal solito. alcuni pazienti sono riusciti perfino a preparare e condurre i cani a gare e mostre del settore.
    un’altra esperienza, nell’ambito di pet therapy, molto positiva è quella di cristiano – un ragazzo affetto da autismo secondario, ritardo mentale grave da encefalopatia rubeolica, grave deficit visivo, ipoacusia grave – e brenda, un rottweiler di due anni allevato e istruito da me, che, da quando era cucciola, vive con cristiano e lo aiuta a sorridere! cristiano e la sua famiglia (mamma, papà e sorellina) vengono al centro da me due volte la settimana per il coordinamento delle attività e per l’istruzione del cane. l’obiettivo è quello di riuscire a far concentrare cristiano su brenda tramite semplici azioni (lancio della pallina, somministrazione di bocconcini…). riuscire in queste attività, che possono sembrare banali, per cristiano, vista la sua delicata situazione, è un risultato inatteso.

    francesco pavone
    http://www.theflyingblackdog.com

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