Il serpente di mare dal ventre giallo non ha braccia ed è lungo più o meno quanto una baguette, ma questo non gli ha impedito di andare alla conquista degli oceani di tutto il pianeta.

Ulteriori evidenze hanno appena mostrato che questi rettili viaggiano per il globo semplicemente lasciandosi trasportare dalla corrente. In base alle simulazioni degli scienziati, possono andare alla deriva in questo modo per migliaia di chilometri, arrivando a percorrerne oltre 30.000 nel giro di un decennio. Il che significa, perlomeno a livello teorico, che uno di questi serpenti è in grado di partire dai dintorni delle Filippine e arrivare a Est delle Hawaii, oppure di viaggiare dal Messico fino all’isola di Mauritius nell’Oceano Indiano occidentale. 

“Sono impressionato, specialmente perché si tratta di una specie relativamente piccola”, commenta François Brischoux, biologo del National Center for Scientific Research francese e co-autore del nuovo studio. Con i suoi 200 grammi di peso, il serpente “non si può mettere a confronto con una balena, ma percorre distanze paragonabili a quelle coperte dai cetacei”.

Questo serpente marino è decisamente degno di nota per essere

un animale che pesa meno di un mango. Respira aria, ma può rimanere sott’acqua per tre ore e mezzo. Il suo arsenale include un veleno che può uccidere una persona – anche se le morti note sono rare – e una coda a forma di pagaia che lo aiuta a navigare attraverso le acque. Non vive mai sulla terraferma e può sopravvivere anche per mesi in condizioni di disidratazione. 

Serpenti e correnti

Nonostante queste abilità, non si spiega come la specie sia riuscita a migrare dal suo luogo d’origine, nel Sud-Est asiatico, fino alle Americhe e all’Africa. Nessun altro serpente, di terra o marino, ha un areale di diffusione tanto ampio. A complicare la situazione, il serpente marino dal ventre giallo ha fatto di tutto per impedire ai ricercatori di monitorarlo. Negli anni ’70 del secolo scorso uno scienziato ha taggato quasi cento esemplari, ma è riuscito a ricatturarne solo quattro. Mentre si trovavano in mare al largo della Costa Rica, Brischoux e colleghi hanno visto molti serpenti in mezzo a dei banchi di detriti galleggianti, ed è così che hanno intuito che si spostano dove li porta la corrente.

Usando dei programmi che simulano le correnti oceaniche, i ricercatori hanno seguito i progressi di oltre 10.000 “serpenti virtuali”, messi in balia delle correnti da 28 diversi siti in cui vive questa specie. Dopo un decennio di viaggio sulla cresta dell’onda, scrivono gli scienziati sulle pagine di Biology Letters, il 12% dei serpenti era ancora vivo. Per di più, la loro diffusione nella simulazione corrisponde all’odierno areale della specie.

Un buon contributo genetico

Questi risultati aiutano anche a spiegare perché i serpenti marini provenienti dal Pacifico orientale e occidentale sono geneticamente simili, nonostante vi siano enormi distanze a dividerli. Gli esemplari viaggiatori aiutano a garantire una buona variabilità genetica attraverso le popolazioni, aggiunge Brischoux.

Questo tipo di lunghi viaggi nei rettili era già noto alla scienza, persino tra le specie che vivono principalmente sulla terraferma, ma si tratta di spostamenti avvenuti quando i continenti erano più vicini tra loro. Le iguane delle isole Fiji, nel Pacifico orientale, sono originarie del Sudamerica. I coccodrilli stessi hanno viaggiato dall’Africa fino alle Americhe, dice Peter Uetz, curatore del Reptile Database e professore alla Virginia Commonwealth University.

Queste avventure epiche contribuiscono a rendere plausibili i risultati del nuovo studio, dice Uetz, ma l’esperto rimane “un po’ scettico” perché la maggior parte dei dati sui serpenti marini arriva da esemplari avvistati vicino alla costa. Quello che succede in oceano aperto potrebbe essere molto diverso, spiega. Sappiamo, ad esempio, che i serpenti tropicali non sono propriamente a loro agio nell’acqua fredda. 

Il modello, ribatte Brischoux, ha mostrato che molti degli animali sono riusciti a spostarsi per decenni senza trascorrere troppo tempo in quelle acque gelide che sarebbero costate loro la vita. “Non mi aspettavo un tasso di sopravvivenza tanto elevato… né le enormi distanze che [i serpenti virtuali] sono stati in grado di percorrere”.

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