Un consiglio regionale della Nuova Zelanda ha proposto di bandire tutti i gatti domestici della zona per proteggere gli animali indigeni della zona.

Il “programma anti-parassiti” della regione del Southland prevedrebbe che tutti i gatti domestici della regione, a partire dal villaggio di Omaui, siano sterilizzati, muniti di microchip e registrati. Poi, alla morte dell’animale, i residenti non potranno averne un altro.

L’agenzia regionale Environment Southlad, infatti, sta mettendo in piedi un programma per salvaguardare gli animali nativi della zona e, in particolare, gli uccelli che vengono messi in pericolo proprio dai gatti.

Il programma fa parte di un ambizioso piano nazionale che vuole vedere una Nuova Zelanda priva di predatori per la propria fauna autoctona entro il 2050. Il piano è stato introdotto nel 2016 dopo che il governo ha stimato un danno sull’agricoltura di circa 1,7 miliardi di dollari causato da predatori come opossum e ratti all’anno.

“Non odiamo i gatti, ma vorremmo vedere dei padroni di gatti responsabili e questo non è veramente un posto adatto ai gatti”, ha spiegato John Collins dell‘Omaui Landcare Trust.

I gatti domestici, lasciati liberi di vagare, cacciano i rari uccelli della regione, ma mangiano anche gli insetti e i rettili che trovano nelle vicinanze, causando un certo danno alla fauna locale.

In passato, lo stesso consiglio aveva lavorato per ridurre il numero di roditori e opossum a piede libero nella zona per permettere a uccelli e rettili di vivere tranquillamente.

Secondo gli ambientalisti avere la possibilità di avvistare uccelli e rettili indigeni nel proprio giardino di casa sarebbe soddisfacente quanto possedere un gatto domestico, ma molti residenti non sono d’accordo.

“Da un giorno all’altro ti dicono che è finita per i tuoi gatti, i tuoi amati piccoli animali. O vengono imprigionati nelle trappole, o quelli che sopravvivono non possono essere rimpiazzati”, ha detto Terry Dean, uno dei residenti, a Newshub.

Un’altra residente, Nico Jarvis, ha invece spiegato che i suoi tre gatti sono per lei l’unico modo per combattere il problema che il villaggio ha con i roditori: “Se non posso avere un gatto, diventa quasi insalubre per me vivere qui”.

I residenti hanno due mesi per dare la propria opinione sul divieto di possedere gatti.

Nel frattempo, anche una parte dell’isola di Kapiti ha vietato i gatti e il consiglio municipale di Auckland sta preparando una legge che permetta loro di uccidere ogni gatto privo di microchip trovato in un “sito ecologicamente significativo”.

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