PRIGNANO. Vedere il proprio cane sbranato vivo, sentire le sue urla e non potere far nulla. Choc nella campagna di Prignano, dove si registra un nuovo tremendo episodio di attacco da parte di cani inselvatichiti (probabilmente incrociati coi lupi) ai danni di animali domestici. È successo nei giorni scorsi a Morano, nel retro dell’azienda agricola di Elio Braglia, all’inizio di via Chiesa. «Erano circa le 20 – racconta Braglia – ero lì dalla stalla con mia sorella Ines quando abbiamo visto il nostro cane Bingo di mezza taglia, un incrocio con un setter di due anni, allontanarsi una cinquantina di metri da casa perché aveva sentito qualcosa tra la boscaglia. Ha cominciato ad abbaiare ed è stato un attimo: sono venuti fuori due cani che sembravano lupi che gli sono finiti subito alle spalle per impedirgli di tornare verso casa. E così facendo, con una chiara tattica da branco, l’hanno spinto ancora verso il bosco dove sono usciti altri quattro cani lupo: l’hanno accerchiato in sei, noi lo chiamavamo disperati ma lui non aveva via d’uscita». E i padroni non potevano soccorrerlo, se non volevano anche loro correre il rischio di essere attaccati. Poi la fine: «Gli sono saltati addosso – continua Braglia – abbiamo sentito i suoi guaiti terribili, per fortuna durati poco. L’hanno finito subito per poi portarlo via nei boschi. Sono andato a cercare e cercare ma non ho trovato niente di lui». Un episodio allarmante, sia perché avvenuto a 50 metri da casa, sia perché è solo l’ultimo di una serie ormai lunga: «Tra questo versante di Prignano, quello di Polinago che parte da San Martino e Talbignano, e dall’altra parte la zona di Monchio e Palagano – ricorda Braglia – in due anni sono stati uccisi ormai venti cani da queste bestie che si muovono in branco. Di un cagnolino sono rimasti solo dei resti attaccati alla catena. Dicono che non possono essere lupi, perché loro non attaccano l’uomo. Ma qualunque cosa siano, non possono essere lasciati liberi di agire in questo modo: io che li ho visti, posso dire che fanno davvero paura». Elio e Ines hanno altri due cani in cortile: Lilla, la madre di Bingo (meticcia tipo lupetto con le orecchie a punta) e Toby, un setter di razza. Dopo questo episodio, alla sera vengono tenuti in casa: «Se mi toccano la Lilla, io ribalto il mondo – dice Ines – già è stata una cosa scioccante vedere sbranato vivo Bingo, non voglio che accada altro. Adesso non li prendiamo neanche più con noi nei campi. Ma non possiamo vivere nellapaura». «Il guaio – sottolinea Elio – è che questi cani selvatici, chiamiamoli così, si riproducono in fretta e ormai sono tanti. Con l’abbattimento o no, chi è responsabile della fauna deve affrontare il problema. Venga qui a sentire la gente, e si accorgerà che hanno tutti paura».

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