Spagna: ragazzo uccide gatto in lavatrice e posta video: 320mila firme per metterlo in galera

Uccide gatto in lavatrice e posta video: 320mila firme per metterlo in galera

MADRID – La miscela fatta di lavatrici, social e gatti è diventata una miscela esplosiva.

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Pericolosa almeno per i nostri amici pelosi che periodicamente finiscono ammollo in una centrifuga, con i padroni spesso impegnati più a filmare il tutto pensando a YouTube che a mettere all’asciutto il malcapitato felino. Dall’Andalusia arriva ora una storia che di casuale non ha nulla e che ha fatto scattare l’indignazione generale. Naturalmente convogliata anche lei attraverso la rete. E’ la storia di un gatto nero infilato in una lavatrice per punizione, per aver tentato di avere un rapporto con chi non doveva e finito su internet dove la sua esecuzione è stata vista e scaricata migliaia di volte.

Siamo in Spagna, dove oltre 300 mila persone hanno chiesto una pena esemplare per l’autore dell’orribile gesto ma dove la pena massima prevista per questi casi è di un anno e mezzo, spesso ‘abbonati’ quando si tratta di incensurati. La vittima è un gatto, nero, e l’assassina una 23enne originaria di Mengibar, nella provincia andalusa di Jaén, non lontano da Cordova. La colpa del felino quella di aver tentato di mettere incinta la gatta della suddetta ventitreenne che, per vendicarsi e per monito agli altri mici latin lover, ha deciso di infilarlo nel cestello della sua lavatrice. La giovane ha quindi azionato il pulsante del lavaggio e ha filmato l’intera scena, mentre l’animale miagolava disperato, postando poi il video su Instagram col titolo ‘Gatolavadora’. I gatti però, è cosa nota, hanno almeno sette vite e in qualche caso persino nove, oltre alla fastidiosa abitudine di sopravvivere ai lavaggi.

Prima della storiaccia spagnola social e media tradizionali hanno raccontato con gioia ed entusiasmo le peripezie a buon fine di altri gatti finiti in mezzo a mutande e calzini e sopravvissuti a lavaggio e prelavaggio. Ma non è il caso del gatto spagnolo che, forte delle sue tante vite, è sopravvissuto al primo lavaggio ma non al secondo. La moralizzatrice dei costumi felini non si è infatti data per vinta, e quando ha visto che il pericoloso stupratore era sopravvissuto, ha avviato un secondo ciclo di lavaggio, dopo aver aggiunto altro detersivo, spiegando ‘che non era stato lavato bene, quelli che dicono che i gatti hanno nove vite sembra abbiano ragione, figlio di p….’.

Alla fine del secondo giro il micio era inevitabilmente agonizzante e incapace di muovere le zampe anteriori ed è morto poco dopo. Che la giovane in questione abbia dei problemi che vanno oltre l’educazione civica e la normale sensibilità è testimoniato anche da sue altre brillanti esternazioni social come da quelle del fratello altrettanto imbarazzante. Lei, non paga e inseguita dall’indignazione in rete ha infatti pubblicato la foto di un cane tenuto per il collo con la didascalia: ‘La prossima vittima. Non volete che uccida i gatti, allora ucciderò i cani’. Il fratello, identificato con le iniziali F. V. M., per non essere da meno ha invece registrato un video dove aizza i suoi cani da caccia a prendere e uccidere un gatto, anche lui nero, e poi caricato il filmato su YouTube. Orrore in rete ed indignazione che viaggia sullo stesso terreno.

Dopo la diffusione del video il Partito Animalista spagnolo (PACMA) ha chiesto ‘una pena detentiva esemplare’, ma è on line che la richiesta di giustizia è diventata di massa con la petizione sulla piattaforma Change.org che ha sfondato le 320mila adesioni. Sono passati 50 anni da quando Andy Warhol disse che ‘in futuro tutti saranno famosi per 15 minuti’. Quel futuro è arrivato, ma per raggiungerlo più che andare avanti sembra che la nostra società abbia preferito andare indietro.

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