TRENTO. Di certo è stata una vacanza, tra Puglia, Basilicata e Calabria, che non si scorderanno mai. Di quelle da raccontare. Positivamente. Perché per il viaggio di ritorno hanno caricato in macchina non solo olio, pomodori, melanzane e mozzarelle, ma anche quattro cuccioli di cane. Che, all’inizio, erano sette.

Jacopo Bertoni, 20 anni, studente universitario a Fisica e Anna Zamboni, 19, fresca di diploma al liceo delle scienze umane, stavano passeggiando, in campagna, dalle parti di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, quando, il giorno prima di Ferragosto, hanno trovato, abbandonati in una borsa della spesa, sette cuccioli di cane.

La cosa migliore sarebbe stata portarli in qualche ricovero per cani. Chiesto in giro, recuperato l’indirizzo di un canile, si sono sentiti dire di no, che era pieno, che in zona era in corso un’epidemia, che i “piccoli” non sarebbero sopravvissuti comunque.

Non c’erano alternative. Dopo aver recuperato un po’ di cibo e qualche prodotto anti zecche di cui i cani erano pieni, hanno iniziato la risalita dello stivale con i sette a bordo. Ed ogni volta che la coppia si fermava in una piazzola, in un autogrill o in uno spiazzo, gli occhi dei presenti erano tutti per quei piccoli cani.

Dalle parti di Battipaglia, in Campania, fuori da un caseificio, una signora ha allora chiesto di potersene prendere un paio, per i nipoti. Ma non è finita lì. Tra Toscana ed Emilia, altro autogrill: questa volta è una volante delle polizia stradale ad essere attirata dalla ben strana combriccola, con uno dei poliziotti intenerito a tal punto da prendersene uno da portare ai figli. Ed è successo anche in altri posti di ristoro, su per l’Italia. Ma i ragazzi questa volta hanno tenuto duro. E a Cognola, dove vive Jacopo con i genitori e la sorella Arianna, sono arrivati in quattro: Charlie, Athena, Zeus e Perla. Stanno bene, mangiano a quattro palmenti, dormono alla grande per riposare dal viaggio.

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