23/novembre/2016 – h. 10.53

E’ accusato di aver ucciso il gatto della sua vicina con una crudeltà inaudita.

L’avrebbe prima catturato utilizzando una tagliola, per poi eviscerarlo e gettare i resti nel cortile della donna. Si è aperto ieri davanti al tribunale monocratico di Rimini il processo a carico di un 76enne (difeso dall’avvocato Aldo Pancini) per uccisione di animali. Parte civile la nipote dell’imputato, una 60enne invalida da anni e confinante con l’abitazione dell’uomo, situata in aperta campagna in Valconca.

La donna (assistita dall’avvocato Maria Luisa Trippitelli) è un’amante degli animali, in particolare dei gatti, di cui ama circondarsi. Gatti che ogni tanto sparivano all’improvviso, in modo misterioso. Dietro queste sparizioni la 60enne aveva iniziato a sospettare che potesse esserci la mano dello zio, che in più di un’occasione aveva minacciato di farle E’ fuori i suoi amati felini. L’uomo, infatti, non sopportava di ritrovarseli nella sua proprietà, da qui l’avvertimento: “Tieniti i gatti sotto al letto, altrimenti li ammazzo tutti”. 

Minacce, udite anche da alcune amiche della 60enne, alle quali seguiro due

episodi inquietanti. Il primo a fine 2014, quando la figlia della 60enne, in partenza per le ferie, chiese alla madre di occuparsi per qualche giorno del suo Labrador. Tornata dalle vacanze, trovò il cane ferito ad una zampa. Colpa di una tagliola nella quale l’animale era rimasto intrappolato. Il secondo invece a inizio 2015, quando la 60enne trovò nel suo giardino un sacchetto chiuso con una cordicella contenente i resti di uno dei suo gatti. Spaventata da quel macabro ritrovamento, la donna informò subito i carabinieri che, giunti sul posto, avviarono le indagini. Nel frattempo la carcassa del povero micio fu sottoposta ad ispezione veterinaria, dalla quale emerse che il felino era stato ferito con una trappola utilizzata per il bracconaggio e successivamente squartato. 

Le indagini dei carabinieri si concentrarono fin da subito sullo zio della donna, che ancora oggi continua a respingere con forza ogni accusa. Ora dovrà farlo davanti a un giudice, dal momento che è finito alla sbarra per uccisione di animali, reato punito con la reclusione da quattro mesi a due anni. La

prossima udienza si terrà il prossimo 7 febbraio.

Lamberto Abbati

E’ accusato di aver ucciso il gatto della sua vicina con una crudeltà inaudita. L’avrebbe prima catturato utilizzando una tagliola, per poi eviscerarlo e gettare i resti nel cortile della donna. Si è aperto ieri davanti al tribunale monocratico di Rimini il processo a carico di un 76enne (difeso dall’avvocato Aldo Pancini) per uccisione di animali. Parte civile la nipote dell’imputato, una 60enne invalida da anni e confinante con l’abitazione dell’uomo, situata in aperta campagna in Valconca.

La donna (assistita dall’avvocato Maria Luisa Trippitelli) è un’amante degli animali, in particolare dei gatti, di cui ama circondarsi. Gatti che ogni tanto sparivano all’improvviso, in modo misterioso. Dietro queste sparizioni la 60enne aveva iniziato a sospettare che potesse esserci la mano dello zio, che in più di un’occasione aveva minacciato di farle fuori i suoi amati felini. L’uomo, infatti, non sopportava di ritrovarseli nella sua proprietà, da qui l’avvertimento: “Tieniti i gatti sotto al letto, altrimenti li ammazzo tutti”. 

Minacce, udite anche da alcune amiche della 60enne, alle quali seguiro due episodi inquietanti. Il primo a fine 2014, quando la figlia della 60enne, in partenza per le ferie, chiese alla madre di occuparsi per qualche giorno del suo Labrador. Tornata dalle vacanze, trovò il cane ferito ad una zampa. Colpa di una tagliola nella quale l’animale era rimasto intrappolato. Il secondo invece a inizio 2015, quando la 60enne trovò nel suo giardino un sacchetto chiuso con una cordicella contenente i resti di uno dei suo gatti. Spaventata da quel macabro ritrovamento, la donna informò subito i carabinieri che, giunti sul posto, avviarono le indagini. Nel frattempo la carcassa del povero micio fu sottoposta ad ispezione veterinaria, dalla quale emerse che il felino era stato ferito con una trappola utilizzata per il bracconaggio e successivamente squartato. 

Le indagini dei carabinieri si concentrarono fin da subito sullo zio della donna, che ancora oggi continua a respingere con forza ogni accusa. Ora dovrà farlo davanti a un giudice, dal momento che è finito alla sbarra per uccisione di animali, reato punito con la reclusione da quattro mesi a due anni. Laprossima udienza si terrà il prossimo 7 febbraio.

Lamberto Abbati

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