Denaro contante nei flaconi di shampoo, nascosti all’interno delle cinture, o cucito dentro le fodere dei trolley. Dall’inizio dell’anno sono un’ottantina le persone scoperte mentre tentavano di trasportare valuta alla frontiera dell’aeroporto di Torino, per un ammontare di oltre 900mila euro. Fondamentale, per l’attività Guardia di finanza, il fiuto del cane addestrato Zeby.

Gli stratagemmi per il traffico illecito

Le banconote venivano immerse, in certi casi, nei flaconi profumati di shampoo e bagno schiuma, nel tentative di sviare il fiuto del cane con l’odore del sapone aromatizzato e passare così la frontiera senza dichiarare i soldi. I controlli sono stati effettuati dai militari delle Fiamme gialle, assieme ai funzionari dell’Agenzia delle entrate. La stragrande maggioranza dei fermati allo scalo aeroportuale di Torino-Caselle proveniva dal continente asiatico. Quelli in partenza, invece, erano diretti a Istanbul, in Turchia.

Il “cash dog” Zeby

I tentativi messi in atto dai passeggeri, tuttavia, si sono rivelati vani, visto l’infallibile fiuto del “cash dog” Zeby, in servizio presso l’aeroporto. Così sono chiamati i cani addestrati al fiuto delle banconote. Si tratta di unità cinofile in dotazione alla Guardia di finanza: di solito sono cani di razza Labrador, dotati di fiuto infallibile, utilizzati per contrastare il traffico illecito di valuta. Per l’adddestramento si utilizzano le banconote deteriorate che la Banca d’Italia destina al macero. A Torino il cane Zeby si è reso già protagonista di diverse operazioni che hanno portato al sequestro di migliaia di banconote.

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