Per la biodiversità di vuole naso. E così i ricercatori del progetto Life «MIPP» (Monitoring of insects with public participation) — coordinato dal Corpo Forestale dello Stato e cofinanziato dall’Europa nell’ambito del programma LIFE+ (LIFE11 NAT/IT/000252) — hanno messo in campo Teseo, il primo cane italiano addestrato per trovare uno scarabeo raro chiamato «Osmoderma eremita». Il Golden Retriever, nato il 22 marzo del 2013, come un vero e proprio «Osmodog», riesce a captare, grazie al suo fiuto, il feromone prodotto dall’insetto, così importante per il benessere degli ecosistemi forestali in cui vive da esser stato inserito dalla «Direttiva Habitat» tra le specie animali da proteggere dai pericoli derivanti dalla distruzione e frammentazione dell’habitat.

Addestrare il cane per censire gli insetti

Addestrando il cane a riconoscere l’odore della sostanza, i ricercatori sperano di riuscire a censire le popolazioni italiane dell’Osmoderma i cui esemplari vivono all’interno delle cavità di tronchi e sono per questo difficilmente individuabili a occhio nudo. Il caso di Teseo si basa su un esperimento condotto in Nuova Zelanda dove alcuni cani sono stati addestrati con successo per la ricerca del kapoko, un raro uccello non volante. In Europa, invece, gli unici esempi di cani addestrati alla ricerca di insetti utilizzando la «scia» chimica che questi emettono riguardano esclusivamente casi di specie invasive introdotte in Europa dall’Asia. «Attualmente Teseo ha già imparato a individuare le larve del coleottero fiutando il loro particolare odore – spiega Fabio Mosconi, che sta seguendo l’addestramento di Teseo – ma ora vogliamo capire se riesce a discriminare l’odore delle larve da quello degli adulti e, soprattutto, se distingue l’odore di Osmoderma da quello di specie affini che potrebbero emettere scie chimiche simili».

Cittadini protagonisti della «citizen science»

Due sono gli aspetti innovativi del progetto: si tratta del primo esperimento italiano di citizen science a esser finanziato dall’Europa e del primo ad arruolare un cane per la ricerca di una specie da proteggere. Il coleottero si nasconde bene e i ricercatori hanno difficoltà a «stanarlo». Per questo Teseo è fondamentale: quando fiuta l’insetto, abbaia e segnala ai ricercatori che sul quell’albero si nasconde un esemplare. Tramite una app e grazie alle osservazioni effettuate da cittadini, vengono raccolti dei dati faunistici. «Per studiare alcuni fenomeni ecologici o naturali, come la distribuzione geografica delle specie o l’abbondanza delle popolazioni, è necessaria una grande quantità di dati che richiede un esteso sforzo di campionamento», si legge sul sito. Molto spesso il supporto di volontari si rivela determinante per la buona riuscita o addirittura per la fattibilità stessa di questo tipo di studi. «Il numero di dati che si possono ottenere tramite la partecipazione pubblica supera di gran lunga la capacità di lavoro di pochi ricercatori, permettendo così di ottenere risultati a scala geografica e temporale più ampia».

Cinque zone di ricerca

Le aree di studio prese in esame dai ricercatori sono cinque: la Foresta di Tarvisio in provincia di Udine, il Bosco Fontana a Mantova, le Foreste Casentinesi a cavallo tra Toscana ed Emilia-Romagna, Castel di Sangro in provincia de L’Aquila e il Bosco della Mesola a Ferrara. Teseo riesce anche a seguire la «scia» prodotta da altre due specie di coleotteri, l’Anoplophora glabripennis e l’Anoplophora chinensis.

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