anzaldicovaENCI contraria alla proposta Anzaldi: esenzione di allevatori professionali non basta. Favorevoli, con motivazioni, LAV e Lega del Cane.

Fra le prime voci contro l’emendamento dei deputati Anzaldi, Cova e Preziosi, l’ENCI si adopererà in ogni sede “per bloccare tale scellerata ipotesi” e spiega perchè l’esenzione -prevista dall’emendamento- degli allevatori professionali non basta.

Per il Presidente Dino Muto “se la proposta diventasse legge, infatti, verrebbero immotivatamente colpiti gli allevatori che producono annualmente un numero limitato di cucciolate e i proprietari dei cani di razza che nulla hanno a che vedere con il fenomeno del randagismo, ma che, al contrario, contribuiscono fattivamente alla diffusione della cultura cinofila in Italia”.

“Gli allevatori che iscrivono i propri cani al Libro genealogico (professionisti o meno), i proprietari e i detentori dei cani di razza non sono certamente coloro i quali contribuiscono al triste fenomeno del randagismo- spiega il Presidente Muto-  Attraverso il loro quotidiano impegno e grazie all’attenzione riposta verso l’educazione e la salute dei propri cani, con i sacrifici anche economici e nel più grande rispetto del benessere animale, favoriscono in modo determinante il corretto inserimento dei cani nel tessuto sociale del nostro Paese”.

Sulla proposta Anzaldi si sono invece dette favorevoli la Lega del Cane e la LAV. Per la prima, l’emendamento “è un primo passo per chiudere il rubinetto del randagismo, ma è ” imperfetto” perchè “non va a colpire proprio là dove si origina il randagismo: è incomprensibile l’esenzione per i pastori e i cacciatori. Vi sono aree del paese in cui proprio queste categorie producono la proliferazione di cani randagi, in seguito a continui accoppiamenti o ad abbandoni “mirati”.  La seconda si dice “a favore di una tassa sui cani non sterilizzati, ma solo se verranno eliminate dalla proposta di esenzione le categoria dei pastori e, grazie al possibile intervento dei Sindaci, quella dei cacciatori, nonché con l’inserimento di quella per gli allevatori di cani, quindi una tassa sulla riproduzione, vincolando i fondi così raccolti alla prevenzione del randagismo e a permettere gratuità o facilitazioni alla sterilizzazione di cani e gatti di proprietà dei Sindaci poiché vaganti o di categorie con riscontrati problemi economici”.

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