Grazie all’associazione GAIA, partner della LAV nella coalizione europea contro la sperimentazione animale, sono emerse incredibili violenze, ripetute quotidianamente, su animali “da laboratorio” in una delle più note Università di Bruxelles.

Da marzo a giugno di quest’anno, un investigatore in incognito dell’associazione animalista belga ha lavorato come custode di animali presso l’Animalarium della Vrije Universiteit di Brussels – VUB – diventando testimone di maltrattamenti, negligenza, cure insufficienti e di metodi di uccisione crudeli e scioccanti.

Le violenze, effettuate su topi, ratti, conigli e maiali sono state documentate in un video-choc (immagini poco adatte ad un pubblico sensibile).

Sulla base di queste evidenze, l’associazione GAIA chiede che vengano fatti ulteriori accertamenti e che queste violazioni non rimangano impunite, portando almeno alla sospensione immediata dell’autorizzazione delle procedure sugli animali.

La VUB è una delle più note università che allevano e utilizzano animali per studi di cancerogenesi, fertilità, diabete, Parkinson e disturbi comportamentali, come depressione e ansia, investigazioni dolorose che comportano anche nuoto forzato, chirurgia invasiva al cervello e sviluppo indotto di tumori.

Durante l’investigazione sono emerse cose agghiaccianti: soppressione per distacco della vertebra cervicale, effettuato con penne e altri strumenti impropri; gravi segnali di stress e dolore totalmente ignorati dal ricercatore; animali ancora vivi che vengono decapitati o messi in freezer coscienti e, addirittura, teste di cuccioli mozzate con le forbici. Gravi negligenze anche nell’accudimento quotidiano degli animali, lasciati in gabbie sporche, senza controlli post-operatori, topi impazziti e maiali con evidenti segni di nevrosi e stress, derisi o ignorati. L’investigatore di GAIA afferma “è stata un’esperienza frustrante. In numerose occasioni ho esortato i miei superiori e i colleghi ad agire, ma invano. Mi è stato chiaramente detto che stavo esagerando”.

Una volta che le videocamere sono entrate in quello stabulario, sono state filmate  azioni di maltrattamento, cattiva gestione degli animali, inconcepibili risate o dimenticanze; queste atrocità devono essere punite perché illegali e immorali. Inoltre, i laboratori non possono restare dei luoghi intoccabili, nascosti da muri invalicabili

E’ necessaria la massima trasparenza, perchéperché la ricerca su animali viene pagata ogni anche dai cittadini ed è un diritto, almeno, sapere cosa accade con i nostri soldi, oltre a chiedere una scienza diversa, utile e predittiva, basata su metodi alternativi perché quella raccontata nel video di GAIA e la sperimentazione animale, non si possono definire scienza.

Michela Kuan
Responsabile Area Ricerca senza Animali

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