de biasiLa Presidente della Commissione Sanità: “Serve che il ministero della Salute dica parole chiare e io ho già sollecitato il ministro in più sedi”.
“La procedura d’infrazione Ue contro l’Italia, per le limitazioni eccessive previste all’uso di animali a scopi scientifici rispetto alla direttiva europea di riferimento, “è già iniziata e richiede una decisione rapida. Cioè ottemperare a quanto richiesto”.  Lo spiega il presidente della Commissione Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, che oggi a Milano, in occasione di un incontro promosso dalla piattaforma Research4life sul caso talidomide (farmaco che portò alla nascita di molti bambini con malformazioni anche in Italia ormai più di 50 anni fa), si dice pronta a impegnarsi in prima persona per risolvere la questione. Fino a battersi, in ultima analisi, in sede di legge di Stabilità: “Se fino ad allora non sarà successo nulla, mi impegnerò per la presentazione di un emendamento in quell’occasione”.

Ma la speranza è che non si arrivi così avanti. “E’ necessario che il ministero della Salute esprima un giudizio chiaro che finisca in un provvedimento. Per esempio – precisa De Biasi – nella Legge europea”, dove confluiscono le disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione, e dove “si inseriscono anche le risposte alle procedure d’infrazione. Ma si può pensare anche ad altri provvedimenti”. Per De Biasi deve essere il Governo a intervenire con un testo che superi l’infrazione. “Se non arriva, ci batteremo noi in Parlamento alla prima occasione utile – garantisce – Questa è qualcosa di più di una risposta a un’infrazione: se si tocca il progresso, si tocca la dignità umana. Un Paese che abdica alla ricerca è un Paese che mette i cittadini in una posizione secondaria. E il caso della talidomide ce lo insegna”.

“Non vorrei mai – osserva De Biasi – che un  intervento risolutivo non andasse in porto perché si teme una minoranza che ha invaso media e social. Auspico meno fanatismo, anche
perché prese di posizione e durezze politiche hanno già comportato un voto sbagliato” su questi temi. “C’è stata una responsabilità del Parlamento e una certa freddezza del ministero della Salute”.

Per rendere l’idea del clima aspro che si respira e dei toni conflittuali raggiunti “da una certa parte del mondo animalista”, De Biasi racconta: “Quando ho chiesto pubblicamente una risposta alla
procedura d’infrazione Ue, sul mio profilo Facebook si è subito materializzata una letterina che si concludeva con l’augurio ‘Spero che lei muoia’. Quando il Parlamento era intento a occuparsi del tema della sperimentazione animale, abbiamo subito un ‘mail bombing’ in cui la minaccia era: ‘Sperimenteremo su di voi’. Sono stati spesi soldi – conclude – per verificare la via dei metodi alternativi ai test sugli animali. Mi auguro che sia l’ultima volta che si tolgono fondi preziosi alla ricerca”. (Adnkronos Salute)

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