Congreso de los Diputados España 14La Camera dei Deputati della Spagna ha approvato una proposta di riduzione dell’IVA sulle prestazioni veterinarie agli animali da compagnia..

Avanzata dal gruppo parlamentare Esquerra Republicana, la proposta è stata approvata con 177 voti a favore, 132 voti contrari e 33 astensioni. Con questa iniziativa non legislativa si promuove la modifica della Legge 37/1992 del 28 dicembre sull’IVA (Imposta sul valore aggiunto) con l’obiettivo di inserire le prestazioni veterinarie non esenti, fra le operazioni ad aliquota ridotta (10%).

Dal 2012, l’aliquota IVA sulle prestazioni veterinarie è stata aumentata dall’8% al 21%- arrecando “gravi danni, non solo economici per il settore, ma anche un aumento dei rischi sanitari per popolazione, non considerando l’importanza della prevenzione e del trattamento delle zoonosi”- si legge nella mozione.

Il settore veterinario degli animali da compagnia, che in Spagna “rappresenta solo il 0,0166% (2011) del PIL”, deve al contrario “essere considerato un settore sanitario strategico” sostengono i proponenti, “perché nel 47,8% delle famiglie spagnole convive con un animale domestico, “un fattore chiave per la salute pubblica”, con un elevato impatto sociale “stante la sensibilità della popolazione nei confronti degli animali domestici, i risvolti sul settore turistico e sui notevoli spostamenti internazionali di famiglie che viaggiano con un animale da compagnia”.

La mozione, approvata il 4 ottobre dal Congreso de los Deputados, fa notare che “il forte aumento dell’IVA sui servizi veterinari ha determinato nel corso degli anni, la chiusura di molte cliniche veterinarie e un aumento dell’abusivismo professionale”. Il documento parla di 730 cliniche veterinarie per animali da compagnia che hanno chiuso i battenti nel 2014, e secondo alcune stime sarebbero a rischio di chiusura o di precarietà occupazionale circa il 40% delle attività dedite ai servizi veterinari animali da compagnia. La situazione in atto rischia di aumentare l’economia sommersa, fa notare Esquerra Republicana. Secondo le stime di Veterindustria, citate nella mozione, le entrate delle cliniche veterinarie hanno subito un calo del 6,3% (2013).
Una riduzione dell’IVA non porterebbe su valori positivi i ricavi complessivi attesi, ma potrebbe generare benefici compensativi.

Al di là dell’impatto di business, l’aumento di 13 punti dell’IVA, ha aggravato le condizioni economiche delle famiglie, provocato un aumento dell’abbandono degli animali (nel 2014, in Spagna sono stati abbandonati 108.303 cani e 33.532 gatti) che non si riesce più a mantenere e causato un calo dei trattamenti di prevenzione di malattie infettive e parassitarie. La mozione sottolinea anche come il peso economico abbia fatto registrare una riduzione delle adozioni e un conseguente aumento della spesa pubblica.  Il costo medio giornaliero di un animale in custodia è di 8,50 euro (10,29 euro IVA inclusa 21%), “una spesa media giornaliera di più di 1,5 milioni di euro” a carico delle amministrazioni pubbliche. L’abbandono animale ha anche risvolti di sanità pubblica, dato che la stragrande maggioranza degli animali non è in condizioni sanitarie soddisfacenti.

L’aumento dell’IVA dall’8% al 12% ha interrotto un trend di crescita significativa delle attività veterinarie. Secondo i dati pubblicati da Veterindustria, fin dai primi mesi dell’aumento (introdotto il 1 settembre 2012) c’è stato un forte rallentamento nell’evoluzione di un settore che stava affrontando “la tempesta della crisi economica generale”. L’effetto della crescita dell’IVA nel 2013, è stato “devastante”, portando ad una calo complessivo delle attività del comparto pari al 15%.

Resoconto del dibattito parlamentare

Proposición no de Ley sobre la rebaja del IVA en los servicios veterinarios.

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