Lunedì, 23 Novembre 2015 14:55

bonaccini stefanoGli Ordini Veterinari dell’Emilia Romagna firmano una lettera alla Regione e denunciano: “Mancanza di consapevolezza degli effetti della Delibera” che sopprime il Servizio Veterinario.
E’ perentoria, la lettera della FREROVet all’indirizzo del Governatore Stefano Bonaccini (foto) dell’Assessore alla Salute Sergio Venturi e alla presidente del consiglio regionale Simonetta Saliera. Dopo la delibera n. 628/2015 – con la quale la Giunta della Regione Emilia-Romagna ha decretato la “Soppressione del proprio Servizio Veterinario e Igiene degli Alimenti”- la Federazione regionale che riunisce gli Ordini veterinari provinciali del territorio ribadiscela propria contrarietà e avverte le istituzioni regionali delle conseguenze derivanti dal provvedimento di riorganizzazione della sanità regionale.

La FREROVet ritiene che “gli elementi fondanti della decisione assunta siano assolutamente non condivisibili”. Non si tratta, dicono i Presidenti Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini
di “mera difesa di interessi di categoria o di appartenenza professionale”, ma di “fondati motivi”. In una Regione  in cui il settore agroalimentare risulta essere una voce importante del PIL, con ambiti e margini di sviluppo notevole, “la diluizione delle competenze veterinarie in un Servizio come quello attivato di Prevenzione collettiva e Sanità pubblica, rischia di essere un elemento di debolezza e non di rafforzamento”.
La mancanza di una specifica gestione tecnico-veterinaria di problematiche spesso specialistiche- si legge nella lettera-  impoverisce la capacità decisionale di tutto il sistema e non rafforza le attività trasversali precedentemente svolte a livello dipartimentale”.

Da Servizio “di governo” del settore nel nuovo Servizio di Prevenzione collettiva e Sanità pubblica la Professione Veterinaria “è ridotta a mero strumento di supporto a non ben definite azioni di programmazione, pianificazione e monitoraggio di attività”. Secondo la FREROVet, “l’impoverimento di autorevolezza e la perdita di autonomia, indipendentemente dal proficuo lavoro svolto, rischia poi di tradursi a cascata in
un mancato appoggio al sistema di controllo e prevenzione, svolto dalle singole AUSL regionali, già impoverite dal perdurare di un ormai sempre più pesante blocco del turn-over del personale”.

Lo scenario prefigurato, vale a dire “persone con responsabilità di supporto professionale veterinario solo part-time”  avvalorano ulterioriormente i timori espressi nella lettera: “un impoverimento di ruolo professionale complessivo della Veterinaria pubblica regionale, che pare essere poi anticipatore di un passaggio di competenze sanitarie a ruoli tecnici non Veterinari magari solo a fini di mero risparmio economico”.

La lettera conclude con una serie di proposte tese ad una “revisione degli strumenti e del modello del controllo ufficiale applicato dalla Veterinaria Regionale, rispetto alla sua inopinata soppressione”.

Ripristinare il Servizio Regionale Veterinario dell’Emilia Romagna

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