Venerdì, 06 Novembre 2015 17:17

insetti“Gli insetti rappresentano un settore alimentare di nicchia nell’Unione europea e parecchi Stati membri ne hanno segnalato un consumo umano occasionale” .
A rilevarlo è l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, secondo la quale, tuttavia, “l’uso di insetti come fonte di alimenti e mangimi ha, potenzialmente, importanti benefici per l’ambiente, l’economia e la sicurezza della disponibilità alimentare”. L’EFSA  dovrà dire l’ultima parola sull’introduzione degli insetti sulle tavole degli europei, dopo il via libera di ieri dell’Europarlamento e dopo le votazioni che dovranno seguire da parte dei governi e del Consiglio Ue sul testo del regolamento sui nuovi prodotti alimentari.

Le considerazioni a cui è giunta l’Authority, in una nota informativa, fanno da corollario al parere scientifico, pubblicato l’8 ottobre scorso, sui potenziali vantaggi derivanti dall’uso degli insetti per l’alimentazione umana e animale, quale fonte alternativa di proteine ma anche sui potenziali pericoli biologici e chimici, sull’allergenicità e i pericoli ambientali connessi all’uso di insetti allevati come cibi e mangimi. Un parere che mette a confronto i potenziali pericoli con quelli associati alle usuali fonti di proteine animali.

Secondo gli esperti dell’Efsa, in sostanza, l’eventuale presenza di pericoli biologici e chimici “dipenderebbe dai metodi di produzione, da ciò con cui gli insetti vengono nutriti, il cosiddetto ‘substrato’, dalla fase nel ciclo di vita nella quale gli insetti vengono raccolti, dalle specie di insetti, nonché dai metodi utilizzati per la loro successiva trasformazione”. Ebbene, “quando gli insetti non trasformati vengono nutriti con sostanze per mangimi attualmente autorizzate, la potenziale insorgenza di pericoli microbiologici è prevedibilmente simile a quella associata ad altre fonti di proteine non trasformate”.

Per quanto riguarda la possibile comparsa di temibili ‘prioni’, ovvero di proteine abnormi, che possono causare malattie come l’encefalopatia spongiforme bovina (Bse) nel bestiame e la malattia di Creutzfeldt-Jakob nell’uomo, L’Efsa suppone che “sia uguale o inferiore se il ‘substrato’ non comprende proteine ricavate da deiezioni umane o di ruminanti”. Il parere scientifico prende in considerazione anche “gli eventuali pericoli associati ad altri tipi di substrato, come i rifiuti di cucina e il letame”. Inoltre, il cosiddetto “rischio ambientale” derivante dall’allevamento di insetti si prevede paragonabile a quello da altri sistemi di produzione
animale. Andrebbero comunque applicate le attuali strategie di gestione dei rifiuti per smaltire le scorie derivanti dall’allevamento di insetti.

“Gli insetti rappresentano un settore alimentare di nicchia nell’Unione europea, e parecchi Stati membri ne hanno segnalato un consumo umano occasionale” rileva ancora l’Efsa in una nota informativa. Tuttavia “l’uso di insetti come fonte di alimenti e mangimi ha, potenzialmente, importanti benefici per l’ambiente, l’economia e la sicurezza della disponibilità alimentare”. Si segnalano come specie di insetti con maggior potenziale d’uso come alimento o mangime nell’Unione europea mosche, larve della farina, grilli e bachi da seta. Tre Stati membri dell’Ue, Belgio, Francia e Paesi Bassi, hanno eseguito valutazioni del rischio connesso.

La Commissione europea da parte sua, sta attualmente cofinanziando un progetto di ricerca per esplorare la fattibilità di impiegare proteine ricavate da insetti per i mangimi e sta vagliando lo sviluppo di politiche in materia di nuovi prodotti alimentari e mangimi che rispecchino il possibile uso di insetti come alimenti o mangimi. Il parere scientifico dell’Efsa è stato richiesto a supporto di tale progetto.

(Adnk/AdnKronos Salute)

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