«Lo so, sono stato incosciente a gettarmi in acqua davanti all’alligatore. Ma avevo il corpo traboccante d’adrenalina, e non avrei lasciato morire Sheba per nessun motivo al mondo». David Quarterman, un residente di Savannah, in Georgia, lunedì ha salvato la vita al suo labrador Sheba, che ha rischiato di essere divorata da un alligatore. 

David, come ogni mattina alle cinque, stava passeggiando e facendo jogging a Salt Creek Landing, a Savannah, con i suoi tre quattro zampe. «I miei cani si stavano rinfrescando nel porto, quando ho sentito un rumore che mi ha raggelato: il mio labrador Sheba era stata attaccata da un alligatore – racconta Quarterman -. Ho iniziato a correre più in fretta che ho potuto, sono entrato in acqua fino alla vita, e non avendo nulla tra le mani, ho tirato un pugno sull’occhio del rettile, che ha lasciato cadere il cane in acqua. A quel punto, ho tirato un respiro di sollievo». Il labrador aveva ferite profonde allo stomaco e all’orecchio, ma dopo le cure dal veterinario è tornata a casa sana e salva. 

«Gli attacchi degli alligatori, che vivono nelle acque dolci, non sono comuni in quest’area – dice Will Ricks, un biologo che lavora per il Georgia Department of Natural Resources -. Il dipartimento riceve fino a dieci segnalazioni l’anno di queste specie che si avventurano in acque salate». Il motivo per il quale gli alligatori si sono avvicinati al porto? «Per il cibo che lanciano le persone – continua Will Ricks -. Questo è un gesto sbagliatissimo, perché in questo modo si abitueranno a raggiungere queste aree sempre più spesso».  

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