La Settimana del Pianeta terra in tutta Italia con 237 appuntamenti dal 18 al 25 ottobre

“La Settimana del Pianeta Terra che per il 2015 ha ottenuto il riconoscimento ufficiale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha fatto registrare un vero record di geoeventi iscritti per il 2015: ben 237. Nel 2012 la prima edizione registrò 132 eventi, nel 2014 la seconda edizione ne ebbe 152 e adesso per la terza edizione abbiamo raggiunto la cifra record di 237 eventi e tutti belli. Davvero l’Italia sarà in quella settimana il Pianeta Terra dal 18 al 25 di Ottobre”.  Lo hanno affermato i Prof. Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino e il Prof. Silvio Seno dell’Università di Pavia, i creatori de La Settimana del Pianeta Terra realizzata con il supporto dei più importanti Enti di Ricerca ed accademici, incontrando i giornalisti italiani e stranieri per l’anteprima nazionale a Roma.

“Abbiamo dato vita ad un modello innovativo di conoscenza delle Geoscienze – ha proseguito Seno –  che magari potrà essere esportato all’estero. Si apriranno agli italiani, siti archeologici, geositi di notevole importanza, musei, geoparchi, luoghi prima chiusi o sconosciuti”.

Tanti gli eventi in Italia come ad esempio in Umbria

 A Spoleto, Domenica 18 Ottobre, ore 9,  Biblioteca Comunale Palazzo Mauri, Via Brignone, insegnanti da tutta Italia “andranno a scuola” di prevenzione sismica. Due grandi esperti, Elisabetta Guidoboni del Centro Euro –Mediterraneo eventi estremi e disastri e Gianluca Valensise dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia terranno due importantissime conferenze, aperte anche alla stampa per spiegare come difendersi dai terremoti. Ma tutta l’Umbria parteciperà a La Settimana del Pianeta Terra. A Poggiodomo –Perugia  in Piazza Marconi dal 22 al 25 Ottobre la tre giorni dedicata alle eccellenze agroalimentari dell’Umbria con l’intervento dei più grandi nutrizionisti.

“Tutti i prodotti agroalimentari e vitivinicoli della regione Umbria  vantano numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, dall’olio al vino – ha dichiarato Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino e cofondatore della Settimana del Pianeta Terra con Silvio Seno dell’Università di Pavia –   dai tartufi ad alcuni tipi di ortaggi. Indiscutibile è il forte legame con il territorio dai quali provengono, tanto da caratterizzare sia l’identità alimentare della comunità locale, che determinare le eccellenti caratteristiche di questi prodotti, rendendoli unici per le proprietà nutritive e per il gusto”.

“Ad Assisi andremo alla scoperta del Giurassico – ha affermato Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino e cofondatore con Silvio Seno dell’Università di Pavia della Settimana del Pianeta Terra – e scopriremo chi, in questo periodo,  abitava nei mari , fra 170 e 190 milioni di anni fa, esamineremo i resti di queste forme di vita ora esposti nei locali della mostra permanente, presso la sede del Parco Regionale del Monte Subasio dove avremo modo di ammirare il patrimonio paleontologico del Giurassico umbro – marchigiano. Vedremo giganteschi rettili marini che predavano gli ammoniti, antichi molluschi c comuni anche nelle rocce delle nostre montagne ed indagheremo sull’estinzione di massa del passaggio Cretacico/Terziario. Il nostro pianeta però é molto più antico dei dinosauri, e prima della loro comparsa, o contemporaneamente ad essi, ha visto la presenza animali altrettanto mostruosi e giganteschi.

Ad Assisi in mostra Ittiosauri, Dyrosaurus, Plesiosauri

“Vedremo gli ittiosauri, gruppo di animali erroneamente considerati dinosauri, e sono ritenuti essere dei grandi predatori marini – ha proseguito Coccioni –  in grado di nutrirsi di prede di taglia simile a sé stesso. La sua lunghezza poteva raggiungere circa 8,5 metri, e alla mostra è possibile vedere un esemplare parzialmente ricostruito proveniente dal famoso giacimento fossilifero di Holzmaden. Una mostra straordinaria che ci offrirà l’opportunità di vedere un animale colloquialmente chiamato Super Croc, il che dà l’idea di quello che poteva sembrare. Anche se non è tecnicamente un coccodrillo, il Dyrosaurus era in realtà un suo lontano parente, diverso soprattutto per le dimensioni: era lungo quasi 12 metri, il doppio di un odierno coccodrillo marino: ciò significa che poteva cibarsi anche dei dinosauri terrestri che vivevano in quell’epoca, come testimoniato da diversi ritrovamenti fossili.I Plesiosauri non erano dinosauri ma, come gli ittiosauri, rettili marini e con i suoi 18 metri di lunghezza, il Plesiosauro era tra i più feroci predatori.

A Città di Castello al museo Garavelle, attività ed esposizione sulla biologia marina del Mediterraneo e su fossili dell’Appennino Umbro – Marchigiano

A Gubbio i fossili di Dinosauri provenienti dal Sud America e dalla Patagonia

Al Museo  Laboratorio Gola del Bottaccione, di  Gubbio (PG) in esposizione “gli esemplari dei fossili di dinosauri esposti che permetteranno di osservare le caratteristiche morfologiche a grandezza naturale – ha concluso Coccioni – gli ambienti e gli stili di vita di questi animali che dominarono la superficie terrestre per oltre 180 milioni di anni. I fossili esposti provengono per la gran parte dal Sud America e dalla Patagonia in particolare. Era questa una delle regioni privilegiate dai dinosauri, dove erano particolarmente sviluppate le foreste di conifere e di alberi molto grandi come le araucarie.
La mostra è allestita in maniera tale da dare una panoramica sull’evoluzione dei dinosauri partendo dai più antichi conosciuti, come i piccoli Eoraptor lunensis che vivevano in Sud America già 225 milioni di anni fa. Uova di dinosauri con nidi di piccoli Mussaurus patagonicus che vivevano alla fine del Trias, circa 200 milioni di anni fa.
Uno degli esemplari principali che caratterizzeranno la mostra è lo scheletro completo di un Giganotosaurus carolinii, un dinosauro lungo circa 15 m e pesante 8 tonnellate, che dominava le pianure Patagoniche all’inizio del Cretaceo (circa 100 milioni di anni fa), un carnivoro più grande del più noto Tyrannosaurus Rex. Quest’ultimo era confinato al solo Nord America e non sembra che Giganotosaurus carolinii e TRex si siano mai incontrati.
Un altro grande esemplare esposto è il Rebbachisaurus tessonei, un erbivoro lungo oltre 17 m e pesante oltre 10 tonnellate che popolava le sterminate foreste patagoniche alla fine del periodo Cretaceo.
Molto interessante lo scheletro del grande Megaraptor namunhuaiquii un carnivoro con zampe gigantesche con artigli lunghi anche 46 cm.
Ci sarà anche  il Carnotaurus sastrei lungo 8 metri e del peso di 1 tonnellata, dotato di due corna frontali nel cranio che gli conferiva un aspetto veramente terrificante.
Infine vedremo lo scheletro completo di un Tuaranginsaurus cabazai, un plesiosauro marino lungo 2,7 m che viveva nei mari dell’emisfero australe. Non può essere considerato un dinosauro, ma un rettile marino coevo dei dinosauri.

Nella Gola del Bottaccione partendo dalle mura della città di  Gubbio 

Lungo la Gola del Bottaccione, partendo dalle mura della città di Gubbio sarà possibile leggere la storia geologica della Terra degli ultimi 150 milioni di anni. La successione stratigrafica esposta conserva nella porzione superiore, anche il limite Cretaceo/Terziario (Era secondaria/Era Terziaria), il cui studio ha permesso di elaborare la teoria sulla scomparsa dei dinosauri legata all’impatto di un meteorite sulla superficie terrestre. Una facile passeggiata che permetterà di conoscere le rocce e come attraverso il loro studio sia possibile ricostruire la storia della terra, le variazioni climatiche del passato, l’ambiente di formazione e l’evoluzione della vita.
L’escursione, prenderà il via dal Museo Laboratorio sul Bottaccione situato in Largo Pentapoli (San Benedetto) per poi proseguire lungo la Gola. Sarà possibile osservare come la Gola del Bottaccione sia stata da sempre parte integrante della vita della città di Gubbio sia con la captazione delle sorgenti, con l’acquedotto medioevale che con l’uso dell’energia fornita dall’acqua ed utilizzata dai muli disseminati lungo il corso del Torrente Camignano.

La Grotta di Monte Cucco si sviluppa all’interno della montagna per 30 KM. All’interno fossili di rinoceronte lanato ed acque sotterranee

Conserva al proprio interno le morfologie e depositi minerali che hanno permesso di ricostruire i processi speleogenetici che hanno portato alla formazione della grotta. A Monte Cucco, per la prima volta sono stati riconosciuti i processi ipogenetici di formazione delle cavità carsiche attraverso la risalita di acque profonde molto aggressive rispetto al calcare.
I fossili di rinoceronte lanato, di stambecchi, di orso delle caverne, trovati all’interno della grotta ci indicano che la storia climatica del territorio è stata complessa variabile nel corso delle migliaia di anni.
Un altro importante elemento che caratterizza il Monte Cucco è la modalità di circolazione delle acque sotterranee dai punti di infiltrazione, attraverso le gallerie carsiche fino alla risorgente Scirca.

In tutta Italia 237 appuntamenti dal 18 al 25 Ottobre

Dal 18 al 25 di Ottobre tutta l’Italia sarà protagonista di grandi eventi, ben 237 di cui 70 al Nord, molti sulle Isole, tanti al Centro e Sud del Paese. Più di 600 ricercatori impegnati per fare in modo che le geo – scienze possano entrare nelle case degli italiani, almeno 150 escursioni, più di 80 appuntamenti tra conferenze ed attività all’aperto. In quei giorni il Pianeta sarà l’Italia per una kermesse senza precedenti: Settimana del Pianeta Terra, creata da due ricercatori italiani quali Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino eSilvio Seno dell’Università di Pavia. In campo saranno università, musei, centri di ricerca.  Un grande evento riconosciuto dal MIUR con l’impegno delle università, dei musei, dei centri di ricerca, in tutta Italia.

Tutto il programma con tutti gli eventi è su www.settimanaterra.org

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