Milano 14 Giugno – Fa sparire la rivalità tra colleghi e giova alla produttività Bonus di 50 euro al dipendente che adotta un randagio.

Dopo i cani, ora anche i gatti. Gli uffici aprono le porte agli animali da compagnia per rendere più produttivi i dipendenti. Succede in Giappone, dove la passione e l’amore per i gatti da sempre sono un tratto distintivo del Paese. Basti pensare all’isola di Aoshima, interamente abitata da miei, o ai 60 cat cafe sparsi per Tokyo. Ma c’è di più. A Tokyo un’azienda ha assunto ben nove gatti randagi come collaboratori il loro compito? Fare i gatti. E cioè miagolare, fare le coccole, strusciarsi tra monitor e tastiere, chiedere la pappa, dormire. Questo, secondo i grandi manager della Ferray Corporation, un’azienda che produce contenuti per il web, contribuirebbe ad alleviare lo stress da ufficio e rendere più produttivi gli impiegati perché più concentrati. E i miei sono collaboratori a tutti gli effetti della società, con tanto di account twitter dove vengono raccontate le avventure tra cavi mangiucchiati e sedie usate come tiragraffi. Al posto della scrivania, la lettiera. I risultati hanno dato loro ragione. Ora la pratica del gatto in ufficio è prassi alla Ferray Corporation, ma già fin dai primi mesi di lavoro la terapia felina ha dato il suo effetto. Molto più di una palestra aziendale, dell’ora di yoga in pausa pranzo, o della sala realx. Grazie a micio gli impiegati hanno reso di più e oggi sono più contenti di andare al lavoro. 

Avvertono come minore il peso di rimanere in ufficio fino a tardi e lasciare il loro gatti da soli a casa o peggio, in uno dei tanti caffè per gatti, perché a Tokyo gli appartamenti sono così piccoli che spesso non vengono affittati a chi possiede un gatto. Il potere del miao sul piano aziendale, però, pare funzioni anche contro la sindrome da dipendenza dal lavoro, perché si sa, una pausa rilassante riporta il sorriso e giova alla produttività. Se poi si riprende il lavoro con il micio acciambellato sulle ginocchia meglio ancora. L’idea, ha spiegato il presidente della Ferray, Hidenobu Fukuda, è nata nel 2000 su consiglio di un suo dipendente, che ha trovato nei vertici aziendali la sua stessa passione per i felini. Da allora l’azienda ha introdotto la possibilità di lasciar scorrazzare i gatti dei dipendenti in giro per l’ufficio, ma solo recentemente ha avvitato le “assunzioni” dei nove randagi. Sembra anche che grazie ai gatti la rivalità tra scrivanie sia quasi sparita, e la comunicazione tra colleghi che spesso non si guardano di buon occhio è migliorata: forse merito dei sorrisi che i miei strappano nei loro giochi tra gomme, matite e graffette.Certo, magari nei mesi in cui il gatto cambia il pelo sarebbe opportuno non indossare completi blu per non svenarsi con il conto della tintoria, ma vuoi mettere il relax che genera accarezzare un peloso durante una riunione importante? E pazienza se durante una passeggiata tra le tastiere il computer si spegne o una telefonata importante viene interrotta.L’azienda è talmente contenta di aver assunto questi miei che ha deciso di incentivare i dipendenti a portarsi i gatti da casa e ha stanziato un bonus mensile di 5mila yen, importo pari a circa 50 euro, per chi adotterà un gatto randagio. Anche i dipendenti che si apprestano ad essere assunti, alla Ferray Corporation, vengono valutati in base al loro amore per i felini e alla capacità di conviverci e interagire con loro. Se sono allergici al pelo del gatto, forse è meglio che mandino il curriculum altrove. Intanto c’è già chi,ha inventato cravatta’ papillon e occhiali per il micio, per trasformare i felini in veri uomini d’affari. In Giappone, però non ci sono solo i gatti da ufficio, ma anche altri animali, più o meno domestici, che sono parte integrante degli staff aziendali. Si pensi al cane Candy, il bobtail maggiordomo e mascotte dotato di account Instagram, oltre che twitter, della Oracle Iapan, anch’essa azienda di applicazioni per il web. Oppure alla società Pasona, azienda leader nel campo delle risorse umane, che ha ingaggiato due capre e due alpaca, per la pet therapy.

ILARIA PEDRALI da (Libero)

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