Il fossile di un piccolo rettile rinvenuto nelle Dolomiti dimostra che il gruppo animale a cui oggi appartengono lucertole e serpenti si è differenziato dagli altri rettili circa 250 milioni di anni fa, cioè 70 milioni di anni prima di quanto indicavano i precedenti reperti paleontologicidi Gianbruno Guerrerio

Risale a circa 240 milioni di anni fa il più antico esemplare noto del gruppo animale degli squamati, che oggi comprende serpenti e lucertole: a documentarlo è fossile di un piccolo rettile, Megachirella wachtleri, venuto alla luce nelle Dolomiti. La scoperta – che retrodata di almeno 75 milioni di anni la diversificazione dai primissimi rettili comparsi sulla Terra della stirpe degli squamati – è opera di un gruppo internazionale e interdisciplinare di scienziati, fra i quali ricercatori del Museo delle scienze (MUSE) di Trento, del Centro internazionale di fisica teorica “Abdus Salam” di Trieste, del sincrotrone Elettra di Trieste e del Centro Fermi di Roma, che firmano un articolo su “Nature”, che dedica a Megachirella anche la copertina.

Scoperta sulle Dolomiti la lucertola più anticaIl fossile di Megachirella wachtleri. (Cortesia MUSE)Gli squamati sono un gruppo di vertebrati terrestri molto diversificati (conta circa 10.000 specie, quasi il doppio delle specie di mammiferi), la cui origine era finora rimasta oscura anche a causa di una discrepanza di almeno 70 milioni di anni fra i reperti fossili disponibili e quanto lasciavano supporre le ricostruzioni evolutive basate sull’analisi dei DNA dei rettili viventi.

Il fossile di Megachirella wachtleri era stato scoperto all’inizio di questo secolo, ma l’impossibilità di estrarlo dalla roccia che lo contiene senza danneggiarlo irreparabilmente e la scarsità di reperti con cui confrontarlo, non aveva permesso una sua esatta collocazione sull’albero evolutivo della vita. La datazione del fossile e alcuni tratti visibili avevano così fatto propendere per una sua appartenenza al più ampio e antico gruppo di rettili arcaici dei lepidosauromorfi.

Scoperta sulle Dolomiti la lucertola più anticaClicca per ingrandire. Ricostruzione di Megachirella wachtleri.Ora Massimo Bernardi, del MUSE, Tiago R. Simões e colleghi hanno riesaminato il fossile con tecniche d’avanguardia,

fra cui una ricostruzione virtuale in 3D realizzata grazie a una scansione microtomografica computerizzata a raggi X (microCT) ad alta risoluzione.

I dettagli scoperti e il confronto con una vastissima banca dati messa a punto dai ricercatori hanno dimostrato che Megachirella apparteneva a tutti gli effetti agli squamati, la cui origine va dunque collocata prima – non dopo, come finora supposto – della più ampia estinzione di massa della storia della vita sulla Terra, avvenuta in coincidenza del passaggio dal Permiano al Triassico, circa 250 milioni di anni fa.

L’esatta collocazione filogenetica di Megachirella, ha dichiarato Bernardi a “Le Scienze”, è stata possibile, anche grazie a ”una articolatissima analisi filogenetica con la creazione di una matrice con centinaia di migliaia di ingressi in cui erano annotati i dati morfologici e molecolari di tutti i fossili di animali che potevano essere in qualche relazione con Megachirella. Per elaborarli i siamo ricorsi al cloud, che ci ha permesso di sfruttare la potenza di calcolo di centinaia di computer sparsi in tutto il mondo”.

Altrettanto importante, ha detto sempre Bernardi a “Le Scienze”, è stata inoltre la collaborazione di vari enti di ricerca, fra cui “in particolare quella dell’Università dell’Alberta, che ha messo a disposizione un ricercatore, Simões, primo firmatario dell’articolo, che per oltre tre anni ha girato i musei di mezzo mondo per raccogliete i dati relativi a migliaia di reperti e rilevare per ciascuno di essi tutti i dati necessari alla creazione della matrice”.

Quello di Megachirella, ha concluso Bernardi, può “a buon titolo essere considerato tra i più importanti resti fossili mai rinvenuti nel nostro paese, e riferimento per i paleontologi che studieranno l’evoluzione dei rettili”

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