Non poteva adottare un altro cane. Ne aveva già quattro ed era a corto di tempo e di denaro. Ma quando ha visto il Pit Bull di nome Maia dare alla luce una cucciolata, Marcela Wedel si è innamorata della più piccola di tutti i cuccioli, quella che avrebbe chiamato Puppy Grey. «Ho smesso di respirare per un minuto e me ne sono innamorata all’istante – racconta la donna -. Mi sono detta: “Lei è quella che prenderò”». 

Tutto ha avuto inizio sei anni fa, quando la polizia ha salvato Maia e altri due Pit Bull da un laboratorio clandestino di droga a San Jose, in Costa Rica. I cani erano incatenati nella proprietà, terrorizzati e coperti di sangue. È possibile che fossero stati usati come cani da guardia o da combattimento, anche se nessuno lo sa per certo. 

Dopo essere stati salvati dalla polizia, i cani sono andati in case adottive e un amico di Marcela ha accolto Maia, che era incinta. Due settimane più tardi, Maia ha dato alla luce quattro cuccioli. Puppy Grey era la più piccola di tutti ed è stato subito chiaro che era diversa dagli altri: quando i suoi fratelli hanno iniziato a camminare, lei è rimasta ferma. Purtroppo un controllo veterinario ha confermato le preoccupazioni: aveva un problema neurologico e le ha suggerito di sopprimerla. 

Marcela si è rifiutata e ha, invece, iniziato ad aiutare Puppy Grey a fare esercizi di fisioterapia ogni giorno, facendola anche nuotare e sottoponendola a regolari trattamenti di agopuntura. E sono arrivati i primi progressi, sino a quando ha iniziato a camminare e a sorridere: «Ha iniziato a sorridere quando aveva forse qualche mese e quando lo fa può illuminare un’intera stanza – racconta la donna -.È contagioso. Fa venire le lacrime agli occhi. A volte le persone che la incontrano sono così sopraffatte dall’emozione che piangono». 

Per circa tre anni, Puppy Grey ha condotto una vita relativamente normale, avendo sempre bisogno di una terapia fisica costante, ma riuscendo a muoversi da sola. Fin quando, improvvisamente ha smesso di camminare: alla cagnolina è stata diagnosticata un’ernia per cui aveva bisogno di un intervento chirurgico d’urgenza. Ma neanche questo è servito: la parte inferiore del corpo di Puppy Grey è rimasta paralizzata. 

Un ulteriore sfida non solo economica, ma anche per la gestione della vita quotidiana: «Se vado da qualche parte ho bisogno di sapere che lei può venire con me e, se non può, solitamente evito di andare» racconta la donna a cui è venuta anche la sciatica e mal di schiena a furia di portarla in giro. 

Per aiutare a pagare i trattamenti di Puppy Grey, Marcela insegna lezioni di yoga e pilates. Vende anche magliette, borse e altri articoli, tutti decorati con il sorriso contagioso di Puppy Grey. Se sarà davvero a corto di soldi, la donna si è detta pronta a mettere all’asta le sue proprietà per pagare le cure di Puppy Grey. 

Quest’anno, Puppy compirà 7 anni e ha intenzione di vivere ancora molto a lungo anche perché fra le cose che ama fare ci sono le visite nelle scuole locali in modo che i bambini imparino a conoscere e ad amare i Pit Bull e i cani con esigenze speciali. 

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