La pipì non la faccio qui”. L’imperativo segnaletico con il grazie finale, compare su simpatiche locandine “fai da te”, affisse sui muri di alcune antiche abitazioni del centro storico di via Tapparelli, per tentare di contrastare i danni della pipì dei cani contro i muri e sui marciapiedi. Ma finora ha dato scarsi risultati dicono i residenti interessanti.

In altre parti della città, come in via Bodoni, bottiglie di plastica sono appoggiate ai muri nello stesso intento. Analogo accorgimento per alcuni negozi, i cui titolari si sono lamentati della situazione e per essere obbligati a lavare continuamente i muri esterni dei propri esercizi commerciali, per eliminare macchie e cattivi odori.

A Saluzzo il regolamento comunale prevede, per il proprietario, l’obbligo di raccogliere gli escrementi solidi, mentre ci sono comuni italiani come Caminata, in provincia di Piacenza (premiato da Confedilizia per l’ordinanza) in cui guanti e paletta non bastano più. Per portare a spasso il proprio cucciolo, il padrone deve dotarsi anche di una bottiglietta d’acqua.

La sentenza 7082, dello scorso anno, della Corte di Cassazione ha assolto l’imputato dalla accusa di “imbrattamento” perché aveva con sé la bottiglietta d’ acqua e si era preoccupato in questo modo, di minimizzare i danni.

Sul fronte invece delle deiezioni solide dei cani lasciate a terra, l’amministrazione saluzzese ha rinforzato recentemente un po’ ovunque (e in appoggio alla segnaletica già predisposta) l’affissione delle locandine con la scritta “Rifiuteresti una mano al tuo migliore amico”. 

Le stesse sono state consegnate dal Comune ai commercianti con l’invito ad esporle in vetrina, per sensibilizzare i proprietari degli amici a quattro zampe alla pulizia degli escrementi.

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