Un risultato ancora più notevole se si considera che «Jurassic World» è il quarto episodio di una saga iniziata con «Jurassic Park» 22 anni fa. La chiave del suo successo sta naturalmente nel fascino dei dinosauri, protagonisti assoluti del kolossal.

Oltre al divertimento, il film prodotto da Steven Spielberg suscita anche domande e curiosità. Per saperne di più ci siamo rivolti a un esperto come Roberto Giacobbo, che ha risposto in esclusiva per Sorrisi.

Sarà mai possibile ricreare un dinosauro in laboratorio, come nel film?

«I paleontologi escludono che si possa estrarre Dna di dinosauro dalle ossa, perché i fossili sono praticamente dei sassi. Solo la “follia” del cinema ha potuto immaginare che si potesse recuperare il Dna dal sangue succhiato da una zanzara preistorica, poi imprigionata nell’ambra: una coincidenza che non si è mai verificata. E dubito che dopo milioni di anni il Dna possa essere ancora utilizzabile».

I veri mosasauri erano enormi come quelli che si vedono nel film?

«Direi proprio di no. Ma è anche normale che un film cerchi di divertire forzando la verità scientifica, altrimenti sarebbe un documentario».

Se i dinosauri tornassero in vita, dove andrebbero a rifugiarsi?

«Cercherebbero ciò che è più vicino alla natura: giardini e parchi. Difficile adattarsi ad asfalto e grattacieli…».

Nel film si dice che un dinosauro simile al T. Rex aveva divorato alla nascita il fratellino. Possibile?

«La rivista “Nature” riporta l’esistenza di un dinosauro, il Majungatholus Atopus, che ha mangiato certamente i suoi simili. Viveva in Madagascar ed era alto poco meno di 10 metri».

Sarebbe possibile addestrare un velociraptor?

«Pura fantasia. Un dinosauro alato avrebbe forse le stesse chance di un uccello. Ma per i rettili la possibilità di ammaestramento sono minime: io non ci proverei».

I velociraptor erano davvero così veloci?

«Il famoso Velociraptor Mongoliensis, così chiamato perché ritrovato in Mongolia, era alto poco meno di un uomo e arrivava a 40 all’ora, mentre l’uomo cammina a 6 km/h e, in corsa, può arrivare oltre i 35 km/h».

L’aspetto dei velociraptor del film è attendibile?

«Non del tutto: alcuni di loro erano dotati di un leggero piumaggio, probabilmente colorato».

Gli altri dinosauri erano grigi?

«Le uniche ricerche che hanno potuto suggerire la presenza di colori della pelle riguardano i dinosauri alati. Sul “tipo-rettile” non sappiamo ancora di che colore fossero».

È vero che per i dinosauri a caccia la vista contava meno di altri sensi?

«Di solito la caccia tra animali avviene utilizzando soprattutto udito e olfatto. Ma una dozzina di anni fa una studio universitario ha accertato l’esistenza di dinosauri che potevano vedere anche di notte. D’altra parte la famiglia dei dinosauri era molto vasta e variegata, avendo vissuto all’incirca 100 milioni di anni, mentre la prima scimmia da cui viene l’Homo Sapiens risale a “solo” un milione di anni fa».

Come si sono estinti i dinosauri?

«La teoria più accreditata è quella della caduta di un gigantesco corpo astrale che sarebbe precipitato nell’attuale Golfo del Messico, più o meno in Yucatan. Il meteorite avrebbe sollevato tanti detriti da oscurare il sole e raffreddare il pianeta, impedendo così la sopravvivenza di razze enormi e poco capaci di adattarsi».

Quali sono gli animali non estinti più vicini ai dinosauri?

«Sono gli uccelli. Durante l’estinzione dei dinosauri hanno subito una mutazione riducendo le proprie dimensioni. Dopo di loro viene il coccodrillo, sopravvissuto perché è una macchina perfetta, capace di rallentare il cuore fino a pochi battiti al minuto e di non mangiare per settimane».

Pterodattili e pterosauri potrebbero sollevare in volo esseri umani, come avviene in «Jurassic World»?

«Lo pterosauro, che è pure più grande dello pterodattilo, peserebbe all’incirca 80 chili… No, le loro prede erano per forza molto più piccole. Comunque tutte le volte che vi trovate un pollo nel piatto, ricordatevi che state per mangiare… un ex dinosauro!».

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