Ci abbiamo messo 25 anni ad ottenere il divieto di testare i cosmetici sugli animali, una battaglia lunga che ha subito numerosi rallentamenti e ostacoli, ma che finalmente ha visto il totale stop dei test cosmetici l’11 marzo del 2013.

Noi della LAV ci abbiamo sempre creduto e insieme alla coalizione ECEAE (European coalition to end animal experiments) abbiamo lavorato affinché le persone prendessero coscienza di cosa si nascondeva dietro a un semplice bagnoschiuma, e lottato per una legge europea che bandisse questo inutile massacro.

Questa vittoria rappresenta non solo un traguardo legislativo, ma anche ideologico, perché dimostra come sia possibile, e doveroso, fare ricerca senza animali garantendo all’uomo sicurezza ed efficacia, cosa che noi sapevamo già da parecchio tempo, ma che la lobby vivisettoria fa molta fatica ad ammettere pubblicamente.

L’opinione pubblica generalmente condanna l’uso degli animali per la cosmesi perché lo ritiene un campo voluttuario e frivolo se paragonato a quello farmaceutico, ma grazie a metodi alternativi applicati all’ambito cosmetico, sono stati sviluppati test in vitro fondamentali in altre aree come quella chimica, per testare agenti potenzialmente tossici per pelle, occhi, mucose e moltissimi altri tessuti. In molti ignorano, però, che gli animali non sono usati solo per farmaci e apparecchiature mediche, ma anche per testare banali detersivi, profumatori per il bagno, sgrassatori per mattonelle etc…Non bisogna certo essere un animalista convinto per combattere l’orrore che questi esseri senzienti devono subire, nel tacito consenso di quanti lucrano su questa drammatica realtà: animali praticamente immobili per settimane aspettando la morte, con la pelle corrosa al solo scopo di testare una pastiglia per la lavastoviglie!

Solo per fare alcuni esempi dei test in vigore, citiamo la corrosione/sensibilizzazione cutanea e oculare, per cui viene spalmata sulla pelle della schiena depilata di conigli, o inserita negli occhi, la sostanza da testare e lasciata agire dalle 4 alle 24 ore; quindi l’animale rimane sotto osservazione per 3 settimane per verificare gli effetti dell’esposizione, e al termine dell’esperimento, viene ucciso. Esistono alternative a questi test, basate su colture cellulari umane di donatori di epidermide e cornea, test predittivi, rapidi ed etici, ma troppe leggi obbligano il passaggio in vivo su animali ed è ora di cambiarle.

Il 27 luglio scorso abbiamo lanciato una nuova petizione europea chiedendo di estendere l’impegno mostrato contro i test su animali per fini cosmetici anche ai prodotti di detergenza della casa. Una campagna internazionale che riunisce 27 Paesi appartenenti alla Coalizione ECEAE contro la vivisezione. 

Speriamo di metterci meno di 25 anni questa volta, ma l’importante è lottare e far conoscere a tutti quanto l’uso degli animali per la scienza sia solo un modo per arricchire le tasche di pochi sulla pelle di molti. 
Grazie alla sperimentazione animale, infatti, sono stati riversati nell’ecosistema quintali di sostanze tossiche per l’uomo e l’ambiente, dimostratesi innocue su altre specie, tra cui pesticidi, farmaci e veleni.

Firma subito la petizione “Ripuliamo l’Europa dalla crudeltà” e fai la tua parte nella lotta alla vivisezione.

Per chi vuole acquistare detergenti cruelty-free, sono già disponibili oltre 600 aziende che hanno aderito allo standard internazionale “stop ai test su animali” la cui lista  è consultabile su www.gocrueltyfree.org

Michela Kuan
Responsabile Settore Vivisezione

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