AnvurAnalizzata la produzione scientifica accademica nazionale. I risultati saranno utilizzati per ripartire tra le università la parte premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario.
L’Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca (ANVUR) ha presentato in conferenza stampa i primi risultati della Vlautazione della Qualità della Ricerca (VQR) degli atenei italiani nel periodo 2011-2014. I dati aggregati – frutto di un lavoro durato 18 mesi- sono stati presentati dal Presidente ANVUR Andrea Graziosi e sono pubblicati on line. I risultati rendereanno possibile la ripartizione della quota premiale (1,4 miliardi) che il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) ha destinato alle università sulla base della ricerca prodotta in rapporto ad un indice di riferimento (IRAS1), dal quale dipende l’ammontare della premialità.

L’ANVUR dà i voti e stila la pagella della qualità della ricerca accademica di ogni Ateneo, concludendo che – complessivamente- il riconoscimento della quota premiale ha stimolato docenti e ricercatori verso “comportamenti virtuosi nelle politiche di reclutamento e di promozione”. Il parametro IRAS ha inoltre consentito di misurare le performance e di constatare che – nel periodo considerato- si è ridotto lo svantaggio che ha tradizionalmente caratterizzato le Università delle Isole. Inoltre, è la prima volta che la ricerca accademica viene misurata sulla base di un parametro comune, che ha permesso di rilevare un complessivo sforzo di convergenza verso la qualità.

“L’università italiana si è messa in moto convergendo verso uno standard comune e più elevato della qualità della ricerca. In media, gli atenei che avevano un livello della qualità della ricerca relativamente basso si sono rimboccati le maniche e, se non hanno scalato posizioni, almeno hanno ridotto lo svantaggio”- dichiara l’ANVUR.

“Si vede con chiarezza- dichiara Graziosi-  che l’esistenza stessa della VQR, quindi il sapere a priori che il lavoro di ricerca sarà valutato, ha orientato l’azione delle università. La precedente valutazione della ricerca si era basata su un periodo di oltre vent’anni senza un sistema di valutazione comune, “con il risultato che ogni ateneo aveva seguito regole proprie e il sistema si era mosso in ordine sparso, con profonde differenze. Oggi, invece, vediamo che le differenze tra atenei si riducono e tutto ci fa pensare che la qualità media del lavoro delle università si sia innalzata”.

“Si può, dunque, ipotizzare – prosegue il Presidente ANVUR- che gli esercizi di valutazione abbiano raggiunto uno degli obiettivi che si erano prefissati: favorire una convergenza verso uno standard comune e più elevato della qualità della ricerca. Certamente, si tratta solo di un primo passo in un percorso lungo e complesso ma, per semplificare, possiamo dire che la macchina è stata messa in moto, come dimostra anche il miglioramento nella qualità del reclutamento della docenza.”

Con decreto ministeriale del 6 luglio di quest’anno, il Ministero dell’Università è intervenuto sulle modalità di attribuzione della quota premiale del FFO. La quota destinata alla promozione e al sostegno dell’incremento qualitativo delle attività delle università statali e al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse, dipende- per almeno i tre quinti – dai risultati conseguiti nella Valutazione della qualità della ricerca (VQR). Un quinto della quota premiale dipende invece dalla valutazione delle politiche di reclutamento, effettuate a cadenza quinquennale dall’Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca (ANVUR).

 

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