Un documento degli Ordini professionali sanitari comaschi mette in discussione il riassetto della sanità lombarda. Le criticità individuate dai Veterinari.

Quella di Medici, Infermieri, Veterinari e Farmacisti è  una netta bocciatura della nuova divisione territoriale delle Ats (le ex Asl). I professionisti , attraverso i rispettivi rappresentanti di Ordine, hanno criticato l’accorpamento del medio e alto Lario (dalla Valle Intelvi a Gera Lario) con l’Ats della Montagna, che ruota attorno a Sondrio.

Lunedì scorso, coordinato dal Presidente Spata, nella sede dell’OMCeO di Como si è tenuto un incontro con le rappresentanze di tutti gli Ordini, Collegi ed Organizzazioni sindacali dell’area sanitaria della provincia sulla futura riorganizzazione amministrativa delle aree vaste. Per l’Ordine dei Veterinari di Como è intervenuto il dottor Giovanni Rattegni. La riunione – che aveva lo scopo di fare un primo bilancio dei risultati prodotti dal nuovo assetto territoriale della riforma sanitaria lombarda nell’area del medio ed alto lago di Como, area passata dalla ASL di Como alla ATS della Montagna- ha prodotto un documento, unanimemente condiviso, poi inviato ufficialmente alla Regione Lombardia.

Tutti d’accordo: non rispettata l’orografia territoriale– “La Regione – spiegano i professionisti ha individuato nella ex provincia di Sondrio il polo dell’area montana e ad essa ha aggregato anche le zone montane ricomprese nel teorico “corridoio alpino” tra cui quella posta ad ovest del lago di Como. Questa scelta, seppur dettata dall’opportunità di accorpare aree aventi caratteristiche comuni e volta a fornire un miglior servizio al cittadino, calata nella realtà ha messo in evidenza una valutazione insufficiente della morfologia del territorio, della rete stradale ed in alcuni casi, ad esempio nel campo dell’attività agricolo pastorale, della ricorrenza di caratteristiche solo esteriormente comuni”. Nel documento, i sanitari sono concordi nel considerare “del tutto evidente che gli aspetti legati ai tempi di percorrenza ed alla distanza sono fondamentali” quando si tratta di prestazioni medico-sanitarie.

Le osservazioni dell’Ordine dei Veterinari-  Per i veterinari comaschi, una prima criticità segnalata riguarda le caratteristiche delle attività di allevamento ed agricole presenti nelle valli che costeggiano il lago rispetto a quelle presenti in Valtellina. Le prime, infatti, sono piccola dimensione con un numero di animali limitato, con mezzi assai contenuti e spesso di tipo monofamiliare. La loro distribuzione è molto irregolare ed articolata in tutti i paesi sia del lago che delle valli limitrofe. In Valtellina, al contrario, poiché il fondovalle è sufficientemente ampio, si trovano insediamenti di dimensioni maggiori con allevamenti di bestiame più simili agli allevamenti che si trovano in zone pianeggianti. Queste aziende sono caratterizzate da strutture di maggiori dimensioni e con mezzi tecnologici aggiornati. Gli allevatori situati nella realtà lariana mantengono col servizio sanitario pubblico una rapporto diretto anche attraverso l’istituzione di una assistenza zooiatrica (h 24), convenzionata tra il servizio pubblico e i prestatori d’opera libero professionisti, che in queste aree di marginalità per la loro professione, non troverebbero una convenienza economica per esercitarla se non ci fosse il supporto pubblico.

Le piccole dimensioni delle imprese agricole del medio ed alto lago hanno fatto nascere in questa zona diversi punti di macellazione di piccole dimensioni ma funzionali per spazi e distanza alle caratteristiche delle aziende che vi si rivolgono.

La ATS della Montagna, attraverso i suoi funzionari, ha già comunicato che i macelli presenti lungo il lago sono troppi e dovranno subire un ridimensionamento numerico. Tale decisione renderà il servizio decisamente meno agevole per le aziende del lago di Como poiché esse si dovranno recare in macelli più lontani con costi maggiori, utilizzando mezzi di trasporto pesanti con ripercussioni sulla viabilità lacustre ed esponendo gli animali a viaggi più estenuanti, tutto a scapito del loro benessere. E’ anche da considerare che nel corso degli anni, attraverso il mantenimento costante dei requisiti normativi, tutti i macelli presenti hanno consentito di contrastare con successo il fenomeno delle macellazioni clandestine; in questo ambito hanno anche svolto in modo ottimale la funzione di punto di riferimento per le macellazioni dei suini uso famiglia, tradizionalmente tenute presso il domicilio dell’allevatore, che ora vengono effettuate con sempre maggiore frequenza presso strutture controllate garantendo al pubblico un livello di sicurezza superiore.

L’Ordine sottolinea, inoltre, che grazie all’impegno ed all’opera dei dirigenti del Dipartimento di Prevenzione Veterinario della ex ASL di Como sono state create negli anni e mantenute in attività diverse celle di stoccaggio della selvaggina cacciata (ubicate in aree funzionali sul territorio e per numerosità uniche in Lombardia) ove vengono conferite per il controllo veterinario ed i prelievi del caso le carcasse degli animali di grossa selvaggina cacciata nelle aree montane del territorio lariano, prima di essere esitate al consumo umano diretto o alla preparazione gastronomiche presso le ristorazioni tipiche. Anche questo è un servizio al pubblico che la ATS della Montagna vorrebbe ridimensionare con conseguente peggioramento della qualità del servizio reso al cittadino.

Un ulteriore elemento distonico creato dall’avvio della riforma è l’abbandono delle attività di diagnostica fornite dalla sezione di Binago dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia – laboratorio condiviso tra Como e Varese – a favore di quello di Sondrio con conferimento dei campioni a Morbegno. Anche in questo caso se si tiene conto che il punto di equidistanza tra Como e Sondrio è il comune di Gravedona ben si comprende come l’invio dei campioni a Morbegno diventi certamente meno agevole in tutti quei casi in cui il servizio di veterinaria venga svolto a valle di tale comune.
A fronte del maggior disagio degli utenti del servizio si ha anche una perdita di sinergie poiché il laboratorio zooprofilattico di Binago ben strutturato e già al servizio di due province perderà una quota importante di lavoro con conseguente aumento dell’incidenza dei costi fissi e minor economicità della struttura.

Un ulteriore ed evidente incongruenza prodotta dall’attuale impostazione territoriale post riforma è riscontrabile nel servizio di reperibilità nell’area del medio ed alto lago. Questo servizio è tutt’ora gestito ed attuato, per la parte di recupero degli animali in difficoltà, da operatori e con mezzi forniti da Como. La ragione di tale scelta risiede nel fatto che la struttura di Sondrio non è in grado di intervenire con adeguatezza con i propri servizi nelle località del Lario a causa della distanza e dei tempi di percorrenza, per cui l’attività viene appaltata a chi la gestiva prima.
Questo tipo di servizio oltre ad avere un costo economico comporta anche difficoltà oggettive, ampliate dalla dismissione delle mansioni attribuite alla amministrazione provinciale dopo la sua cancellazione, costantemente presenti a cagione dell’elevata antropizzazione del territorio e dalla compresenza di animali selvatici anche di grosse dimensioni. La ex Asl di Como ha negli anni, attraverso il suo Dipartimento Veterinario, creato le condizioni di persone e mezzi affinché questa problematica fosse affrontata con competenza e infatti viene utilizzata per gestire il servizio che altri non possono dare.

La distanza che separa la valle d’Intelvi e la Val Cavargna da Sondrio provoca anche disservizi banali, ma decisamente fastidiosi, quale ad esempio la stipula di una convenzione con un unico distributore di carburante per tutta l’area del medio ed alto lago sito a Porlezza. Gli operatori cui è stata affidata l’auto di servizio sono dunque costretti ad effettuare lunghi e tortuosi percorsi, con un gran dispendio di tempo, per poter procedere al rifornimento.

Come più sopra riportato da parte dell’Ordine dei Farmacisti anche per quanto riguarda i Veterinari nel corso del tempo si sono instaurate con la ex ASL proficue collaborazioni che hanno consentito e consentono tutt’ora l’erogazione di prestazioni con risultati qualitativi migliori e con minor dispendio di risorse ed energie. Queste vantaggiose sinergie sono state oggi dissipate in modo totale ed il dialogo con la ATS della Montagna va reimpostato tutto da capo. Allo stato, infatti, i veterinari che sul territorio ricevono direttive dal servizio di Veterinaria di Sondrio hanno meno possibilità di confronto, vista anche la distanza con la sede del dipartimento.

La replica dei consiglieri lombardi- Con un comunicato congiunto, tre consiglieri regionali: Dario Bianchi (Lega Nord), Francesco Dotti, (Fratelli d’Italia) e Daniela Maroni (lista Maroni presidente). I consiglieri di maggioranza fanno quadrato attorno a Maroni e alla riforma, respingendo al mittente le critiche dei professionisti.

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