Ci potrebbe capitare, specie in estate, di dover avvicinare un cane sconosciuto, impaurito e stressato. Potrebbe essere stato abbandonato, ma non dobbiamo dimenticare che è in atto da tempo una severa lotta al randagismo, cani che, una volta abbandonati si riuniscono in gruppi più o meno numerosi per difendersi e procacciarsi il cibo e che possono diventare pericolosi.

È sconsigliabile affrontare da soli un gruppo di randagi ed è meglio chiamare direttamente l’Asl, i Carabinieri o la Polizia, ma si possono immediatamente distinguere, per timidezza e paura, i cani che da poco sono stati abbandonati.

Ci sono infatti “codici canini” e segnali calmanti per farlo in sicurezza, gli stessi che utilizzano gli animali tra di loro quando si incontrano e che noi potremo facilmente emulare per non allarmare il cane. Su questi segnali calmanti ha scritto diversi libri l’etologa norvegese Turid Ruugas, vera esperta nella comunicazione con i cani. Vediamo più nel dettaglio quali possano essere.

Innanzitutto è necessario non avvicinare il cane con una traiettoria diretta ma compiendo lentamente un semicerchio più o meno ampio a seconda della reazione dell’animale, per trasmettergli le nostre intenzioni pacifiche.

Non guardare mai direttamente negli occhi il cane ma socchiudere i nostri occhi e soprattutto girare la testa di lato.

Se notiamo agitazione nell’animale al nostro avvicinarsi è meglio bloccarsi immediatamente, in posizione eretta e con le braccia distese lungo il proprio corpo. Addirittura, in questa posizione eretta ma rilassata, meglio girarsi dando le spalle al cane. In questo modo, probabilmente incuriosito, sarà possibile che sia il cane ad avvicinarsi spontaneamente a voi. Non fate movimenti bruschi, lo allarmereste inutilmente. Potete anzi sedervi per terra, parlandogli con voce pacata e addolcita. In questo modo, se il cane è irrequieto o ha paura gli chiariremo le nostre intenzioni.

Mai e poi mai tenere in mano guinzagli o corde, potrebbero evocare in lui tristi situazioni, quindi meglio sedersi per terra, guardare l’animale strizzando gli occhi, parlare con voce calma e sbadigliare spesso.

Si’, sbadigliare con la bocca molto aperta e facendo anche il rumore dello sbadiglio: è il segnale calmante per eccellenza per i cani. Appena nati, i cuccioli, dopo essere stati puliti e accuditi dalla madre, dopo aver succhiato il primo latte, se vengono presi in mano emettono uno sbadiglio, per dimostrare quanto sono deboli e indifesi. Imitandoli, farete capire che le vostre intenzioni non sono affatto bellicose.

Il cane poi andrà ugualmente portato da un veterinario che se ne occuperà.

L’accoglienza non è una cosa per trogloditi
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