Sapevamo che oggi sarebbe stata una giornata emotivamente impegnativa e ci eravamo preparati. Dovevamo visitare zone in cui i randagi sono molti, anzi moltissimi. Ma quello che non ci aspettavamo era un numero così alto di cuccioli anche piccolissimi, emaciati, abbandonati al loro destino, molti dei quali senza futuro. La nostra giornata inizia con una riunione per conoscere meglio la realtà locale poichè se vogliamo dare un aiuto è necessario anche conoscere bene il contesto politico, sociale ed economico del Kosovo.

GIORNO 3 – MARTEDì 27 GIUGNO

  • Ore 9.00 riunione con l’Associazione Trentino con i Balcani

Maurizio e Serena dell’Associazione Trentino con i Balcani (ATB), nostri compagni di viaggio, ci spiegano la delicata realtà kosovara e come la loro Associazione, che ha iniziato a operare nel 1999 portando aiuti umanitari, dopo la fine della guerra promuova lo sviluppo economico sostenibile con politiche attente al territorio e, adesso, anche agli animali. Con noi anche la signora Maria Luisa Bortoli, la mamma di Rossana Fontanari, una giovane cooperante tragicamente uccisa da un’auto, che aveva portato avanti importanti iniziative con ATB in Kosovo. Rossana amava molto gli animali, un amore condiviso anche da Maria Luisa che in ricordo della figlia ha concesso in comodato d’uso ai volontari LAV di Trento un locale divenuto la sede di LAV Trento.

  • Ore 10.00 incontro con il Sindaco della Municipalità di Peja

A Peja ci sono molti randagi e il Sindaco Gazmend M. e il Capo Gabinetto Durim S. sono consapevoli dell’importanza che riveste il controllo demografico. Con l’aiuto di un’Associazione svizzera in due anni sono stati sterilizzati circa 1.500 cani, ma il problema resta grave. Inoltre l’Associazione svizzera non opera più in Kosovo e non sono previsti fondi statali per contrastare il randagismo, così, ci spiega il Sindaco, attraverso l’Associazione delle Municipalità del Kosovo è stata chiesta al Governo l’istituzione di un capitolo di spesa cui poter attingere per la sterilizzazione, ma questo non basta. E’ necessaria un’Associazione locale supportata da Associazioni che abbiano maturato esperienza e siano in grado di formare i volontari che opereranno. Noi della LAV possiamo svolgere questo ruolo e abbiamo dato la nostra disponibilità, così come quella di dare supporto a politiche di sensibilizzazione e di contrasto al randagismo. Ci salutiamo con l?impegno da parte nostra di approfondire la conoscenza della situazione e di dare un contributo in termini di know-how.

  • Ore 12.00 incontro con l’Assessore alla cultura della Municipalità di Peja

L’Assessore Engelberg. Z. parla italiano e dimostra di conoscere bene il problema del randagismo nei suoi aspetti anche sociali. Si tratta di un tema che gli sta a cuore, di cui sottolinea l’importanza, pur non negando la difficoltà, vista la delicata realtà kosovara, di promuovere un corretto rapporto tra uomo e animali di cui beneficerebbero cani, gatti, cittadini, ambiente e sicurezza pubblica. Anche per lui la nascita di un’Associazione locale è indispensabile così come lo è la sensibilizzazione della popolazione a partire dai più piccoli. Con lui potremmo studiare un piano di educazione della cittadinanza che coinvolga anche le scuole. La proposta incontra il favore dell’Assessore.

  • Ore 14.00 inizia il nostro viaggio nei dintorni di Peja

Sono molti i cani, in maggioranza giovanissimi, che troviamo lungo le strade. Non sono sterilizzati poichè non recano la relativa targhetta all’orecchio, come invece la maggior parte di quelli che vivono nel centro della Municipalità di Peja. Viaggiano solitari o in piccolissimi gruppi e si procacciano il cibo come possono. Sono cani che vanno lentamente incontro al loro destino nella generale indifferenza.

  • Ore 17.00 discarica della Municipalità di Peja e canile municipale di Peja

Percorrendo strade dai suggestivi paesaggi saliamo su una collinetta, siamo ancora circondati dal verde ma iniziamo a sentire un odore forte e pungente. Capiamo di essere vicino a una discarica. Dopo pochi metri, cumuli di immondizia si stagliano colorati contro il cielo. Avvicinandoci iniziamo a vedere i primi cani e più ci approssimiamo alla discarica, più la loro presenza è massiccia. Nessuno si prende cura di loro. Ieri è piovuto e avranno potuto bere, ma di solito non c’è acqua. Saranno 100 o forse 200, difficile fare una stima. Alcuni frugano tra i rifiuti in cerca di qualcosa da mangiare, altri dormicchiamo sui prati circostanti, i più piccoli giocano. Quelli piccolissimi dormono inermi sotto il sole, se si svegliano ci guardano con occhi pieni di curiosità, sono fiduciosi e muovono la codina, sembra quasi che sorridano. La situazione è straziante, al momento non possiamo fare niente, ma vedere con i nostri occhi era indispensabile per capire il contesto in cui vive questo esercito di animali dimenticati da tutti. Cala il silenzio, facciamo uno sforzo di concentrazione: la nostra ricognizione non è terminata. Vicino alla discarica sorge il canile di Peja: un recinto piuttosto ampio con 3 container e delle cucce, il canile è vuoto. Pensiamo all’uso più funzionale che potrebbe esserne fatto. Anche in questo caso avanzeremo proposte e suggerimenti.

(CONTINUA…)

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