«Vedi questo gatto che piange? È per colpa tua». È sempre difficile dire addio a un animale domestico, ma a volte accogliere un nuovo peloso non è neanche semplice.  

Due anni fa, Danielle Grubisic e la sua famiglia sono stati devastati quando il loro gatto di 19 anni è morto. La più devastata di tutti è stata la sua sorellina, Peyton, di 13 anni. 

«Era devastata dalla perdita. E da quel momento ha fatto pressione in ogni modo su nostro padre per prendere in casa un nuovo gatto». E quando ha capito che in lui si era aperto un piccolo spiraglio, ha iniziato a farsi ancora più insistente «adottando una tecnica diversa: giocare sul senso di colpa». 

Piuttosto che concentrarsi sulla felicità che si otterrebbe adottando un cucciolo, Peyton ha scelto di evidenziare quanto l’adozione avrebbe salvato la vita ad un gatto randagio o abbandonato, bisognoso di una seconda possibilità.  

Ha istituito così in soggiorno il «muro del dolore», attaccando foto di gatti e bigliettini strappalacrime. «Lei ama gli animali con tutto il cuore. E diciamo anche che sa essere molto convincente!». 

Il papà non ha resistito a così tanta insistenza e «alla fine ha ceduto e ci ha permesso di adottare un gatto dal rifugio locale». E loro ne hanno scelto uno molto speciale, il più bisognoso: Mittens, «il più “vecchio”, non tanto d’età, quanto quello che ci era rimasto più tempo, essendo lì da quasi due anni». 

E Mittens non poteva esserne più contento. Quando è stato preso dal gattile, quasi non poteva crederci. Poi quando è entrato nella nuova casa, si è sentito subito a suo agio. «Si vedeva proprio che era felice». E «la sensazione è stata reciproca per tutti», papà incluso. «E’ un gatto dolcissimo», era impossibile non innamorarsene. 

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