Pitbull, Staffordshire, Rottweiler e Fila Brasileiro tra i cani meno graditi. Ma ogni Paese ha un elenco. Più permissiva la Germania, molto rigida la Cina.

Fare una vacanza esotica con il proprio cane può essere più complicato del previsto. Non tanto per una questione di praticità ma di sostanza: prima di scegliere la meta in cui passare qualche giorno o qualche settimana con Fido, bisogna, infatti, verificare se l’animale di compagnia può viaggiare con il suo padrone: alcune razze di cani, infatti, non possono andare all’estero perché ritenute pericolose dai governi locali.

Chiedetelo a Giuseppe, lo chef italiano che vive e lavora da tempo in Danimarca con la sua compagna e che si è reso – suo malgrado – protagonista di un recente fatto di cronaca: il suo cane Iceberg, una femmina di Dogo argentino, è rinchiuso in un canile di Copenaghen dove rischia di venire soppresso proprio perché quella razza di cane non è ammessa nel Paese della Sirenetta. Giuseppe l’aveva portata con sé dall’Italia nell’ultimo viaggio che ha fatto. Ai controlli, sia a Roma sia a Copenaghen, nessuno ha obiettato nulla: l’animale aveva il regolare documento di viaggio (dov’è specificata, peraltro, la razza). Ma durante una banale lite tra cani per strada (una delle tante che si vedono spesso quando si porta gli animali a passeggio) una persona, nel tentativo di separarli, riporta una leggera escoriazione. Quanto basta perché qualcuno segnali alla Polizia la razza di Iceberg come «sospetta».

E, in effetti, gli agenti si presentano a casa di Giuseppe, prendono l’animale e lo portano in canile, in attesa che venga ucciso. Le richieste di clemenza, con la promessa di riportare immediatamente Iceberg in Italia, si moltiplicano.

Per evitare episodi come questo, dunque, è importante chiedersi prima di partire quali razze di cani non possono andare all’estero.

Vediamo.

Cani all’estero: la normativa europea

Parlamento e Consiglio europeo hanno approvato un Regolamento [1] che, innanzitutto, impone la necessità di fare un passaporto Ue per animali (per cani come per gatti) con i loro «dati anagrafici», quindi anche con l’indicazione sulla razza.

Inoltre, sono necessarie la vaccinazione antirabbica in validità e l’identificazione del cane tramite microchip.

Ma tutto questo non basta. Anche in possesso di questi requisiti, potrebbe succedere che il cane debba rimanere a casa se la sua razza non è gradita nel Paese di destinazione.

Ogni normativa locale ha un suo elenco di razze di cani a cui è vietato l’ingresso in Paese. Per tornare al caso di cronaca citato prima, in Danimarca (oltre al dogo argentino) rischiano la pelle altre 12 razze di cani, tra cui i Pitbull Terrier, Tosa Inu, American Staffordshire Terrier, Fila Brasileiro, Bulldog Americano e Kangal.

Pitbull-Terrier e Dogo argentino hanno vita dura anche in Gran Bretagna, dove il loro ingresso è vietato così come per il Japanese-Tosa ed il Fila Brasileiro.

Anche in Germania il Pitbull-Terrier è pregato di restare fuori dai confini del Paese insieme all’American Staffordshire Terrier, allo Staffordshire Bullterrier, al Bullterrier e ai loro incroci. È vietato inoltre l’ingresso di altre razze in base alle disposizioni della Regione federale in cui il cane dovrebbe essere allevato. Ma Berlino è più permissiva con i turisti (e con gli animali): concede, infatti, la possibilità di entrare con il proprio cane, di qualunque razza sia, purché il soggiorno non superi le 4 settimane e Fido porti con sé il certificato di origine o di razza, quello delle vaccinazioni e quello di personalità, rilasciato da un veterinario dopo un test di carattere (anche i cani si sottopongono a psicanalisi…).

Più articolati i divieti in Francia. Parigi distingue due tipi di razze di cani potenzialmente pericolosi: quelle di attacco e quelle da guardia.

Nella prima categoria rientrano lo Staffordshire Terrier, il Mastiff (conosciuto anche come Boerbull) ed il Tosa Inu. Tra le razze di cani da guardia o da difesa considerati pericolosi, oltre allo Staffordshire Terrier e al Tosa Inu, ci sono anche i Rottweiler ed i suoi incroci.

Cosa si rischia se si va in Francia con uno di questi cani? Se l’animale appartiene alla prima categoria (cani di attacco), il proprietario rischia sei mesi di carcere e 15.000 euro di multa. Se, in più, lo fa salire su un mezzo di trasporto pubblico o lo lascia in una parte comune di un immobile, bisogna aggiungere altri 150 euro di multa.

Chi d’estate cerca il mare ed il sole della Spagna sappia che il governo di Madrid ritiene pericolose le razze di cani Pitbull Terrier, Staffordshire Bullterrier, American Staffordshire Terrier, Rottweiler, Dogo Argentino, Fila Brazileiro, Tosa Inu e Akita Inu.

Cani all’estero: le razze pericolose nei Paesi extra-Ue

Regole molto severe anche in alcuni Paesi non comunitari per quanto riguarda le razze dei cani che non possono viaggiare all’estero. Ad esempio, in Australia è vietato l’ingresso del Dogo Argentino, del Fila Brazileiro, del Japanese Tosa Inu, del Pitbull terrier o American pitbull, e del Perro de presa Canario, più o meno le stesse razze che non possono entrare negli Emirati Arabi Uniti o a Malta.

Ma il record di razze di cani il cui ingresso dall’estero è vietato lo detiene la Cina. Il governo di Pechino ha stilato un elenco di ben 34 razze di cani non gradite. Oltre alle già citate, troviamo alcune con cui siamo abituati a convivere in Italia, come il Pastore tedesco, il Setter o il Dalmata. Ma ci sono anche il San Bernardo, il levriero afgano, l’alano e perfino il Chow Chow, cioè il cane originario proprio della Cina (ed ora, a quanto pare, esiliato). In generale, le autorità della Repubblica Popolare ritengono pericolosi (e quindi vietati) tutti i cani considerati morsicatori e che superino l’altezza di 35 centimetri. La paura è anche una questione di proporzioni, forse.

note

[1] Regolamento Ue n. 576/2013 in vigore dal 29.12.2014.

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