Testimonial della campagna per superare la cultura della carne di cane ancora diffusa in Corea

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23 febbraio 2018

Anche se, come una buona parte della squadra americana, non ha vinto medaglie, Gus Kenworthy è stato di certo uno dei protagonisti di questa edizione dei giochi olimpici di Pyeongchang. Il bacio in mondovisione al compagno Matthew lo ha trasformato in un idolo della comunità LGBT.  Ma prima di uscire allo scoperto e dichiarare la propria omosessualità, nel 2015 Gus era salito alle cronache, non solo sportive, alle precedenti olimpiadi invernali di Sochi dove aveva salvato alcuni cani randagi oltre che vincere una medaglia d’argento. Uno di questi vive ancora con la madre e altri due con l’ex compagno.

Kenworthy, nato in Gran Bretagna ma cresciuto in Colorado, è un grande amante dei cani e lo ha dimostrato anche in questa occasione volendo visitare, insieme al compagno, l’allevamento di cani di Siheung, cani destinati all’uso alimentare, tradizionale e ancora piuttosto diffuso in Corea del Sud. A Siheung, sotto la neve e stretti in anguste gabbie, c’erano circa novanta cani quando Gusa e il compagno sono entrati, accompagnati da Nara Kim, l’attivista della Humane Society International (HSI) locale, l’associazione impegnata in Corea nel superamento della cultura che mette in tavola carne di cane.

I cani saranno vaccinati ed entro marzo probabilmente potranno volare in Nord America dove le domande di adozione sono assai più numerose che in Corea dove è molto radicata l’idea che tra cane da alimentazione e cane da compagnia ci sia una differenza sostanziale. Almeno due milioni di cani ogni anno vengono macellati in Corea. La pratica è vecchia di migliaia di anni e anche se la popolarità di questo consumo è in calo specie tra i giovani, persiste tra le persone di una certa età la credenza che mangiare carne di cane aiuti la virilità.

L’HSI ha acquistato la fattoria. L’allevatore che ha accettato la proposta dell’associazione ha detto che userà il denaro per coltivare funghi e verdure. L’obiettivo dell’HSI di cui Kenworthy è diventato testimonial è quello di smobilitare progressivamente questa industria dando incentivi agli allevatori sulla base di questo esempio. Secondo una stima ci sono circa 17mila allevatori di cani per alimentazione in Corea e questa è l’11esima che l’associazione aiuta a chiudere.

Gus è molto colpito e commosso: “E’ uno dei posti più tristi che abbia mai visto. Ho il cuore spezzato.” Ma è anche molto cauto nel puntare il dito contro i coreani e la loro cultura.  “Non penso sia giusto arrivare qui e dire, quello che fate è sbagliato e noi invece facciamo nel modo giusto. Ma penso anche che la crudeltà non sia cultura”. Per questo il primo passo è che almeno gli allevamenti siano gestiti secondo criteri per cui gli animali vengono trattati in modo dignitoso in vita. Il secondo passo è mettere in discussione la distinzione tra cani da macello e cani da compagnia. Dice Gus: “Sono questi cani a meritare compagnia, a meritare di essere accolti in casa. Tutto quello che vogliono è attenzione e affetto.”

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