CESENA. «Siamo stanchi: via Verzaglia non è il bagno pubblico del tuo cane. Portalo a fare i suoi bisogni dove può per legge non sotto alle nostre finestre. Se non hai capito qui è vietato».

È il messaggio che si legge in un buon numero di cartelli appesi da ieri lungo tutta via Verzaglia: strada in pieno centro che collega via Strinati a piazza Amendola.

I residenti hanno tappezzato di fogli i muri dell’area per essere certi di arrivare ad almeno un padrone (ma forse sarebbe più corretto dire ai padroni) di cani che vengono portati a spasso per la città.

La problematica è annosa e non riguarda di certo solo questa via. I cani marcano di urina il territorio e, se scappa loro un “bisogno”, non stanno certo a sottilizzare sul luogo in cui si trovano. Per gli escrementi solidi ci sono leggi apposite. Ormai quasi tutti i proprietari sono dotati di sacchettini e raccolgono il dovuto. Diverso il discorso per la pipì: impossibile da raccogliere. Si può solo cercare di impedire al proprio cane di farla in luoghi inadatti (strattonandolo per il guinzaglio) o confidare di non essere visti: “magari” proprio in una via fuori mano come la Verzaglia. Ciò non toglie che gli odori dell’urina di cane siano ben poco gradevoli. Moltiplicati sotto le finestre delle case fanno arrabbiare i residenti. Una protesta simile nei termini era avvenuta anche tempo fa nella zona di subborgo Federico Comandini. Dove il proprietario di una nota azienda aveva appeso cartelli simili e minacciato azioni legali.

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