Roma, 26 febbraio 2016  – Plauso del Wwf per la posizione assunta dalla Regione Lazio, in sede di Comitato Paritetico Ministeri – Regioni del 17 febbraio scorso, contraria all’ipotesi di applicazione della deroga alla tutela del Lupo proposta dal Ministero dell’Ambiente. Il Wwf auspica che la Regione Lazio confermi la sua netta contrarietà all’ipotesi degli abbattimenti legali del lupo anche nelle prossime riunioni del Comitato Paritetico e in sede di Conferenza Stato-Regioni. Il Wwf chiede per questo agli assessori all’Ambiente, Mauro Buschini, e all’Agricoltura, caccia e pesca, Carlo Hausmann, di assumere una posizione comune e condivisa per la modifica del Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia proposto dal Ministero dell’Ambiente, confermando il parere contrario della Regione Lazio agli abbattimenti legali. Siamo in una fase importante per la tutela di questa specie. È infatti in discussione il nuovo “Piano di conservazione e gestione del Lupo in Italia”, predisposto dal Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con l’Unione Zoologica Italiana e il supporto dell’Ispra.

“Il Piano prevede una pericolosa scorciatoia per risolvere i conflitti con le attività zootecniche – ha dichiarato Andrea Filpa Delegato del Wwf Italia per il Lazio – Per la prima volta dagli Anni ’70 si torna a parlare di abbattimenti del Lupo. Il Piano, infatti, introduce la possibilità di derogare al divieto di uccisione, autorizzando l’abbattimento di circa 60 lupi ogni anno”. Così in un comunicato il Wwf Lazio.  Nella prima riunione del Comitato Paritetico tra i Ministeri competenti (Ambiente, Agricoltura e Salute) e le Regioni, del 17 febbraio scorso, la Regione Lazio ha dichiarato apertamente il suo parere contrario agli abbattimenti legali, ritenendo il provvedimento non solo inutile ma pericoloso perché non risolve il problema dei danni alla zootecnia mentre si rischia solo di legittimare il bracconaggio. Una posizione condivisa ed apprezzata dal Wwf che, alla vigilia dell’incontro con il Ministero, aveva scritto a tutte le Regioni una lettera, a firma della presidente nazionale, Donatella Bianchi, con la richiesta di cancellare dal Piano la possibilità di deroghe alle norme di tutela della specie. La bozza del nuovo Piano nazionale sul Lupo può e deve essere migliorata, anche attraverso un più ampio ed approfondito dibattito nei territori, e grazie a posizioni culturalmente avanzate come quelle assunte dalla Regione Lazio.

Il Wwf in occasione della scadenza dei termini per l’invio da parte della Regione Lazio, e delle altre Regioni, delle osservazioni ed emendamenti al testo del Piano proposto dal Ministero dell’Ambiente, evidenzia 6 specifiche azioni che ritiene debbano essere richiamate con priorità nella versione definitiva che sarà approvata dalla Conferenza Stato-Regioni e da mettere subito mettere in pratica per risolvere efficacemente la convivenza tra attività economiche e presenza dei grandi predatori, come Lupo e Orso, sul territorio: aumentare la lotta al bracconaggio attraverso l’incremento delle pene e delle sanzioni e il potenziamento della vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle indagini antibracconaggio; aumentare il contrasto al randagismo e affrontare con maggiore determinazione il problema dell’abbandono dei cani per prevenire il fenomeno dell’ibridazione con il Lupo; applicare e valutare l’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia; garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparita’ di trattamento tra le diverse Regioni; attuare una seria e costante campagna per la tutela del Lupo con particolare riguardo al ruolo svolto dai mezzi di informazione; avviare un monitoraggio della specie a scala nazionale con scambio di informazioni tra le diverse Regioni che condividono oggi la presenza del Lupo, continua il Wwf Lazio.

È bene ricordare che solo grazie al divieto di abbattimento, in Italia la popolazione di Lupo oggi è in ripresa dopo che era arrivata sull’orlo dell’estinzione. Secondo una stima del 2015, oggi in Italia sono presenti circa 1.500 lupi sull’Appennino e 100/120 sull’arco alpino. Nel 1971, quando il Wwf, insieme al Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise lanciò l’Operazione San Francesco, il Lupo era una specie cacciabile, percepito come “animale nocivo” da sterminare e vi erano solo 100 esemplari in tutta Italia. Ma ancora oggi il Lupo non è fuori pericolo a causa di rilevanti minacce, su tutte il bracconaggio (con fucili, lacci e bocconi avvelenati) che ogni anno colpisce fino al 20% della popolazione, e l’ibridazione, vale a dire l’incrocio con cani vaganti, che in alcune aree supera il 40% degli individui monitorati.

Secondo i dati del Corpo Forestale dello Stato nel triennio 2013/15 in Italia sono stati trovati morti 115 lupi, e l’esperienza insegna che il numero degli animali ritrovati morti è minore rispetto a quelli realmente uccisi. Ricorrere all’abbattimento di lupi quale risposta a situazioni locali critiche assicura solo un’illusoria e temporanea riduzione dei danni causati alla zootecnia, non risolvendo il problema e non placando i malumori degli allevatori, bensì aumentando in poco tempo la minaccia del bracconaggio. Tutti gli studi più recenti dimostrano, infatti, che l’abbattimento di alcuni esemplari di Lupo, destrutturando i branchi e aumentando la dispersione dei suoi componenti, può determinare nel medio e lungo termine un incremento della predazione sul bestiame domestico, continua il Wwf Lazio. La scorciatoia ipotizzata, quindi, rischia di aggravare, piuttosto che risolvere, il problema della predazione degli animali domestici da parte del Lupo.

Il Wwf Italia considera da sempre prioritaria la mitigazione del conflitto con la zootecnia, nel solco della coesistenza con i grandi predatori naturali: per questo chiede forti sinergie tra le Istituzioni al fine di attuare efficaci, concrete e diffuse misure di prevenzione. Nel contempo è necessario e urgente contrastare efficacemente il bracconaggio e il randagismo/vagantismo canino. La Regione Lazio con le misure del nuovo Psr 2014 – 2020 può rendere disponibili le risorse necessarie per promuovere interventi di prevenzione dei danni, dotando gli allevatori di strumenti come le recinzioni elettrificate ed i cani da guardiania. Ma per attuare tutte le azioni previste dal Piano di conservazione e gestione del Lupo non possono bastare le risorse che le singole Regioni possono mettere in campo, servono anche risorse certe da parte dello Stato, attraverso i Ministeri competenti. L’onere della conservazione e gestione del lupo nel nostro Paese non può essere attribuito solo alle Regioni. Per sostenere la richiesta di eliminazione dal Piano di ogni ipotesi di abbattimento legale del lupo, il Wwf Italia ha lanciato anche una petizione online già sottoscritta da oltre 50.000 italiane e italiani e che si può continuare a sottoscrivere sul sito www.wwf.it/soslupo, conclude il Wwf Lazio. 
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