“Siamo sgomenti dalla sentenza pronunciata dal Tribunale di Perugia nei confronti dell’imputato per l’uccisione di un gatto, poi scuoiato e abbandonato davanti al cancello di una scuola a San Sisto (Perugia). Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza ma chiediamo da subito al Pubblico Ministero di ricorrere in appello contro questa incredibile sentenza”, questo il commento di Ilaria Innocenti, responsabile LAV Area Animali Familiari, alla notizia della sentenza emessa oggi dal Tribunale di Perugia.

“Ci auguriamo che la riapertura delle indagini porti piena luce su ciò che è avvenuto nel garage degli orrori dove, alla luce della strumentazione, e dei resti di altri gatti rinvenuti, presumibilmente si sono consumate altre raccapriccianti uccisioni”, prosegue la Innocenti.

Il caso era balzato agli onori della cronaca nell’autunno del 2014 quando, nell’ambito delle indagini relative al gatto scuoiato, i Carabinieri fecero ingresso in un magazzino nel quale trovarono quattro maschere in pelle costituite da teste di gatto scuoiate, una ghigliottina, uno strumento per immobilizzare gli animali, vari utensili da chirurgo e siringhe usate, un vaso di vetro contenente una testa e zampe di gatto immerso in liquido, altri vasi di vetro immersi in materiale organico, coltelli, uncini e martellini.

La LAV ringrazia l’avvocato Gemma Bracco del foro di Perugia per l’assistenza legale.

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