Aiuta la socializzazione. Fa bene al sistema immunitario. È un compagno di vita e una fonte inesauribile di affetto. È paziente, gioca senza sosta, specie quando lo si vede al parco insieme al proprio compagno di scuola. E così a un certo punto arriva la domanda: prendiamo un cane? E qui entra in gioco l’aspetto forse più trascurato ma centrale dell’adozione di un cucciolo: il pet fa bene ai bambini e a tutta la famiglia perché è un’occasione di crescita, di condivisione, di assunzione di responsabilità e di sviluppo dell’empatia, una delle abilità più richieste anche professionalmente (“non si può innovare senza empatia”, ha detto il ceo di Microsoft Satya Nadella).

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Qual è però il modo migliore per adottare un cane in una famiglia con bambini? Ci risponde Simone Dalla Valle, istruttore cinofilo; in tv si è fatto conoscere con la trasmissione Missione cuccioli, in onda su Dea Kids dal 2009 dedicata al rapporto tra piccoli umani e canini e, solo lo scorso anno, ha pubblicato un paio di libri: Come (e perché) scegliere un cane, edito da Tea, e Un cane per tutta la famiglia. Missione cuccioli, della De Agostini.

TUTTO INSIEME

«Una delle cose più importanti, un obbligo più che una raccomandazione, è coinvolgere i bambini fin dall’inizio, fin dalla scelta dell’animale. L’obiettivo è comunicare in modo chiaro che porterà gioie ma anche “dolori”, mi riferisco all’impegno di portarlo, fuori, nutrirlo e così via. Tutti  aspetti pratici che vanno spiegati». E, per poterlo fare, dice Dalla Valle, sono i genitori per primi a doversi preparare con l’aiuto di un esperto. «Le donne partoriscono da sempre, eppure esistono i corsi pre-parto. Perché quando si tratta di prendere un cane pensiamo di poter fare tutto da soli? Adottare un essere di un’altra specie è più complicato che fare figli. Dobbiamo capire che il dog trainer è colui che ci aiuta a vivere una buona relazione con il cane. Non quello che risolve i problemi: l’animale che morde, abbaia, tira al guinzaglio».

CHE TIPO DI CANE?

Un altro aspetto, non meno importante, consiste nella scelta del cane. «Anche se ogni animale è un individuo a sé, in generale, una femmina potrebbe essere più adatta. Sono più tolleranti, affettuose, meno competitive». Per le razze da prediligere, trovate un box più avanti. Dalla Valle non si sente di caldeggiare  «i grossi cani da guardia che hanno un forte istinto predatorio o territoriale e quelli da combattimento. In quest’ultimo caso, più che altro perché potrebbero avere atteggiamenti aggressivi nei confronti degli altri cani». Insomma, le passeggiate al parco con la famiglia rischierebbero di essere non proprio rilassanti.

CUCCIOLO O ADULTO?

«Infine, suggerisco l’adozione di un cane adulto. In questo modo abbiamo l’opportunità di conoscere fin dall’inizio il suo comportamento. E di adottarlo da un canile dove ci siano educatori cinofili in grado di selezionarlo in base alla situazione familiare e di capire se il bambino è pronto a non trattarlo come un peluche. Perché anche il quadrupede più tollerante arriva a un punto in cui può perdere la pazienza e usare i denti».

SE IL BAMBINO ARRIVA DOPO

Ma, il rapporto figli-cane, può nascere anche quando il cane si trovava già in famiglia ed il bimbo che sta per arrivare. Come impostare la relazione al meglio? «I cani sono molto abitudinari e, ovviamente, non c’è modo comunicare loro che sta per verificarsi un grande cambiamento. Quindi, bisogna giocare d’anticipo. E cioè riorganizzare la casa prima della nascita: preparare già il lettino, sistemare il passeggino e, se abbiamo deciso che nella camera di nostro figlio, il cane non avrà accesso, posizionare il cancelletto, in modo che l’arrivo del bambino non venga associato con quel divieto. E, poi, si deve cominciare a pensare a come far felice il nostro amico anche quando avremo meno tempo da dedicargli. In pratica, trovando in tempo utile un dog-sitter che possa portarlo fuori a passeggiare».

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