Una guida per saper riconoscere l’interazione tra esseri umani e queto animale da sempre in relazione con l’ambiente sociale

La settimana scorsa una mia cliente ha portato in ambulatorio il suo cane volpino Max che per il continuo abbaiare non aveva più voce. E mi dice: “Ma non lo fa sempre. È in quest’ultima settimana che è diventato insopportabile!”. Fatte le dovute domande scopro che il cane è spesso in giardino e che un lato di questo confina con una proprietà abitata da una coppia di cani, di cui uno è una femmina che ovviamente ogni sei mesi va in calore.  Max quindi abbaia perché sente il richiamo ormonale della femmina. Per più di una settimana l’abbaio di Max oltre a creare danni e frustrazione al cane mette molto in difficoltà i padroni e tutto il vicinato. Ma perché i cani abbaiano?

Ovviamente per comunicare!

E soprattutto per comunicare con noi uomini, dal momento che tra di loro, gli animali tendono ad utilizzare soprattutto altre forme comunicative, quali l’olfatto e la vista. Spesso, erroneamente si pensa che come noi parliamo per comunicare, il cane abbaia. In realtà l’abbaiare del cane corrisponde più al nostro urlare quando vogliamo richiamare l’attenzione di qualcuno piuttosto sordo alle nostre sollecitazioni.

Ma il vero problema sta nel cosa i cani vogliono comunicarci.

Di sicuro con l’abbaio il cane vuole richiamare la nostra attenzione per avvisare. E questa caratteristica comunicativa è stata così apprezzata dall’uomo da selezionarla come modalità espressiva molto utile per proteggere le proprietà. Ma può abbaiare anche per richiedere qualcosa o perché vive una condizione stressante o eccitante.

Ma che significato riveste il “dare attenzione” all’abbaio?

In un animale sociale quale è il cane, abituato a convivere e a condividere, l’attenzione all’abbaio costituisce sempre un assenso, un’approvazione.

Ciò significa che è di fondamentale importanza capire la motivazione che ha scatenato l’abbaio per dare o non la nostra approvazione.  Non sempre, infatti, questa modalità espressiva viene impiegata per una motivazione valida anche per noi uomini. E cioè, se il cane abbaia per avvisarci di un pericolo reale è giusto dargli attenzione sia con il comportamento fisico sia con la comunicazione verbale, se è questo che cerchiamo dal nostro amico.

Ma se il cane abbaia per manifestare un disagio (ansia, fame, caldo…) o per eccitazione o anche frustrazione, come per Max, è giusto, da un lato, risolvere il disagio ma dall’altro, non è il caso di mostrargli attenzione in un preciso meccanismo di causa-effetto, perché così facendo andremmo solo a rafforzare quel comportamento. E rafforzare un comportamento significa sempre approvarne la ripetizione.

I cani, infatti, hanno bisogno e richiedono la nostra attenzione anche più del cibo in quanto soffrono tremendamente per l’isolamento sociale (vedi quei cani che restano ore ed ore da soli in giardino o peggio ancora su un balcone). E quindi se da un lato l’animale abbaia di continuo, magari perché ha visto un gatto o perché vuole il cibo, ed è difficile per noi ignorarlo perché diventa davvero fastidioso e a volte insopportabile, dall’altro la nostra condotta più giusta, in questo caso, sarebbe proprio ignorare il cane per non rafforzarlo in tale comportamento non gradito.

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