La diffusione del lupo in Trentino comporterà la riscoperta di tradizioni cadute in disuso da decenni, quali il cane da pastore e le recinzioni notturne per gli ovini, al fine di proteggere i greggi da un predatore che – molto più dell’orso – rappresenta un serio pericolo per l’allevamento.

È quanto emerso nell’ambito della prima giornata di formazione organizzata, a favore degli allevatori trentini e altoatesini, dal Servizio foreste e fauna della Provincia di Trento. Obiettivo dell’incontro, era quello di informare i professionisti locali in relazione alle misure di prevenzione possibili per contrastare gli eventuali danni causati dal  grosso carnivoro, considerato innocuo per l’uomo ma decisamente pericoloso per pecore e capre al pascolo.

Arrivato per la prima volta nel 2010, con l’insediamento sui monti Lessini di un branco proveniente dal Veneto, il lupo ha fatto capolino negli ultimi anni anche in alta Val di Non, dove è stata avvistata una coppia stabile, e quasi certamente sulle Alpi vicentine, in prossimità di Asiago, dove si presume la presenza di alcuni esemplari. In futuro, a quanto riferito dal dirigente Claudio Groff, tutto il territorio provinciale, compreso l’attuale aerale dell’orso, potrebbe essere interessato dalla presenza del mammifero.

«Il rischio di predazione per gli animali al pascolo – ha tuttavia specificato Groff – riguarda unicamente i mesi estivi. Inoltre, è bene sapere che il lupo si nutre al 90% di animali selvatici, mentre solo per un dieci per cento di capi domestici. La sua è una predazione di tipo compensativo, ovvero riguarda soprattutto animali feriti o deboli.

È inoltre bene precisare che il mammifero non rappresenta un pericolo per l’uomo: le ultime aggressioni certificate in Italia risalgono addirittura ai primi anni dell’Ottocento, in un contesto socio economico completamente differente, mentre in Europa non si registra un caso di aggressione da parte di un lupo da oltre un secolo».

Tra i sistemi più efficaci e meno impattanti per contrastare le predazioni, si è consigliato, assieme all’impiego delle recinzioni elettrificate, l’acquisto di un cane da pastore, che, proprio come vuole la cultura popolare, rappresenta ancora oggi un validissimo guardiano delle greggi. Per venire incontro alle esigenze degli allevatori, l’amministrazione provinciale ha avviato da tempo un programma di finanziamento per l’acquisto e l’addestramento di cani di razza maremmana abruzzese, considerata la più indicata per il settore. Mentre la recinzione viene offerta in comoda d’uso, la sovvenzione per l’acquisto del cane, che può costare tra i 5 ed i 600 euro, copre la maggior parte della spesa (90%).

«Il cane – ha concluso Groff – difende attivamente il gregge, minimizzando il rischio di predazione dei capi al pascolo. Ora il lupo non è presente ancora in modo capillare sul nostro territorio, quindi abbiamo ancora tempo per diffondere una pratica di cui si conserva ancora memoria, malgrado sia caduta in disuso».

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