ROMA – Quando ci alleniamo per strada o nei parchi cittadini, capita di vedere runner accompagnati dai loro amici a 4 zampe. Non è così inusuale sentire storie di chi ha iniziato a correre grazie alle passeggiate con il proprio cane, diventate con il tempo una breve corsa e in fine un vero allenamento. E i cani? in queste storie hanno seguito sempre il padrone o sono tornati ad aspettarlo nella cuccia?

Parliamo con Stefano Battaglini, runner e organizzatore di corse a sei zampe. “Il cani-cross è una vera e propria disciplina sportiva, cinofilo-sportiva per l’esattezza”, spiega Stefano che da anni corre con il suo Ghigo.
Sembra una parola italiana che però italiana non è. Deriva infatti dall’unione di due termini inglesi: canine (cinofilo/canino) e cross-country (corsa campestre). Dunque, cani-cross, corsa campestre canina .

“L’andatura dei cani da cani-cross – dice ancora Stefano –  è prevalentemente al galoppo e non trottano come i cani da slitta. Diversa anche l’altezza tra il punto di attacco della pettorina e il punto vita del conduttore: l‘angolo che si crea è più ampio rispetto a quello che c’è tra un cane e la sua slitta e quindi è stato necessario modificare le pettorine. Ecco una breve lista dei materiali tecnici per praticare il cani-cross:

1- Cintura  (per l’uomo)
Una cintura tecnica appositamente studiata per il comfort del conduttore e 
per evitare qualsiasi eccessiva pressione sulla colonna.
2- Pettorina (per il cane)
È importante sceglierla valutando bene la struttura fisica del cane. In commercio 
ne esistono di diversi tipi, adattati a coprire i differenti stili di corsa del cane.
3- Linea 
È il 
“cavo di connessione” tra il runner e il suo amico a 4 zampe. Viene agganciata da un lato alla pettorina del cane e dall’altro capo alla vostra cintura.
4- Ammortizzatore  (per l’uomo e per il cane)
È necessario che tra il conduttore e il cane ci sia un sistema di ammortizzazione in grado di attutire gli improvvisi strattoni, che si possono verificare durante una corsa.

“La distanza massima su cui si svolgono le gare – racconta Stefano – varia in base al regolamento della federazione che gestisce le manifestazione. Comunque, non dovrebbero mai essere inferiori ai 4 km e non superare i 10”. La regola di base è quella del podismo: chi impiega minor tempo logicamente vince. Le altre regole: il cane non deve mai essere costretto a correre. Deve stare spontaneamente davanti al conduttore umano, tutt’al più al fianco. Se sta dietro non va bene e se lo si strattona per farlo correre si viene squalificati. Se il cane morde un altro cane si viene penalizzati/squalificati.

La regola più curiosa è il diritto di sorpasso: nel cani-cross, infatti, chi raggiunge un altro concorrente e risulta più veloce, ha il diritto di pretendere la via. Chi sopraggiunge grida “TRAIL” e chi è davanti è tenuto a mettersi di lato, mettere in sicurezza il proprio cane e far passare l’avversario. La regola della “precedenza” non vale negli ultimi metri del tracciato (800 m o meno a seconda delle caratteristiche del percorso).

L’età minima del cane per partecipare al canicross è di 12 mesi (bikejoring e scooterjoring 18). Ma non tutti i cani sono adatti a questo sport perché alcune razze sono state selezionate dall’uomo con delle caratteristiche fisiche non indicate per la corsa.
La simbiosi uomo/cane – sottolinea Battaglini –  è fondamentale. All’interno del binomio ci deve essere alchimia. Il conduttore deve saper leggere perfettamente quelli che sono i segnali che il suo cane gli comunica ed il cane deve fidarsi ciecamente del suo conduttore nell’eseguire tutte le indicazioni che gli vengono impartite. È proprio la sintonia, il rapporto che migliora con il tempo, l’aspetto più bello di questo sport”.

Il cane deve essere allenato ed è preferibile evitare che corra su asfalto, sia per un discorso di durezza sia per un discorso di calore. Il concetto di fresco è molto diverso tra noi e loro: per loro correre sopra i 20 gradi può essere già pericoloso. Molti cani riescono anche a migliorare alcuni comportamenti aggressivi – spiega Stefano Battglini – . E’ un’attività molto stimolante e naturale per il cane: uscire a correre con il suo compagno umano è un po’ come andare a fare una battuta di caccia. Si inseguono rumori, odori, tracce e si cerca sempre di catturare qualcosa, con la differenza che questo non accadrà. Ma loro non lo sanno che non prenderemo mai nulla! Insomma, correre come fine e non come mezzo“.
 

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