Firenze, 8 agosto 2018 – Quando  si parte per le vacanze c’è sempre il dubbio se portare con noi il gatto (o i gatti) di casa oppure trovare per lui/loro altre soluzioni. Abbiamo chiesto qualche consiglio a un’esperta, la dottoressa Daniela Tarricone, biologa comportamentalista e consulente comportamentale del cane e del gatto.

Qual è la scelta giusta? E’ preferibile portare con noi Micio in vacanza oppure lasciarlo a casa, ovviamente dando l’incarico a una persona fidata di andare a dargli damangiare e fargli un po’ di coccole?

“Non esiste una risposta valida per tutti i soggetti, che – è bene saperlo – sono diversi l’uno dall’altro per indole e per stile di vita. Sicuramente il gatto sviluppa sempre un forte attaccamento per il suo territorio che rappresenta per lui una risorsa fondamentale, una risorsa che tanto incide sul suo benessere e sulla sua qualità di vita; per questo motivo solitamente i mici non gradiscono i cambiamenti di ambiente, ma, all’atto pratico, la capacità di adattamento varia molto da un individuo all’altro e dipende da diversi fattori. Per esempio, gatti che vivono in appartamento ma che fin da piccoli sono stati abituati a frequentare durante l’anno più di una casa (quella delle vacanze al mare o in montagna, o quella dei “nonni”…) solitamente si adattano molto bene ai cambiamenti di ambiente e in molti casi addirittura apprezzano l’opportunità di scoprire ed esplorare nuovi territori. Invece il gatto che ha vissuto per diversi anni confinato nella stessa dimora avrà molte più difficoltà ad adattarsi a un cambio di territorio che quasi inevitabilmente gli provocherà disagio e stress. In questi casi è meglio lasciarlo a casa e trovare una persona fidata che si rechi da lui un paio di volte al giorno per accudirlo e intrattenerlo. Anche la lunghezza della nostra assenza è un fattore da valutare attentamente: se mancheremo per pochi giorni meglio evitargli il trambusto dello spostamento, se però ci assenteremo per periodi che superano le 2 settimane il gatto che vive in appartamento può intristirsi ed entrare in uno stato di stress dovuto all’isolamento sensoriale e sociale; pertanto è meglio organizzarsi per portarlo con noi o affidarlo a qualcuno che potrà seguirlo al nostro posto. Valutazioni molto diverse devono essere fatte quando i mici hanno la possibilità, pur vivendo in famiglia, di uscire liberamente all’esterno per stare in giardino e per frequentare i dintorni di casa. Infatti, se il loro stile di vita è così “ricco” e appagante di solito è meglio lasciarli nel loro territorio e non disturbarli con fastidiosi spostamenti”. 

Se portiamo il nostro gatto a casa di un familiare o di un amico, quali accorgimenti possiamo adottare affinché si senta a suo agio?

E’ importante reintrodurre nel nuovo territorio tutte le sue cose di uso giornaliero: la lettiera, la sabbia, le ciotoline del cibo e dell’acqua, la sua cesta, la sua copertina, i suoi giocattoli….. (Questo è importante anche quando ci si accinge a fare un trasloco: per qualche tempo è molto meglio riutilizzare tutto ciò che è caro al nostro gatto, anche se si tratta di cose vecchie e consunte, come la poltrona ormai distrutta…..). Inoltre è importante che questi oggetti siano collocati tutti nella stessa stanza, almeno fino a quando l’animale non inizia a mostrarsi tranquillo e a suo agio anche nel resto della nuova casa, che in precedenza avrà minuziosamente esplorato e ispezionato a suo piacimento”.

Se portiamo il gatto nella nostra casa al mare o in montagna come possiamo evitare che possa scappare e magari perdersi in un luogo che non conosce?

“E’ importante che nei primi giorni il micio non venga fatto uscire all’esterno perché non conoscendo il nuovo territorio rischia, allo scopo di ritrovare il proprio, di allontanarsi e di perdersi. Quando poi ci accorgiamo che il nostro amico è tranquillo e rilassato nella nuova dimora, quando inizia a strusciarsi contro i mobili e a emettere tutti i suoi consueti comportamenti di piacere vuol dire che ha iniziato ad appropriarsi del nuovo territorio casalingo; allora possiamo iniziare a fargli scoprire l’esterno per brevi intervalli di tempo, sempre in nostra presenza: gradatamente, un passo per volta, il gatto farà suo anche il territorio esterno circostante e da quel momento sarà molto più difficile che si allontani e soprattutto che si perda”.

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