Venerdì, 18 Dicembre 2015 10:16

OGM agricoltura1Battuta d’arresto sui divieti nazionali di alimenti e mangimi geneticamente modificati. In Europa,  Regioni contrarie all’attuale processo decisionale.

Il Comitato Europeo delle Regioni si è pronunciato a favore del rigetto della proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 1829/2003 per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare l’uso di alimenti e mangimi geneticamente modificati sul loro territorio. Sulla facoltà di ricorrere al divieto nazionale non si è ancora arrivati ad una decisione condivisa nelle sedi europee per la quale è richiesto anche il parere delle rappresentanze dei territori. E da queste ultime è arrivata una bocciatura.

Il Comitato delle Regioni sostiene infatti che la proposta della Commissione permette, giustamente, agli  Stati membri di  limitare o vietare l’uso di OGM autorizzati a livello dell’Unione negli alimenti e nei mangimi, ma di fatto non vengono fornite “le modalità per poter dare attuazione a livello nazionale a tale decisione in modo certo sul piano del diritto”.

Pur dichiarandosi in linea con un approccio che rafforzi il diritto delle regioni di far valere la propria posizione, il Comitato Europeo delle Regioni “non è affatto convinto” dell’opportunità di questa proposta di regolamento.  Il parere, pubblicato sulla Gazzetta Europea del 17 dicembre, insiste piuttosto su due aspetti: da un lato l’esigenza di “normative chiare in materia di etichettatura, affinché i consumatori possano compiere scelte consapevoli. Un’etichettatura trasparente deve anche indicare in modo comprensibile l’uso di mangimi geneticamente modificati nella produzione di alimenti di origine animale”. Il parere chiede inoltre  dei “modificare le modalità di rilascio dell’autorizzazione” di alimenti e mangimi Ogm.

Secondo la normativa vigente, spetta alla Commissione decidere sulle domande di autorizzazione. Al riguardo il Comitato “deplora”  che la Commissione di fatto decida sempre senza il voto di sostegno degli Stati membri, per cui nella norma a un parere positivo dell’EFSA fa seguito una decisione di rilascio dell’autorizzazione da parte della Commissione; e si “rammarica” del fatto che le riserve di natura sociopolitica di uno o più Stati membri, vengano di solito ignorate dalla decisione di autorizzazione, In sostanza, per il Comitato delle Regioni “un’autorizzazione basata esclusivamente sulla valutazione del rischio da parte dell’EFSA solleva critiche crescenti” e pertanto il processo decisionale dovrebbe prendere in considerazione “anche preoccupazioni di natura non scientifica”.

Il Comitato chiede una più stretta cooperazione tra la Commissione e le autorità nazionali e regionali competenti in materia di coltivazione degli OGM e sostiene la necessità di prendere in considerazione una valutazione più attenta delle questioni ambientali, oltre a giudicare “urgente” includere gli orientamenti dell’EFSA sulla valutazione del rischio ambientale nella direttiva 2001/18/CE sull’emissione deliberata nell’ambiente per dare ai pronunciamenti dell’EFSA un carattere giuridicamente più vincolante.

In conclusione-  in un contesto caratterizzato dalla libera circolazione delle merci nel mercato interno e dai flussi globalizzati di beni- il Comitato chiede che nei processi autorizzativi europei il suo voto conti di più: “una maggiore attenzione alle preoccupazioni degli Stati membri, mediante la modifica della ponderazione dei risultati delle votazioni in seno al Comitato” è “preferibile a un divieto nazionale”.

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