Cuccioli di cani e gatti potrebbero non essere più venduti nei negozi di animali del Regno Unito. È la decisione verso cui il governo britannico si sta orientando per reprimere il commercio illegale di cuccioli: chiunque voglia acquistare o adottare un animale domestico di età inferiore a sei mesi dovrà trattare direttamente con l’allevatore o con un rifugio o canile.  

Una legge che dovrebbe entrare in vigore il prossimo ottobre e che vieterà la vendita da parte di negozi o altre parti terze, che in Gran Bretagna – secondo la Blue Cross, associazione di protezione degli animali – commercializzano tra i 40 e gli 80mila cuccioli l’anno: potranno essere venduti soltanto i cuccioli cresciuti personalmente e i rivenditori online saranno obbligati a pubblicizzare il numero di licenza e l’origine dell’animale domestico. 

La proposta, in fase di consultazione, arriva sulla spinta della campagna “Lucy’s Law” che prevede l’arresto immediato per chi vende giovani animali da parte di rivenditori commerciali non autorizzati. Tutto è partito dalla storia di Lucy (nella foto qui sopra), una cagnolina salvata nel 2013 dopo aver vissuto per cinque anni come fattrice in un allevamento illegale gallese: quando è stata trovata aveva gravi problemi di salute, tra i quali l’epilessia e la colonna vertebrale deformata per essere rimasta rinchiusa in una gabbia molto stretta. È morta nel 2016. 

Il segretario per il ministero dell’’ambiente britannico Michael Gove ha reso omaggio alla campagna, affermando: «Il divieto di vendita da parte di terzi garantirà che gli animali domestici più amati della nazione possano avere tutelati il primo periodo della loro vita. Le persone che ignorano completamente il benessere degli animali non potranno più trarre profitto da questo miserabile commercio». 

L’anno scorso il primo ministro britannico Theresa May ha promesso il suo impegno nel reprimere i crudeli allevamenti di cuccioli, risparmiando loro sofferenze, problemi di salute e comportamentali. 

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