SASSARI. Il cane fonnese è un instancabile guardiano delle campagne e del bestiame. Protettivo fino alla ferocia e fedele soltanto al suo padrone. Talmente tanto che il suo stesso Dna riflette la storia della Sardegna. Sono le conclusioni di uno studio genetico, pubblicato nei giorni scorsi nella prestigiosa rivista americana Genetics, che rivela che gli antenati dell’animale hanno le stesse origini geografiche di quelle dei migranti sardi. L’analisi è stata effettuata su ventotto razze di cani tracciando la storia genetica dell’eccezionale animale guardiano di Fonni e segnando un legame stretto con le zone dove vivono i centenari dell’isola.Alla ricerca internazionale portata avanti dal National human genome research institute (Nhgri), e coordinata dalla genetista di fama mondiale Elaine Ostrander, hanno partecipato anche le ricercatrici Raffaella Cocco e Sara Sechi, entrambe nella Clinica medica del dipartimento di Medicina veterinaria dell’università di Sassari. Il prossimo passo sarà approfondire le caratteristiche caratteriali dei cani e la loro “ferocia protettiva”.Fedele fino alla ferocia. I documenti storici risalenti a metà del diciannovesimo secolo indicano che un passato molto remoto il cane fonnese veniva addestrato a sgattaiolare dai vicini e portare via degli oggetti: un vero e proprio furfante. Oggi, invece, è tutta un’altra storia. I cani fonnesi sono cauti verso gli estranei e protettivi verso il proprio padrone e verso il bestiame sul quale devono vigilare. Fedeli ed equilibrati, fanno il proprio lavoro all’interno dell’allevamento difendendolo fino alla ferocia. Poi però quando vengono portati in altri contesti non sono aggressivi. Perché? Si tratta di una stabilità comportamentale scritta nelle caratteristiche genetiche dei cani: ce l’hanno nel Dna.Razza fonnese. I ricercatori hanno appurato che il cane fonnese non ha correlazione con altre razze italiane. È la dimostrazione che i testi storici, secondo i quali i romani non sono entrati in Sardegna portandosi dietro i loro mastini, sono veritieri. Per capire meglio come si sviluppano i cani fonnesi gli scienziati del Nhgri e delle università di Sassari (Raffella Cocco e Sara Sechi), Milano e Chieti Pescara ne hanno sequenziato l’intero genoma. E i dati rivelano che gli animali sardi presentano tutte le caratteristiche genetiche per essere considerati una razza, nonostante si siano sviluppati solo grazie alla selezione effettuata nei secoli dai pastori, particolarmente attenti – e gelosi – nello scegliere i cani da guardia della migliore razza.Il binomio. La rilevazione più interessante dello studio riguarda le origini del cane fonnese e il legame con i sardi. E altri studi sugli abitanti dell’isola avevano già mostrato che hanno somiglianze genetiche con quelli dell’Ungheria, dell’Egitto, dell’Israele e della Giordania. E i genetisti hanno scoperto che gli antenati dei cani fonnesi sono legati al saluki, un segugio del Medio Oriente, e al komondor, un mastino dell’Ungheria. Significa che l’origine del cane fonnese è lo specchio di quella dei sardi: un binomio che appare indissolubile. Infatti, incrociando i dati genetici degli animali, è venuto fuori che la mappa delle origini è la stessa di quelle delle migrazioni umane in Sardegna. Questo perché gli antenati dei sardi hanno viaggiato portandosi dietro i loro cani. Si tratta di un parallelismo che potrebbe aggiungere tasselli mancanti alla storia della presenza dell’uomo nell’isola. Dalle ricerche è emerso anche che oggi i cani più longevi vivono nelle stesse zone dove ci sono i centenari sardi.La ricerca continua. La Sardegna suscita da sempre interesse da parte dei genetisti. Vuoi per la posizione geografica isolata, vuoi per il fatto che gli abitanti condividono un unico antenato e quindi hanno una relativamente bassa diversità genetica, che facilita gli studi relativi alle malattie genetiche e all’invecchiamento. Così come il popolo sardo ha a lungo fornito una ricchezza per le intuizioni genetiche da parte degli scienziati, i nativi canini sono l’esempio di una popolazione isolata che potrebbe rivelarsi una risorsa per trovare i geni che influenzano la salute e il comportamento. I prossimi studi programmati dal team internazionale di genetisti canini prevedono anche un lavoro più approfondito sugli aspetti caratteriali del cane, quella che viene definita la loro ferocia protettiva. I loro obiettivi sono quelli di comprendere meglio come i cani si sono evoluti e di dimostrare ancora un altro importante lavoro per questi fedeli compagni degli umani: rintracciare il gene delle malattie.
Nel genoma del cane da pastore fonnese la storia dei sardi – La Nuova Sardegna
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