Simona Borgatti

Mylandog è una bellissima realtà che da cinque anni rende felici i cani milanesi e i loro umani organizzando momenti di aggregazione, di condivisione e anche di educazione cinofila senza dimenticare di fare del bene: ai suoi eventi, che possono raggiungere anche i 500 partecipanti, c’è sempre spazio per le associazioni di volontariato e per raccogliere fondi come fatto per Parco Canile di Milano, Diamoci La Zampa o per la milanese Lega Nazionale Del Cane o anche per diffondere annunci di randagi da adottare. Fabio Ferrari è il Presidente e fondatore insieme alla sorella Eugenia e al padre Alberto scomparso qualche anno fa. Oltre a loro ci sono quindici soci attivisti e tanti iscritti: gli amici di zampa come li chiama Fabio. Una grande e bella rete di collaborazione.

«L’idea è nata viaggiando in Europa e frequentando le aree cani cittadine poiché avevo i miei Mirtilla, Mafalda e Morfeo spiega Ferrari -: mi sono accorto che la gente sentiva il bisogno di aggregarsi e di condividere esperienze insieme ai propri pet e ad altri proprietari e che non c’era una cultura di svago e responsabile a sei zampe. Così abbiamo fondato Mylandog che non vuol dire I cani di Milano, ma My Land Dog ovvero Terra del mio cane anche se ormai tutti la identificano con Milano». Subito è partita la comunicazione sui social e sul passaparola. Il primo evento è stato nel 2013 quando Fabio ha portato il suo stand a «4 zampe in Fiera» e ora le manifestazioni sono salite a otto tra le quali la Festa degli Animali a Cusago dello scorso maggio o l’autunnale Tour nelle vigne a sei zampe, ma anche Un giorno da cani al Parco Sempione o il tradizionale evento natalizio.

La passione, la competenza e l’entusiasmo di chi partecipa agli eventi però non bastano e in passato qualche delusione c’è stata. «Se per Expo il Comune ci ha dato il patrocinio per l’iniziativa Water4friends (ciotole per l’acqua distribuite gratuitamente nei locali e nei luoghi pubblici) e per gli spazi del Parco Sempione, non ha invece accolto la nostra proposta di dotare il sito espositivo di un’area esterna che ospitasse i quattro zampe dei visitatori ai quali era vietato l’ingresso. Avremmo dato la gestione mensilmente alle associazioni e ci saremmo fatti aiutare da esperti cinofili per varie attività. Abbiamo così cercato un aiuto con un esercizio commerciale di Rho che si occupa di pet, ma la cosa non è potuta partire per motivi burocratici. Comunque ai tanti turisti, che si sono rivolti a noi, abbiamo garantito il servizio con dog – sitter e asili del cane su Milano». La realtà di questa associazione culturale no profit, che vorrebbe contribuire per portare Milano ad essere un modello di metropoli dog welcome, è in ascesa, ma, come dice Ferrari, che di giorno si aggira tra cantieri e progetti d’ingegneria e di notte si occupa di Mylandog «sta diventando quasi un lavoro, però siamo tutti volontari, dal grafico all’addetta stampa, e tutti noi abbiamo altre occupazioni. In questi anni l’associazione ha avuto un gran seguito, ma potrebbe ancora crescere se avessimo una persona addetta al commerciale e soprattutto una sede operativa anche in accordo col Comune per il ruolo di aggregazione culturale che svolgiamo».

Estate, tempo di abbandoni. «Noi, per sensibilizzare a non abbandonare i pelosi, abbiamo creato la foto nella cornice con lo slogan Abbandonati all’amore! Testimonial famosi? Nessuno! risponde il Presidente di Mylandog I nostri veri testimonial sono i nostri amici a sei zampe nella cornice!».

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