2018/07/29 13:38

Era addestrato nel salvataggio delle persone

29 luglio 2018È morto Kaos, uno dei cani impegnati a salvare le persone rimaste sotto le macerie del terremoto del Centro Italia dell’agosto 2016. Il pastore tedesco è stato avvelenato nel giardino di casa dal suo istruttore, Fabiano Ettore, a Sant’Eusanio Forconese, comune in provincia dell’Aquila. Lo ha trovato alle 6 di mattina proprio il padrone, che su Facebook ha gridato la sua rabbia pubblicando una serie di post, foto e video di Kaos. “Mi ha tolto la cosa più preziosa”, ha scritto sulla sua pagina, rivolgendosi chi gli ha avvelenato il cane. In un altro post ha pubblicato un video del suo fedele compagno mentre corre, sopra la scritta: “Ciao amico mio! Hai lasciato un vuoto incolmabile per mano di una persona meschina…continua il tuo lavoro lassù continua a cercare dispersi, a salvare vite umane!”.

Il padrone e istruttore ricorda anche i momenti vissuti insieme: “Kaos, ne abbiamo viste tante – scrive -. Aiutati tanti e tanti non ci siamo riusciti. Hai lavorato giorno e notte, quando è servito non ti sei mai risparmiato. Sei stato un amico fedele abbiamo condiviso e diviso casa, divano, tutto. Corri amico mio corri non ti fermare un giorno ci abbracceremo nuovamente”. Parole che hanno riscosso migliaia di condivisioni e tantissimi messaggi di vicinanza.

Il sindaco di Amatrice: “C’è solo dolore, e anche rabbia”
“Non ci sono parole per commentare la vicenda del nostro amico Kaos. C’è solo dolore, e anche rabbia. Kaos è venuto qui a scavare tra le macerie per salvare delle vite, come si può agire contro una creatura così buona e generosa?”, ha detto il sindaco di Amatrice Filippo Palombini. “Vorrei abbracciare il suo istruttore Fabiano Ettorre e ringraziarlo – ha aggiunto – e dirgli che Kaos rimane nei nostri cuori come un grande amico di questa terra e di questo popolo”.

Sidoli (Animalisti Italiani): “Presenteremo una denuncia”
“Hanno ucciso il cane eroe di Amatrice, Norcia, e Campotosto. Kaos salvava gli umani, gli stessi umani che lo hanno avvelenato”. Così in una nota Rinaldo Sidoli, responsabile comunicazione della onlus Animalisti Italiani, presieduto da Walter Caporale. “Il corpo senza vita del pastore tedesco – prosegue – è stato trovato da Fabiano Ettore, il suo istruttore, nel giardino di casa a Sant’Eusanio Forconese, comune in provincia dell’Aquila. Kaos era stato determinante di recente nel ritrovamento di un uomo di Roio, di cui si erano perse le tracce”.

“Presenteremo una denuncia. Chiederemo inoltre al Governo una legge che che vieti la vendita ed il commercio di veleni e fitofarmaci, se non con ricetta che renda rintracciabile chi li compra”, annuncia Rinaldo Sidoli, responsabile comunicazione della onlus Animalisti Italiani, a proposito della morte per avvelenamento del pastore tedesco.

“Era un salvatore avvezzo a scavare tra macerie e inferno – conclude l’animalista – Chi ha posto fine alla sua vita in questa maniera è un criminale pericoloso che va fermato. Non ci daremo pace fino a quando non verrà fatta giustizia. Credo che sia arrivato il momento che l’indignazione delle persone sensibili spinga il mondo politico a lavorare in maniera trasversale su una nuova proposta di legge che preveda pene più severe per chi maltratta e uccide gli animali. Non si devono più verificare casi come questo. Serve urgentemente un rafforzamento sulla tutela degli animali a partire da una modifica del codice civile e penale. Il Parlamento deve prendere provvedimenti contro i casi di maltrattamento e animalicidio e rivedere le norme attualmente in vigore”.  

 

Simona Bazzoni (Lega italiana Difesa Animali e Ambiente) “Ucciso un eroe”
“Non è stato ucciso un cane, è stato ucciso un eroe: un cane addestrato a salvare le  vite degli altri, le nostre vite”. Lo sottolinea Simona Bazzoni, responsabile organizzativo della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente. “Non si tratta soltanto della solita cieca crudeltà, sempre ripugnante – afferma Bazzoni – il danno arrecato è incalcolabile perché non tutti i cani sono adatti a diventare cane da soccorso e ci vogliono tanto tempo e tante risorse per trovare un vero eroe”.  “Al proprietario di Kaos – conclude – va tutto il nostro affetto, in questo difficile momento. Alle forze dell’ordine chiediamo indagini serie e scrupolose e il massimo della pena per il responsabile di un simile gesto. Chissà, se mai questa persona si trovasse in pericolo, non troverà Kaos a salvarla”.

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