A differenza dei cani, non è l’umano a scegliere il suo gatto, ma il gatto a scegliere il suo umano.
B. quando venne a vivere a Minori, aveva giurato di non condividere mai più la propria casa con un micio, avendone perso già uno sulle strade della costa, morto investito da un’auto in corsa.
Si ripropose che nessun gatto avrebbe più varcato la soglia della sua casa: il dolore per la perdita di quell’amico peloso era stato troppo grande.
Al sopraggiungere della primavera 2015 però, nel giardino di fronte, comparve un micio bianco con chiazze nere, che un mese dopo ebbe l’ardire di varcare l’uscio condominiale per salire fin su al secondo piano.

È notorio quanto i gatti siano “Risolutori di Enigmi”, e lui doveva proprio scoprire come si arrivava su quell’alto terrazzo, da cui umani generosi calavano secchielli di gustosi croccantini, tutte le volte che lui percorreva la tranquilla stradina di Via Monte.
Si piantò sulla porta di casa e gratto’ la mia porta, in attesa degli eventi.

B. aprì e guardò il micio, ed il micio entrò. Passò in casa qualche ora, esplorando ogni angolo, infine si accomodo’ sul tappeto, condividendo per qualche ora, l’ascolto della musica che invadeva l’ambiente, poi tranquillamente si avviò verso la porta, facendo capire che la visita era terminata.

Qualche mese dopo, in un giorno gelido con raffiche di vento che come bolidi giù per il canion, dalle alture di Tramonti si scaraventavano giù fino alla marina, mi affrettavo a rientrare a casa, quando nel vicoletto mi incontrò, prese a seguirmi ed una volta giunti alla porta, questa volta ci fu un motivo vero per lasciarlo entrare!
Da subito mostrò attitudini particolari: mi seguiva negli spostamenti come fosse un cane, interpellato mi fissava e senza emettere suoni, a volte muoveva la bocca come stesse parlando; ogni sera, avendo a disposizione un morbido trasportino all’ingresso, come si spegnevano le luci di casa lui vi s’infilava per il riposo notturno: è diventato così il nuovo micio di casa.
Tutti ormai sapevano di lui, quel morbido gatto che come una volpe, aveva escogitato tutte le strategie possibili per poter entrare ed uscire a suo piacimento da quel condominio umano, e che all’approssimarsi della pioggia, veniva sempre avvertito con il suono di un fischietto che giù il portone era aperto e bisognava affrettarsi a rientrare a casa.

Una vita serena ed appagante di affetti ed avventure notturne, su e giù per le terrazze fiorite e i limoneti, a rincorrere farfalle e gatte innamorate!
Tre anni dopo, in una notte di mezza estate, sulla sua strada un pitbull nero, una macchia bianca dalle fauci si allunga sulla pancia e come nell’arena romana, si colora di rosso in pochi istanti.
Romeo sbranato sulla strada del suo borgo natio, io con il cuore spezzato.
Non dovrò aspettare più il suo ritorno, ed è tempo ormai di raggiungere luoghi più ameni…

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